Aree interne: Alto Mugello, la richiesta d’aiuto dei sindaci

Audizione dei primi cittadini di Marradi, Palazzuolo sul Senio e Londa nella commissione presieduta da Marco Niccolai (Pd). C’è allarme per i castagni: “Non sono produttivi, stanno seccando, non ne conosciamo i motivi”

di Ufficio stampa, 3 ottobre 2023

Firenze – I Comuni dell’Alto Mugello tornano a lanciare l’allarme per le gravi conseguenze dell’alluvione di maggio e del terremoto di metà settembre. La commissione per la tutela, la valorizzazione delle Aree interne, presieduta da Marco Niccolai (Pd) ha sentito nella seduta di ieri, lunedì 2 ottobre 2023, i sindaci dei Comuni dell’Alto Mugello “colpiti dagli eventi alluvionali dello scorso maggio per un aggiornamento sulla situazione dei territori”. L’audizione, inizialmente prevista per il 18 settembre, è stata rinviata a ieri a causa del terremoto che ha colpito la stessa area.

Il presidente ha ricordato il primo incontro della commissione con i sindaci, a un mese dagli eventi alluvionali: “Effetti di un evento così devastanti richiedono un’attenzione continua da parte di questa commissione. È mia intenzione sentire il presidente Giani, al quale è stato assegnato il ruolo di sub commissario delegato alla ricostruzione in Toscana. Ci mettiamo a disposizione e a sostegno di un lavoro che non si conclude in pochi giorni e neanche in pochi mesi”, ha spiegato Niccolai.

Il quadro che emerge rappresenta l’immutata gravità della situazione, che, dice il sindaco Marradi Tommaso Triberti alla commissione, “sta fiaccando la cittadinanza e la resistenza del nostro territorio. C’è il rischio di isolarci di nuovo con l’arrivo dell’autunno, la paura è forte. Stiamo lavorando sulle varie frane, al nostro Comune sono stati riconosciuti 3milioni e centomila euro” Ai danni strutturali, sui quali si è immediatamente concentrata l’attenzione, se ne sono aggiunti altri potenzialmente molto gravi. “Il nostro castagneto è sparito, ma ora il problema si sta estendo: i castagni non sono produttivi, stanno seccando”. Un problema che, unito alla precarietà dei collegamenti, “mette a serio rischio la sagra delle castagne, il momento più importante da un punto di vista economico per le aziende e le imprese di questo territorio”. Se questo accadrà, “l’indotto verrà messo in ginocchio”. Ora si è aggiunta anche l’emergenza terremoto, “con 40 edifici inagibili, una trentina di persone evacuate dalle proprie abitazioni”. C’è la questione dei collegamenti: “Facciamo un appello per la linea ferroviaria Faentina nel tratto tra Marradi e Faenza, chiusa ancora da maggio – aggiunge il sindaco di Marradi rivolto ai consiglieri –. È ferma per le frane, che distano dalla ferrovia anche qualche centinaio di metri. La preoccupazione è enorme. Faccio appello a tutto il Consiglio regionale, al nostro fianco per chiedere che possa ripartire. Non possiamo aspettare indagini, progetti e lavori. Sarebbe un colpo mortale al nostro territorio”. Racconta di cittadini che cominciano ad andarsene: “Ho ricevuto la telefonata di una cittadina che aveva sempre fatto la pendolare pur di continuare a vivere a Marradi, ma ora sta cercando casa a Faenza, dove lavora”. Il sindaco ha voluto ringraziare “il Genio civile e la protezione civile della Regione per il supporto che ci hanno dato ogni giorno”.

Il terremoto ha colpito duramente Palazzuolo sul Senio: “Ci troviamo di fronte a problematiche molto importanti per l’oratorio, la chiesa, le cripte – spiega il sindaco Gian Piero Moschetti –. La chiesa ha subito un danno importante al loggiato davanti al sagrato; sembra ci siano problemi anche per il vecchio teatro della Misericordia, stiamo valutando adesso. Anche l’edificio più antico, la cripta romanica, sembra aver avuto dei problemi. Poi c’è la stabilita di due ponti, uno risalente al Medioevo, da valutare”. Il terremoto ha lasciato qui “uno strascico importante, che si somma ai danni dell’alluvione. E ora anche da noi i castagni stanno seccando. Non sappiamo perché, ma qualcosa sta succedendo”. Sul problema dei trasporti: “La ripresa della linea Marradi-Faenza è fondamentale, vi chiedo di interloquire con Regione Emilia-Romagna e Rfi. Ci è stato spiegato che la continuità della linea non verrà assicurata, per le 179 frane lungo il percorso. Ci sono danni notevoli anche alla sentieristica, un tipo di turismo che volevamo rilanciare”.

