Lo sbarco in Normandia (D-Day)

Lo sbarco in Normandia fu la più grande invasione anfibia che un esercito abbia mai realizzato nella storia. Esso determinò l’apertura di un secondo fronte di primaria importanza nella guerra contro la Germania e declassò il fronte italiano, utile a quel punto solo per contenere alcune divisioni tedesche.
Il progetto dello sbarco, avvenuto il 6 giugno 1944, ebbe una gestazione molto lunga. Gli inglesi avrebbero preferito l’apertura di un secondo fronte nei Balcani per impedire a Stalin di giungere profondamente in Europa. Gli Americani, tuttavia, erano convinti che Hitler andava battuto sulla propria terra ed in una battaglia che avrebbe dovuto vedere la Wermacht uscire definitivamente sconfitta. Anche la Russia era d’accordo con gli americani e pressava perché un nuovo fronte avrebbe agevolato i loro attacchi, che dopo Stalingrado, si facevano sempre più pressanti.
Solo nel ’43 si arrivò ad un accordo per uno sbarco ed al piano fu dato il nome di Operazione Overlord. Si scelse la Normandia per motivi sia militari che politici.
La liberazione della Francia e di Parigi avrebbe avuto un significato importante ed avrebbe influito negativamente sul morale dei tedeschi. Parigi era il simbolo delle vittorie naziste. Andava quindi riconquistata.
La Normandia era inoltre una delle zone sulla manica meno protette dalle difese tedesche, inoltre si sapeva che Hitler ed i suoi generali erano convinti che un eventuale attacco alleato sarebbe stato effettuato solo nel punto più stretto del Canale, nella zona di Calais, che avrebbe permesso poi un facile accesso alle regioni industriali tedesche. Inoltre questa zona era dotata di grandi porti per assicurare i rifornimenti.
La Normandia venne scelta in ultimo perché anch’essa rientrava nel raggio d’azione degli Spitfire. Mai gli alleati avrebbero messo a rischio il grosso delle loro truppe senza aver assicurata una fortissima difesa aerea.
Nel dicembre ’43 Eisenhower, generale americano di lontane origini tedesche, venne posto a capo dell’Operazione Owerlord, con tre generali britannici a comandare le forze terrestri, marine e l’aviazione. Rispettivamente Montgomery, Ramsey e Mallory.

Truppe australiane partecipano allo sbarco
Truppe australiane partecipano allo sbarco

Allo scopo di persuadere i tedeschi che l’operazione sarebbe avvenuta al Pas de Calais, gli alleati organizzarono un grande piano chiamato Operazione Fortitude. Venne addirittura creato un finto Primo Gruppo di Armate Usa con falsi edifici, aerei in cartone, carri in compensato, che inviava falsi messaggi radio. Il Gen. Patton venne menzionato come comandante delle armate inesistenti ed acquartierato nella contea inglese antistante Calais. Il controspionaggio alleato diffuse notizie atte ad ingannare i servizi informativi di Hitler.
Nelle aree opposte dell’Inghilterra, intanto Montgomery incrementò le forze d’attacco portando a 5 le divisioni necessarie allo sbarco, dalle tre iniziali, più due divisioni aviotrasportate. 6000 navi sarebbero state utilizzate nell’invasione, con 4000 mezzi da sbarco e 130 navi da guerra per il bombardamento preventivo. Altre 15 divisioni americane e 12 britanniche sarebbero sbarcate nelle ore seguenti. Erano impegnate anche 3 divisioni canadesi ed una polacca.
Fu previsto l’utilizzo di 12.000 aerei, inclusi mille per le truppe paracadutate.
Per la prima volta furono approntati mezzi speciali su indicazione del Generale Hobart: carri armati anfibi, carri bonifica mine, carri getta ponti e migliaia di pupazzi vestiti da soldato da paracadutare per ingannare le truppe avversarie. Infine fu previsto un massiccio bombardamento delle linee ferroviarie interne alla Francia per impedire l’apporto di rinforzi alle zone interessate all’invasione.
Il fronte dello sbarco fu suddiviso in 5 zone da ovest a Est: Sword, Juno, Gold, Omaha e Utah.
Tutta la zona prevista per lo sbarco era stata fortificata dai tedeschi , nell’ambito della predisposizione del Vallo Atlantico che partendo da Calais era costituito da casematte e bunker sotterranei muniti anche di cannoni da 88. Naturalmente la parte a est, vicino a Calais era molto più fortificata della Normandia.
Vi erano dislocate quattro divisioni, ma solo una era molto specializzata, munitissima di armamenti moderni e motivata, la 352°; le altre erano formate da truppe regolari e da soldati russi che avevano accettato di seguire i tedeschi per evitare il campo di prigionia.

