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Stazione Termini, approda in Regione la chiusura dell’area food

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Stazione Termini, approda in Regione la chiusura dell’area food

All’esame della commissione lavoro della Regione Lazio «il caso scandaloso della chiusura dell’area food della stazione Termini il cui cambio di destinazione d’uso farà perdere il posto di lavoro a circa 200 dipendenti dei vari marchi food presenti a Termini. Tutto questo grazie alla compiacenza del Comune di Roma che fa orecchie da mercante e va avanti nella direzione che penalizza lavoratori, cittadini e patrimonio archeologico».

Così Alfredo Magnifico Segretario di Confintesa Smart in relazione alla riunione che si terrà domani in Regione Lazio dove la Commissione lavoro esaminerà la grave situazione venutasi a creare con la mancata concessione ai marchi food della Stazione Termini di Roma.

«Al dramma sociale di 200 lavoratori, che vedono a rischio il proprio posto di lavoro – prosegue Magnifico – si aggiunge un altro fatto scandaloso che riguarda il nostro patrimonio archeologico. Infatti da voci che circolano sembrerebbe che la Commissione Urbanistica del Comune di Roma abbia già dato parere favorevole al progetto di Grandi Stazioni Retail che, oltre la ristrutturazioni dei locali dell’area food, prevede anche la privatizzazione dei resti più monumentali delle mura Serviane conservati a fianco della stazione Termini dove si apriva la Porta Viminalis. Confintesa, – conclude Magnifico – considerato che il restyling di Termini comporterà la chiusura definitiva dei bar e dei ristoranti presenti nella galleria e necessita anche un cambio di destinazione d’uso di competenza del Comune di Roma, denuncia anche il silenzio scandaloso del Campidoglio da tuta questa vicenda che denota l’acquiescenza Capitolina ad un progetto che oltre ad un costo sociale, con i duecento posti di lavoro persi, dimostra come non si abbia a cuore nemmeno la Storia della Città di Roma sempre più in balia di speculatori e distruttori di un patrimonio archeologico che non è solo dei Romani ma patrimonio di tutto il mondo».