Nel comune di Londa, dice il sindaco Londa, Tommaso Cuoretti, “il fenomeno più importante è stata l’alluvione”. Il terremoto ha colpito meno duramente: “Non ci sono edifici inagibili. Stiamo lavorando a riapertura strada che isola circa duecento persone. Abbiamo chiesto i finanziamenti limitati a somme urgenze. Via via che passano i giorni, emergono altre problematicità: l’alluvione ha raso al suolo la produzione delle pesche, che quest’anno non ci sarà”. Resta la paura: “Stiamo andando verso l’autunno, temiamo il rischio di nuovi smottamenti”.

Il presidente Marco Niccolai ha espresso preoccupazione per gli effetti del terremoto e per quanto espresso dai sindaci rispetto ai castagneti, “il problema emerge ora come una crisi nella crisi” e ha chiarito che la commissione Aree interne e ha chiesto se quanto ai fondi “di natura commissariale, c’è liquidità e se c’è coordinamento nelle procedure tra commissariamento per alluvione e stato d’emergenza per il terremoto”.

Dal consigliere Cristiano Benucci “totale vicinanza ai sindaci dell’Alto Mugello che si sono trovati ad affrontare due eventi naturali gravi. L’inagibilità della ferrovia è questione vitale per questi territori – ha aggiunto –. Noto una diversità di approccio, perché la strada che corre parallela alla ferrovia è invece aperta. Occorre intervenire per far sì che si riapra. Penso ad un atto del Consiglio regionale per sollecitare Ferrovie a svolgere le verifiche del caso”.

“Non abbiamo il portafoglio per poter distribuire risorse – ha spiegato Elisa Tozzi (Fratelli d’Italia) –, ma se riuscissimo a lavorare come Consiglio sia sulle risorse straordinarie per la viabilità, sia su quelle per il monitoraggio antisismico, è un impegno che dobbiamo prendere”. Quanto all’asilo di Londa, “non è andato a buon fine, bisogna far sì che certi impegni non siano solo verbali”. Elena Rosignoli ha chiesto a quanto ammontino i “corrispettivi già ristorati”. “Zero – ha risposto il sindaco di Palazzuolo sul Senio alle due consigliere e al presidente Niccolai, con la conferma del sindaco di Londa –. Siamo fermi all’impegno e alla variazione di bilancio, i pagamenti non ci sono ancora stati, perché i fondi non ci sono. La Cassa di Risparmio di Firenze è stata molto più veloce dello Stato: ci metterà ora in condizione di erogare, cosa che lo Stato al momento non ha fatto”. Quanto alla ferrovia, ha risposto Moschetti, “ci hanno risposto che delle 179 frane che interessano il percorso, almeno ottanta riguardano anche la strada, ma non c’è stato verso di capire quale sia la ragione”. Con un avvertimento in conclusione: “Se saltano trasporti e castagno, il nostro territorio non si rialza”. E Cuoretti: “La pesca è un prodotto di nicchia, ma è il collante del nostro territorio”.

Ci attiveremo sulle questioni che ci avete posto – ha dichiarato Marco Niccolai in conclusione –. L’entità delle problematiche è tale che senza un intervento di tipo nazionale adeguato, nessuna amministrazione regionale saprebbe farvi fronte. Continueremo a tenere l’interlocuzione con i sindaci, la ricostruzione non si fa in un giorno. Ringrazio i sindaci per il lavoro che stanno svolgendo, in simili circostanze rappresentano tutta la Repubblica. Il loro ruolo diventa particolarmente prezioso e rilevante. Il fatto che la struttura commissariale nazionale non abbiamo dato liquidità ai Comuni è un fatto molto serio, gli enti locali dei territori colpiti hanno anticipato le risorse e rischiano di non reggere”.