Internet, nei comuni finora privi di connessione veloce si può acquistare il servizio

La possibilità riguarda alcune delle frazioni più piccole e isolate, nelle quali i lavori sono terminati da tempo ma erano rimasti bloccati per un contenzioso tra Stato e gestore telefonico. Con l’emergenza coronavirus, la situazione si è sbloccata, d’iniziativa dell’autorità per le comunicazioni.

Giorno dopo giorno gli armadi attivi che permetteranno di navigare su internet da casa fino a cento megabit al secondo, veloci nel piccolo paese come in città, stanno crescendo. La notizia interessa parte dei territori di 75 comuni toscani, in particolare alcune delle frazioni più piccole e isolate; e i cittadini, che in queste settimane sono costretti a rimanere in casa e che hanno ancora più bisogno di connessioni veloci, possono approfittarne per chiamare subito gli operatori ed attivare i contratti.

La Regione ha finanziato ovunque in Toscana l’installazione della fibra a banda ultra larga nelle aree a fallimento di mercato, quelle cioè dove gli operatori privati rinunciano ad investire. A suo tempo la Regione aveva investito per portarvi anche la banda larga. Nel 2015, all’inizio della legislatura, solo il 98,3% di tutta il territorio regionale (fonte Tim) poteva contare sulla banda larga ed appena il 38,4% su quella ultralarga, molto più veloce: nel 2019 le percentuali erano salite rispettivamente al 99,9 e 84,5 per cento.

«Quelle della banda ultra larga stanno crescendo di mese in mese con l’avanzamento dei lavori affidati a Open Fiber – dice l’assessore Vittorio Bugli – e stiamo sollecitando l’azienda ad essere rapida negli interventi. Abbiamo investito ottanta milioni del bilancio regionale per un’opera che resterà pubblica e ne vale circa duecento. Tutti i comuni toscani sono praticamente coinvolti, anche se solo in alcuni casi per piccole frazioni». In undici territori la vendita dei servizi è già partita nei mesi scorsi, in altri 41 lo sarà entro il 2020. «La banda ultralarga – spiega l’assessore – connetterà in questo caso 71 mila edifici e da qui al 2021 contiamo che il piano sia completato in tutta la Toscana». «I 68 comuni di cui parliamo in questo momento – precisa – vedono invece l’intervento di Tim».

Ecco dove sono stati attivati i primi armadi: Altopascio, Bientina, Capalbio, Cerreto Guidi, Pomarance, Porcari, Santa Croce sull’Arno, San Marcello Piteglio, Anghiari, Asciano, Bagni di Lucca, Bagno a Ripoli, Barberino Tavarnelle, Bibbona, Borgo a Mozano, Borgo San Lorenzo, Bucine, Calenzano, Casciana Terme, Fivizzano, Casola in Lunigiana, Castelfocognano, Castelfranco di Sotto, Castiglion Fibocchi, Cecina, Chiusi della Verna, Civitella Paganico, Coreglia Altelminelli, Crespina Lorenzana, Empoli, Figline incisa, Firenzuola, Gambassi Terme, Gavorrano, Principina a Mare a Grosseto, Marradi, Massa e Cozzile, Monsummano Terme, Montaione, Montecarlo, Monterchi, Monteriggioni, Monticiano, Montopoli in Val d’Arno, Palazzuolo sul Senio, Peccioli, Pelago, Piazza al Serchio, Pietrasanta, Piombino, Poggibonsi, Pontassieve, Rufina, Porto Azzurro, Capoliveri, Pratovecchio Stia, Castel San Niccolò, Quarrata, Rignano sull’Arno, Rosignano Marittimo, S ambuca Pistoiese, San Casciano in Val di Pesa, San Gimignano, San Giuliano Terme, San Miniato, San Sepolcro, Scansano, Scarlino, Scarperia San Piero, Capolona, Subbiano, Suvereto, Talla, Vaglia.

«Ho scritto ai sindaci interessati per comunicare esattamente quali armadi e in quali frazioni sono in attivazione – conclude Bugli – anche al fine di verificare l’effettiva attivazione del servizio e comunicarla ai cittadini».