AAA MANIFATTUREProgetto fotografico dedicato alle r/esistenze delle attività operaie manifatturiere

Tre luoghi, tre realtà, tre visioni, un’unica importanza: la resistenza del lavoro sull’Appennino.

Un lavoro corale che spiega, attraverso immagini, dall’impressione all’espressione, il visibile e l’invisibile delle attività manifatturiere ed operaie locali raccolto in un unico catalogo fotografico.

La presentazione in anteprima è prevista per sabato 7 ottobre (ore 17) a Palazzuolo su Senio presso l’Elettromeccanica Misileo, seguirà una seconda presentazione a Marradi domenica 8 ottobre al Teatro Animosi (ore 10) e infine una terza: domenica 14 ottobre (ore 17) allo Spazio Open di Firenzuola.  

 In aggiunta, attraverso manifesti fotografici temporanei, tra le vie dei paesi e nelle frazioni di Palazzuolo sul Senio, Marradi e Firenzuola, una mostra diffusa racconterà la percezione della pietra, i volti della lotta e i gesti e le forme della fabbrica 4.0 (dal 7 ottobre all’8 dicembre).
Firenze, 3 ottobre 2023 –  «Che cosa è la fotografia se non verità momentanea, verità di un momento che contraddice altre verità di altri momenti?», è la domanda di Leonardo Sciascia riportata alla mente da Federica Montecchi nel catalogo di “AAA Manifatture”, una nuovo progetto dedicato alle “r/esistenze del lavoro”, nello specifico quelle delle attività operaie manifatturiere, nei paesi di Firenzuola, Marradi e Palazzuolo sul Senio.

L’iniziativa vede il coinvolgimento dei lavoratori di realtà quali la Copser di Firenzuola, La Fabbrica dei Marroni di Marradi, oltre alla Meccanica RC e l’Elettromeccanica Misileo di Palazzuolo sul Senio, ed è la naturale continuazione di “Archivio Appennino-R/Esistenze” (Strategia Fotografia 2020), che andava ad indagare com’è ancora esistere e resistere nei luoghi dell’Alto Mugello.

Grazie alle immagini di Giancarlo Barzagli, Ilaria Di Biagio e Franco Guardascione si vuole indagare su un altro tipo di resistenza, ossia il lavoro manifatturiero, grazie al quale i tre comuni interessati (Marradi, Palazzuolo sul Senio e Firenzuola) riescono ancora a sopravvivere.

La presentazione in anteprima del catalogo è prevista per sabato 7 ottobre (ore 17) a Palazzuolo su Senio presso l’Elettromeccanica Misileo, seguirà una seconda presentazione a Marradi domenica 8 ottobre al Teatro Animosi (ore 10) e infine una terza: domenica 14 ottobre (ore 17) allo Spazio Open di Firenzuola.  

In aggiunta, attraverso manifesti fotografici temporanei, tra le vie dei paesi e nelle frazioni di Palazzuolo sul Senio, Marradi e Firenzuola, una mostra diffusa racconterà la percezione della pietra, i volti della lotta e i gesti e le forme della fabbrica 4.0 (Dal 7 ottobre all’8 dicembre).

“AAA Manifatture”, sostenuto anche dagli enti locali e dalle aziende stesse, nasce per contrastare la retorica che vede questi territori come luoghi marginali, per dare loro una nuova centralità, con un racconto partecipato, che coinvolge i lavoratori stessi, in un approccio fra arte e lavoro passando anche attraverso un’analisi filosofica. La direzione artistica del progetto è affidata a Claudia Paladini. Commissionato dalla Cooperativa di Comunità “La C.I.A. – Cultura Innovazione Ambiente” Fondo Fotografico E50035, in collaborazione con il Comune di Palazzuolo sul Senio, AAA Manifatture è vincitore di Strategia Fotografia 2022, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Il catalogo

