I personaggi della Turchia occidentalizzata di Akilah Azra Kohen

Che cosa cambia quando i personaggi di un romanzo, invece di essere partoriti dalla fantasia e dall’esperienza di un autore, o da una temperie culturale, sono il frutto di una precisa teoria psicologica? Certamente abbiamo esempi di personaggi in cui l’inconscio ha un ruolo forte.

La scrittrice turca Akilah Azra Kohen, psicologa cognitivo comportamentale formatasi in Gran Bretagna, ha invece costruito una trilogia da due milioni di copie, la cui prima puntata, ora pubblicata in Italia, Phi (Mondadori, pp. 528, 19 euro), delinea una serie di personaggi complessi in cui emozioni e comportamenti si intrecciano in una trama estremamente verosimile. Alla sorpresa di leggere di una Turchia laicizzata e occidentalizzata, in cui situazioni e personaggi potrebbero essere anche quelli di casa nostra, si affiancano svariati personaggi estremamente complessi e sfaccettati.

Spicca tra tutti Can Manay, psicologo di successo, grande manipolatore e seduttore e al tempo stesso personaggio televisivo carismatico, ma dal passato oscuro. Un passato messo a repentaglio dalle indagini della tenace e passionale giornalista Ozge, che per questo vedrà minacciata la sua carriera.
Can, che pare non avere emozioni, perde la testa per la bellissima ballerina Duru, che ai suoi occhi incarna il Phi, la proporzione aurea rappresentata dallo Pi greco, e cerca di conquistarla in ogni modo. Ma Duru è tenacemente in coppia con Deniz, talentuoso musicista a sua volta concupito da Ada, musicista in erba. Mentre l’erba è il passatempo di Deniz, quello che rischia di offuscare la sua arte. A loro si aggiungono la candida Bilge, tenace assertrice dell’autenticità personale, il fratello autistico Dogru, che vince un premio per aver trovato il numero primo più altro, l’autista di Can, l’onesto Ali, il suo assistente personale, l’ambizioso Kaya, ognuno con un suo profilo specifico a dispetto dell’importanza del ruolo nel romanzo. Le loro emozioni e comportamenti paiono una serie di mosse su di una scacchiera che portano a risultati certi.

Sopra ogni cosa spicca la legge del desiderio, che pare muovere tutti gli animi, ognuno secondo prospettive differenti, e una lettura decisamente ottimista sul successo del talento abbinato a una consapevole progettazione della vita. Un romanzo appassionante, dalle mosse millimetrate, nel quale i lettori potranno rispecchiare se stessi, probabilmente in più di un personaggio. L’autrice ha voluto tracciare nella trilogia una galleria di dodici disturbi della personalità, non definendoli tanto come malattie ma disfunzioni. Ma invece di fare la caccia al tesoro di chi sia il narcisista, chi l’ossessivo, chi il borderline, possiamo forse leggere gni personaggio come una diversa visione del mondo, o come una diversa serie di emozioni dominanti, che si sono formate in base a una biografia, tenuta tuttavia sullo sfondo.

In conclusione un esperimento narrativo che porta all’introspezione, pur costituendo un racconto dalla trama avvincente. Forse non avremo cinquanta sfumature di svariati colori più o meno blandi, ma altrettante personalità di grande fascino e realismo.