Sbarco in Normandia
Sbarco in Normandia
Anche Caen era ben difesa dalla 21° Panzer Division e nel sud della regione stazionava la 12° Panzer delle SS, nota per la sua ferocia. I tedeschi avevano anche allagato alcune aree dietro la spiaggia di Utah per impedire l’atteraggio di truppe aviotrasportate.
Il Maquis, la resistenza francese, che De Gaulle aveva voluto come Governo legittimo della Francia Libera, fu avvisato solo pochi giorni prima con una frase in codice trasmessa da Radio Londra che recitava il primo verso di una famosa poesia di Verlaine. “I lunghi singhiozzi dei violini d’autunno…” Il messaggio stava a significare di tenersi pronti all’attacco di obiettivi prestabiliti al sistema viario e ferroviario interno, entro tre, quattro giorni. Il secondo verso della stessa poesia sarebbe stato diramato il giorno precedente l’invasione e doveva dare via libera al Maquis per attaccare i centri nevralgici a suo tempo indicati.
Il 5 giugno fu captato l’annuncio tanto atteso: “….feriscono il mio cuore con un monotono languore”.
Radio Londra ripetè tre volte il verso.
Scattarono immediatamente i primi attentati allo scopo di interrompere le linee di comunicazione della Wermacht e dieci minuti dopo la mezzanotte la sesta divisione aviotrasportata britannica entrò per prima in azione conquistando immediatamente i propri obbiettivi. Il Ponte Pegasus, vero snodo viario tra Utah e Omaha venne preso e tutte le fortificazioni munite di batterie di cannoni a Merville distrutte.
Dopo la sesta le altre truppe aviotrasportate e paracadutate furono lanciate su tutto l’arco del fronte dietro le linee di difesa del Vallo atlantico. Non mancarono errori nei lanci e dispersione di soldati.
Lo sbarco vero e proprio ebbe inizio all’alba. Le prime truppe alleate che toccarono terra furono, come prestabilito, i fanti francesi del 4° commando misto sulla spiaggia Sword, la più a est del fronte, con l’obbiettivo di espugnare un fortino.
Seguirono a ruota le altre operazioni di sbarco. Sword e Juno, quindi Omaha e Utah infine Gold.
Sulle prime due le perdite furono relativamente contenute e le truppe riuscirono ad avanzare per 8 km all’interno entro la giornata, avrebbero trovato successivamente la massima resistenza tedesca nell’avvicinarsi a Caen che fu espugnata solo il 7 luglio.
Sulla spiaggia Gold le perdite furono più pesanti per il ritardo nello sbarco degli Sherman anfibi. A fine giornata Bayeux era conquistata ma non si riuscì a conquistare tutti gli obbiettivi previsti.
Ma le difficoltà maggiori con conseguente altissimo numero di vittime si ebbero ad Omaha. Qui la marina sbarcò gli Sherman anfibi troppo al largo e le protezioni sigillanti degli stessi dopo qualche km di onde si logoravano facendo affondare i carri con gli equipaggi. Mancò così l’appoggio di una artiglieria efficace e la presenza della 352° Divisione tedesca fece il resto. “Nel giro di 10 minuti dall’abbassamento delle rampe, la compagnia avanzata era divenuta inerte, senza guida e praticamente incapace di agire. Ogni ufficiale e sergente era stato ucciso o ferito….divenne una lotta per la sopravvivenza ed il soccorso” (Comando USA- Registrazioni ufficiali del D-Day).
La prima Divisione Fanteria statunitense perse ad Omaha 4000 uomini. Nonostante ciò alcuni sopravvissuti riuscirono ad aggirare le fortificazioni della Wermacht ed a farle saltare.
Anche il Secondo Battaglione Rangers americano segnò il 50% di perdite ma riuscendo a scalare le scogliere di Point du Hoc fece saltare le postazioni di artiglieria in cemento armato e spianò finalmente la strada alle truppe da sbarco.
Inaspettatamente fu sulla spiaggia di Utah, che era stata considerata una delle più difficili, che si ebbero le perdite minori: 197 uomini su un totale di 23.000 sbarcati. Subito la divisione da sbarco si ricongiunse con le truppe aviotrasportate che avevano assicurato i corridoi liberi e praticabili fra le aree allagate e la 82° aerotrasportata raggiunse in serata Sainte Mere Eglise che fu il primo paese francese ad essere liberato.