Nel catalogo l’introduzione di Federica Montevecchi, dal titolo “Dall’impressione all’espressione: visibile e invisibile nelle immagini del lavoro sull’Appennino”, sottolinea, a partire dalle riflessioni di Leonardo Sciascia, come la fotografia nel momento stesso in cui imbriglia il divenire della realtà nella forma dell’istante e dell’immobilità la consegni di fatto all’assenza. Proprio questo rapporto fra presenza e assenza del reale che contraddistingue la fotografia è particolarmente importante rispetto al lavoro che, assorbito dal mercato globale e dall’ipertecnologia, è investito da una trasformazione continua e accelerata da risultare sempre più autonoma e sfuggente ad essere osservata, quasi estranea rispetto ai tempi delle soggettività umane e ai loro mondi, considerati per lo più un limite da sacrificare in nome dell’efficienza e dell’omologazione. Nell’era capitalista dell’industria 4.0, in cui si assiste al progressivo dissolvimento dei lavoratori, dei luoghi e dei tempi della produzione, la fotografia si trova così costretta al paradosso, a misurarsi per certi versi con l’invisibilità e a interrogarsi sul suo potere di osservazione, su come possa dare corpo visivo all’ordinario delle nostre esistenze, al di là dell’immediatezza del guardare e della fascinazione tossica dell’immaginare stereotipato. A maggior ragione allora i volti, i gesti quotidiani e le trasformazioni che essi determinano, immortalati nelle fotografie del catalogo  AAA Manifatture provano con forza a mostrarci quello che di solito non possiamo vedere e cioè uomini e donne sul posto di lavoro, macchine sofisticate, paesaggi trasformati, e a favorire la riflessione sul vincolo che può legare il lavoro ad un territorio dal quale è inseparabile, come nel caso di Firenzuola e di Marradi, oppure vuole esserlo come a Palazzuolo Sul Senio.

La Mostra diffusa

Attraverso manifesti fotografici temporanei, tra le vie dei paesi e nelle frazioni di Palazzuolo sul Senio, Marradi e Firenzuola, una mostra diffusa racconterà la percezione della pietra, i volti della lotta e i gesti e le forme della fabbrica 4.0 (sabato 7 e domenica 8 ottobre 2023).

Ilaria Di Biagio: Gesti e forme della fabbrica 4.0  – distretto meccanico di Palazzuolo Sul Senio

La sequenza di fotografie scattate nel distretto meccanico di Palazzuolo Sul Senio omaggia la ricerca di Bruno Munari sulla gestualità, ma anche quella sull’analisi delle forme e dei colori, e ne trae spunto. Ciascuna immagine vede, infatti, l’interposizione fra la macchina fotografica e il soggetto da immortalare di un telo ignifugo rosso, usato nella fabbrica dai saldatori, che se da un lato nasconde i tratti somatici specifici dell’operaio, dall’altro rivela l’universalità dei suoi gesti, e di rimando l’anonimato e l’isolamento di chi li compie. Lo stesso telo consente ancora  di mostrare nelle forme dei manufatti e delle macchine la loro utilità tanto materiale quanto estetica e la loro autonomia, in cui si manifesta l’opposizione e la relazione ad un tempo fra tecnica e arte, cioè il loro legame polare.
Ilaria Di Biagio, fotografa e artista visiva nata a Firenze nel 1984, vive nella campagna toscana e lavora come freelance in Italia e all’estero. Gli studi di antropologia visuale, giornalismo d’inchiesta e i corsi di fotografia in Italia e presso la Danish School of Media and Journalism l’hanno condotta a definire gli ambiti della sua ricerca. Essi riguardano in particolare il rapporto fra le persone e il loro ambiente, quindi l’analisi dell’antropizzazione dei territori e della loro memoria, fatto che la porta a stabilire relazioni conoscitive con i soggetti presi in esame. Ilaria Di Biagio pubblica su numerose testate nazionali e suoi lavori sono stati esposti al Festival Chobi Mela VII in Bangladesh, al Copenhagen Photo Festival, in una personale presso la Carillon Gallery a Dallas, al Perugia Social Photo Fest e in altre località italiane.

