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Virginia Wolf tra un atto e l’altro

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Virginia Wolf tra un atto e l’altro

L’orrore della Seconda Guerra Mondiale si dissolveva settant’anni fa. Da allora c’è stato un fiorire di letteratura su quella tragedia. Più rari, invece, sono i romanzi che rievocano il periodo immediatamente pre-guerra, che annunciano i tempi cupi che stavano per sconvolgere l’Europa in primis e poi il mondo intero. Nel novero di questo ristretto numero di libri troviamo da qualche giorno “Tra un atto e l’altro” (Edizioni Nottetempo), opera postuma di Virginia Woolf, tradotta a curata da Chiara Valerio.
Più delle mie parole, la scheda editoriale dell’editore può chiarire l’importanza di questo libro, frutto della penna di un’autrice che ha lasciato un segno profondo nella storia letteraria inglese ed europea. Ed ecco ciò che si legge nella scheda editoriale:
“Il 28 marzo 1941, quando Virginia Woolf esce di casa per non tornarci piú, lascia due lettere, una per il marito Leonard, l’altra per la sorella Vanessa, e il manoscritto del suo ultimo romanzo, Tra un atto e l’altro. Il giorno prima aveva scritto di non volerlo pubblicare perché troppo ‘sciocco e frivolo’. Frivolezza che percorre leggera l’intero pomeriggio del giugno 1939, nel quale si svolge la tradizionale sfilata di storia inglese, affidata quest’anno alla regia di Miss La Trobe. La recita avviene nella placida campagna intorno a Pointz Hall, residenza degli Oliver, ma nella sua colonna sonora fanno irruzione i rombi dei bombardieri. L’eco della guerra risuona minacciosa nella recita di Miss La Trobe e nella vita di Virginia Woolf, interrompendo entrambe: ‘Il futuro gettava ombre sul loro presente’ – e l’ultimo atto si intitola, infatti, ‘Tempo presente. Noi’. Cosí, Woolf invita chi legge a sedersi e provare dieci minuti di tempo presente. Dieci minuti dell’unica cosa che si possa desiderare. Essere qui. Essere ancora qui”.
E al di là di questo, si tratta di un romanzo che ci offre una Virginia Woolf sconosciuta, capace di scrivere in tono leggero, di utilizzare complicati e divertenti giochi di parole ma, non per questo, rinunciando allo spessore letterario che le è universalmente conosciuto.
Mi pare, insomma, che ci siano tante buone ragioni per dedicare un po’ del nostro tempo alla lettura di “Tra un atto e l’altro”.

Luca Martinelli

Su Luca Martinelli, giornalista, scrittore, critico, conoscitore profondo del mondo dell’editoria, rinviamo al blog personale dedicato a Shelorck Holmes – libriconsherlockholmes.altervista.org – del quale ha per altro scritto nuove storie apocrife.

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