La 101° paracadutata invece si disperse nel lancio ed alla sera solo 3000 uomini si erano raggruppati.
Alla fine della giornata la testa di ponte era ormai consolidata su tutta la linea del fronte e due porti artificiali Mulberry Harbour vennero rimorchiati attraverso la Manica in segmenti e rimontati uno ad Arromanches, il secondo sulla spiaggia di Omaha. (10 giorni dopo lo sbarco una forte tempesta distrusse il porto artificiale di Omaha, ma alla fine del mese erano già stati liberati i porti di Cherbourg e Anversa).
Per il 13 giugno tutte le cinque spiagge oggetto dello sbarco furono collegate fra loro diventando un luogo di sbarco di migliaia e migliaia tonnellate di materiali. Il porto artificiale di Arromanches riuscì a smaltire 9000 tonn. di armamenti e materiali vari ogni giorno fino all’apertura di Cherbourg.
I tedeschi si resero conto troppo tardi che lo sbarco principale non era avvenuto ad ovest di Caen, tanto che Rommel comandante in capo delle truppe del Vallo Atlantico si trovava in Germania per il compleanno della moglie proprio nel giorno dell’attacco. Le truppe tedesche, tuttavia, tentarono alcune sortite e si impegnarono come sempre. La 21° Panzer Division tentò un attacco concentrato nel pomeriggio del 6 tra le spiagge Sword e Junio arrivando quasi al mare. La tenace resistenza dei fucilieri britannici e l’invio di paracadutisti li fece però recedere dal continuare l’attaccò e prima della notte si ritirarono per non restare circondati.
Pur combattendo accanitamente i tedeschi risentirono presto della mancanza di rifornimenti e supporto per i terribili bombardamenti che avevano subito le retrovie e l’azione dei partigiani sulle linee di comunicazione. I comandanti tedeschi impiegarono diverse ore per rendersi conto che si trattava di un attacco in forze e non di azioni sporadiche. L’assenza di comandanti nei posti chiave aggravò pesantemente le linee di difesa.
Uno dei mancati obbiettivi del D-Day fu la presa di Caen. Essa insieme a Cherbourg divenne l’obbiettivo di Montgomery nei giorni seguenti alo sbarco poiché era necessario avere punti di rifornimento efficienti. Caen si trovava inoltre sulla direttrice di Parigi e la sua caduta avrebbe aperto la strada ad una grande avanzata. La città fu bombardata più volte ma solo con la ritirata tedesca fu possibile prenderla il 7 luglio. Un mese dopo lo sbarco.
Anche la presa di Cherbourg non fu semplice. Per la conformazione del territorio nella penisola del Cotentin, caratterizzato da piccole valli circondate da muretti e dossi centenari distanziati tra loro di 30/60 metri (Bocages), la zona si prestava ad una resistenza estremamente efficace: e così fu. Tuttavia l’impiego di truppe scelte che organizzarono ripetuti attacchi, consentì di espugnare la città portuale il 26 di giugno.
Con la conquista di Cherbourg e Caen la battaglia del D-Day poteva dirsi conclusa. Cominciava ora la liberazione dell’Europa.
Ci sono storici che ritengono che i russi avevano a quel momento la capacità bellica per sconfiggere i nazisti anche senza l’apertura del secondo fronte. Altri non lo pensano.
Un dato è certo: al momento dello sbarco, l’Armata Rossa stava avanzando verso Berlino e fronteggiava i quattro quinti dell’esercito tedesco.
L’apertura del nuovo fronte costituì sicuramente un’accelerazione del crollo del regime nazista e soprattutto contribuì a definire le future zone di influenza degli alleati nel vecchio continente.
Lo sbarco in Normandia deve essere quindi valutato nel contesto della seconda guerra mondiale ma anche nell’ottica della futura guerra fredda.
Sicuramente il Presidente Roosevelt era stato più lungimirante di Churchill.

Marco Nieri