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Non celebriamo la vittoria di un candidato ma della democrazia

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Non celebriamo la vittoria di un candidato ma della democrazia

Joe Biden è il quarantaseiesimo presidente degli Stati Uniti d’America. Ieri Capitol Hill non è stata teatro di violenze e ribellioni come il 6 gennaio, bensì di cerimonie e discorsi che sanno di cambiamento, di pace, di lungimiranza.
Dopo la straordinaria esibizione di Lady Gaga nel cantare l’inno nazionale e nel rivolgere due calorosi se pur distanziati I love you rivolti a Joe Biden e Kamala Harris, il giuramento delle due cariche più importanti degli Stati Uniti davanti ad un migliaio di spettatori ed un mare di bandiere a stelle e strisce poste di fronte al Campidoglio.
Kamala Harris è la prima vicepresidente donna: da madre indiana e padre giamaicano, senatrice e poi procuratore generale della California, ieri ha giurato visibilmente commossa e mostrando tutto quello che i prossimi quattro anni, almeno nelle intenzioni, vogliano rappresentare, cioè cambiamento, integrazione e dialogo. The Madame Vice President, come scritto nella divisa dei Golden State Warriors (sua squadra del cuore) donatagli dal campione Stephen Curry, è pronta, anzi prontissima per i prossimi quattro anni e, come sostengono in molti, per presentarsi alle prossime elezioni.
Poi è stata la volta di Joe Biden che, con accanto la propria famiglia, ha giurato la sua massima fedeltà alla Costituzione americana: a 78 anni di età è il più anziano presidente mai eletto dagli Stati Uniti d’America nonché il secondo presidente di fede cattolica nella storia dopo John Fitzgerald Kennedy. Precedentemente vicepresidente durante gli otto anni di Barack Obama culminati nel 2017 con il conferimento della medaglia presidenziale della libertà con lode, massima onorificenza civile del Paese.
Non ha perso tempo il neopresidente, a poche ore dal giuramento, Joe Biden ha firmato 17 ordini esecutivi per smantellare alcune decisioni prese dalla precedente amministrazione Trump e per affrontare in modo più deciso l’emergenza causata dal Covid-19. Come ha spiegato ai giornalisti nello Studio Ovale, «non c’è miglior momento per iniziare che questo».
Una nuova politica, una vittoria messa molte volte in discussione in questi mesi risoltosi poi con la definitiva affermazione avvenuta a gennaio dal Congresso.
Joe Biden ha vinto, Kamala Harris ha vinto, la democrazia ha vinto.