Meglio prenderla con ironia, ma anche sul serio, e meglio tirare due calci al pallone, o tuffarsi verso improbabili prese davanti ai pali della porta, che pensare sempre e soltanto alle crisi: quella di chi ha raggiunto i quaranta e quella che sembra non aver fine. È anche questa, laddove trspirano di pagina in pagina cenni biografici, magari ricorrendo a un ragionamento o a una situazione iperbolica, o fuori dalla realtà quotidiana di adesso, e modi d’approccio alla vita che scorre.
Si sintetizzano anche così, e dovremmo soffermarci più a lungo per trarre dai due o tre impliciti messaggi, le pagine che Lorenzo Mercatanti ha affidato alla stampa. Un libro che già dal titolo è un programma: “Il babbo avrebbe voluto dire ti amo ma lo zio ne faceva anche a meno”. Un programma che non è vero il filo conduttore. Quello è una trasferta per una partita di calcio a 5 con le peggiori condizioni meteo.
Il tutto per i tipi di Pequod.
La voce narrante è di un portiere un po’ avanti con gli anni, combattuto tra lavoro in tempo di crisi, famiglia, un passato che riaffiora solo per ricordargli perdite e sconfitte e l’ostinazione, che nemmeno lui sa spiegarsi, nello scendere in campo per l’ennesima partita.
Si legge agevolmente e lascia qualcosina di personale, della voce narrante, dell’autore, che si riflette in noi stessi. Tutti, portieri di calcetto o spazzacamini, potremmo essere colui che narra. Certo, dovremmo tirare fuori la nostra, di storie, e non la sua, quella di Lorenzo Mercatanti che è bene leggere in 4 o 5 riprese, benché il volume sia agile e la lettura appaia scorrevole.
In 4 o 5 riprese perché, anche quando potrebbe far ridere, dà da pensare. Ed è meglio farlo, per non perdere l’occasione che l’autore, in fondo, ci ha offerto.
La scheda del libro chiarisce qualche aspetto. Ma ripetiamo: ognuno troverà a suo modo l’incontro con Mercatanti e quello con se stesso.
LA SCHEDA
Protagonista e voce narrante, è un uomo di età compresa tra i trenta e i quarant’anni, rappresentante di commercio e, nel tempo libero, portiere di calcio a cinque in serie D; ed è proprio una partita in trasferta, con le peggiori condizioni fisiche e meteorologiche, a fare da sfondo a quasi tutta la narrazione.
In un continuo scambio narrativo tra presente e passato, il protagonista ripercorre i momenti più significativi della sua vita: il lavoro, nel settore tessile a Prato, con il padre e lo zio, figure di riferimento in ogni caso, e visti (soprattutto lo zio) con bonaria e affettuosa condiscendenza nei confronti delle stravaganze e delle debolezze, dei reciproci caratteri e comportamenti, assai diversi tra loro, dei tanti momenti vissuti insieme in situazioni di ogni tipo; i ricordi scolastici e universitari; il servizio civile in una casa famiglia; la passione per il calcio tramite gli aneddoti di vecchie partite e delle imprese dei compagni di squadra.
La partita sta per iniziare: il protagonista (di cui non è detto il nome) decide di non pensare al dolore alla spalla e di entrare in campo, con una voglia di giocare forte come quando era ragazzo.
L’AUTORE
Lorenzo Mercatanti è nato a Prato nel 1971. Agente di commercio, ha scritto alcuni racconti apparsi su «Pietraserena», «Maltese narrazioni», «Ellin Selae», «Fernandel», «FaM», «Scorpione Letterario», «QuasiRete», «Colla», «Inutile», «Il Primo Amore». Un racconto è presente nell’antologia Posa ’sto libro e baciami (Zandegù).