Giancarlo Barzagli: I volti della lotta –  Fabbrica dei Marroni di Marradi

Giancarlo Barzagli, fotografo e videomaker nato a Fiesole nel 1981, è cresciuto a Razzuolo nel Mugello. Proprio le montagne dove ha trascorso l’infanzia sono il luogo della sua ricerca fotografica, che si concentra sull’analisi del rapporto fra memoria, identità e territorio. L’approccio ha un carattere letterario-documentaristico e una finalità che si cura della dimensione politica e sociale: la fotografia, infatti, è vista come un mezzo capace di favorire processi di autodeterminazione, che porta  oltretutto il fotografo ad esserne partecipe. Da qui la collaborazione a progetti di sviluppo territoriale e la pubblicazione nel 2019 del volume Grüne Linie, in cui le immagini, accompagnate da un racconto di Wu Ming 2, parlano dell’Appennino seguendo le tracce della memoria della Resistenza al nazifascismo.
Nel 2021, con la prima mostra di Archivio Appennino, questa ricerca si è estesa alle testimonianze che danno conto invece della resistenza contemporanea di chi è sempre vissuto o ha scelto di vivere nell’Alto Mugello, opponendosi a spopolamento e disgregazione sociale. Ora è la volta della resistenza appenninica legata all’attività dell’Ortofrutticola del Mugello di Marradi e alla lotta operaia che ha evitato la delocalizzazione dell’azienda a Bergamo, seppur con la perdita della produzione di marrons glacés, vanto storico della manifattura. Di questo danno conto le immagini di Barzagli che ha ritratto le protagoniste della lotta sindacale sul luogo di lavoro e poi ha nuovamente fotografato le loro immagini immerse proprio dalle stesse lavoratrici nello sciroppo che un tempo serviva per i marrons glacés. Il risultato è una sequenza di scatti a cui la patina dello sciroppo consente di accogliere le rifrazioni della luce   naturale della fabbrica e con esse l’eco della sua storia di lavoro, della sua ambivalenza di pena e di dignità.

Franco Guardascione: La percezione della pietra –  Copser di Firenzuola

Franco Guardascione, nato a Napoli nel 1969 si è trasferito nell’Alto Mugello nel 2000, insegna presso il Centro Italiano Firenze e ha al suo attivo numerose collaborazioni – fra le ultime quella con La Presse e con la compagnia teatrale Archivio Zeta, di cui è fotografo di scena. A queste vanno aggiunte diverse inchieste fotografiche, fra cui una sui manicomi criminali in Italia, che nel 2010 è stata proiettata al Visa pour l’image di Perpignan e ha vinto il primo premio per il reportage d’inchiesta al Festival du Scoop d’Angers.
La sequenza dei cinque trittici sulla manifattura della pietra serena di Firenzuola sono il risultato di un percorso di ricerca, che si richiama alle riflessioni e agli studi tanto di Maurice Merlau-Ponty sulla fenomenologia della percezione quanto di Rudolf Arneim sulla visione retinea, volto a svincolare la fotografia dall’informazione documentaria per condurla a rappresentare il rapporto fra il visibile e l’invisibile, fra la percezione e il pensiero. Ciascuno dei cinque trittici, infatti, è costituito da una prima immagine che dà conto della percezione ingenua ed è una panoramica della scena da analizzare, ripresa a livello neutralmente descrittivo. La seconda immagine, invece, esprime la percezione analitica ed è una composizione di fotogrammi dei dettagli delle medesima scena, infine la terza immagine rappresenta l’astrazione, vale a dire l’azione del pensiero, di per sé invisibile, indotta e provocata dall’esperienza fotografica, quindi il passaggio dall’impressione all’espressione. In tal senso la successione dei cinque trittici può essere letta come l’articolazione delle tracce percettive e riflessive depositate nel campo visivo e nella mente dall’osservazione della stratificata esperienza quotidiana del lavoro di escavazione, manipolazione e lavorazione della pietra serena.  

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Calendario

Anteprima catalogo sabato 7 ottobre ore 17
Palazzuolo su Senio. Elettromeccanica Misileo – via delle acque, 6

Presentazione catalogo domenica 8 ottobre ore 10
Marradi. Teatro animosi – viale della repubblica, 1

Presentazione catalogo domenica 14 ottobre ore 17
Firenzuola. Spazio Open – via bernini, 8

Mostra diffusa sabato 7 e domenica 8 ottobre
tra le vie dei paesi e nelle frazioni di Palazzuolo sul Senio, Marradi e Firenzuola


AAA Manifattura
Commissionato dalla Cooperativa di Comunità
“La C.I.A. – Cultura Innovazione Ambiente” – Fondo Fotografico E50035
In collaborazione con il Comune di Palazzuolo sul Senio

Fotografie
Franco Guardascione, Giancarlo Barzagli, Ilaria Di Biagio

Testi
Federica Montevecchi

Direzione artistica
Claudia Paladini

Progetto grafico
Thomas Manss & Company

Stampa
Litografia I.P. Firenze
Pubblicato Ottobre 2023
Il progetto è vincitore di Strategia Fotografia 2022, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura

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