Matteo Biffoni

Forza Nuova, sindaco di Prato preoccupato per sicurezza in città

Il sindaco Matteo Biffoni questa mattina in Prefettura ha ribadito la sua preoccupazione per la manifestazione nazionale indetta da Forza Nuova per il 23 marzo a Prato. Biffoni, che già nei giorni scorsi aveva scritto al questore chiedendo di non autorizzare il corteo, ha ribadito al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza la propria contrarietà: “Si tratta di un corteo celebrativo per i cento anni del fascismo, come pubblicizzato dalla stessa Forza Nuova, che a mio parere viola la legge. Oltre a questo sono fortemente preoccupato per la sicurezza della città dal momento che si tratta di una manifestazione nazionale che probabilmente vedrà anche contromanifestazioni – ha spiegato il sindaco -. Purtroppo sappiamo bene come queste situazioni siano a rischio di infiltrazioni da parte di delinquenti, con mandanti politici, che approfittano di tali eventi per distruggere interi centri. Lo abbiamo visto purtroppo accadere ad altre città, come Milano, non vogliamo che accada a Prato”. Il sindaco ha ricordato anche la concomitanza con il Festival dell’economia circolare che prevede quattro giorni di eventi, molti ospiti e oltre tremila partencipanti, un migliaio solo nella giornata del 23, con il coinvolgimento anche di aziende del distretto: «Nei giorni in cui Prato mostra al mondo la sua capacità di unire la creatività della manifattura tessile all’innovazione e l’ambiente, la città merita grande serenità e non una manifestazione dai toni violenti che inneggiano all’odio».

Il sindaco ha condannato anche quanto accaduto a Parma, dove militanti di Forza Nuova hanno attaccato un centro contro la violenza sulle donne: «Da oggi abbiamo un motivo in più per non volere a Prato la manifestazione di Forza Nuova – ha ribadito Biffoni – Ai volontari e agli operatori del centro di Parma va tutta la nostra solidarietà, Prato è una città che anche in questi giorni ha espresso in ogni forma l’importanza del lavoro svolto da centri che sostengono le donne vittime di violenza».

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