Pistoia in attesa di Sting e Santana

Sono già 22.000 gli spettatori al Pistoia Blues registrati ad oggi – quando mancano ancora i due concerti più attesi di Sting e di Santana – per i concerti in Piazza Duomo.

Sono 5.000 persone le persone che hanno seguito, sempre in piazza del Duomo, i concerti gratuiti di Blues italiano e i successivi DJ set, in particolare quello del sabato sera dopo i Darkness e i Black Label Society.

Circa il 65 – 70% degli spettatori sono giunti da fuori regione, con una crescita rilevante del pubblico straniero, in particolare per il concerto dei Mumford & Sons.

Si è registrata una grande partecipazione ai concerti anche dalle città toscane con un’affluenza, in termini di biglietti venduti, che vede prima Pistoia, con oltre 4000 biglietti acquistati ad oggi dai pistoiesi – dato che conferma il radicamento della manifestazione in città – seguita da Firenze e da Lucca.

Per la parte forse più significativa del festival in termini di presenze attese – cioè il concerto di stasera di Santana e quello di venerdì con Sting – si attendono arrivi da tutta Italia e, in particolar modo per Sting, le prevendite indicano una fortissima presenza straniera.

Il Consorzio Turistico Città di Pistoia, ha registrato un notevole incremento delle ospitalità con le vendite di pacchetti turistici dedicati al Festival Blues, sperimentati per la prima volta lo scorso anno, e quintuplicati rispetto al già positivo 2014.

Sono questi i numeri di uno straordinario Pistoia Blues 2015, non ancora terminato.

In una parte del dibattito di questi giorni, si legge, invece, di una città “piegata su se stessa” e “incapace di rinnovarsi”. Al di là delle chiacchiere, i numeri parlano di una città viva, che riesce a guardare oltre i propri confini, che – proprio al contrario – sta superando la sua attitudine un po’ provinciale all’immobilismo e al consolidamento delle abitudini, anche quando hanno perso ogni contenuto di autenticità. Una città ambiziosa che si candida e viene selezionata tra le 10 in competizione per diventare Capitale italiana della Cultura e che, anche attraverso un Pistoia Blues più esteso e più ricco, intercetta sempre di più un turismo, anche estero, esigente e di qualità, nel mentre continua ad incontrare i gusti dei pistoiesi, i quali partecipano – a migliaia – ai concerti di piazza del Duomo e alle iniziative, sempre più numerose, diffuse nelle vie e nelle piazze della città.

C’è persino chi in questi giorni sostiene che il “Pistoia Blues è morto”. L’edizione 2015 presenta un numero di serate – in tutto nove con 40 artisti sul palco di piazza del Duomo – triplicate rispetto ai tradizionali tre giorni di Festival; oltre 50 eventi collaterali di altissima qualità e gratuiti, tra spettacoli di artisti e musicisti di strada, presentazioni di libri, concerti e dj set nelle piazze cittadine, street band, corsi di musica blues, il programma Dancing the Blues; la mostra di chitarre del Museo Fender Vintage, che nei primi tre giorni di apertura ha staccato – a ieri – 650 biglietti; opportunità per le giovani generazioni di musicisti con Obiettivo BluesIn e la realizzazione di un CD con 32 artisti selezionati nel concorso; spettacoli teatrali “fuori dal teatro” e di altissima qualità, come la rassegna degli Omini, conclusasi domenica con un sold out, a cura dell’Associazione Teatrale Pistoiese; una grandissima quantità di altre attività collaterali che stanno animando la città, all’interno della più ampia cornice del Pistoia Festival.

Si discute anche di una “invasione da parte dei porchettari” del centro storico. Ci sono da anni, ed è stato il sindaco, fin dall’inizio del mandato, a proporre – purtroppo con esito sempre negativo – alle associazioni del commercio lo spostamento e la riduzione degli alimentaristi, al fine di liberare i monumenti e qualificare ulteriormente la città storica e l’intera manifestazione. Tali modifiche avrebbero dovuto necessariamente essere definite attraverso un accordo tra le parti, poiché gli alimentaristi godono di una concessione pluriennale – non siglata da questa Amministrazione, ma tuttora valida – che garantisce loro la dislocazione in precisi punti della città storica – ad esempio anche davanti a San Giovanni Fuorcivitas – per le serate del Blues.

C’è chi in questi giorni sostiene che il sindaco – che, come dovrebbe essere noto non coincide con l’Amministrazione, pur assumendosi sempre ed integramente tutte le responsabilità – avrebbe “ucciso il mercatino”. Per il mercatino, gli uffici hanno raccolto una proposta venuta da più parti, ed in particolare dal mondo economico e dai residenti, per risolvere i “gravissimi” problemi lamentati per anni, esattamente contrari a quelli sollevati oggi: il mercatino – si diceva gli scorsi anni – avrebbe dovuto essere ripensato nell’offerta merceologica, oramai per lo più di bassa qualità, salvo poche eccezioni; avrebbe dovuto essere rivisto radicalmente nella dislocazione e ridotto nei numeri, per rispondere alle esigenze, avanzate sia dai residenti che dai commercianti in sede fissa, di sicurezza e di accessibilità delle vie del centro, dei negozi e alle abitazioni. L’anno scorso vi è stato il primo tentativo di rispondere a tali esigenze, con una formula che prevedeva la dislocazione del mercatino in piazza Spirito Santo, in piazza San Francesco e in piazza San Bartolomeo, quest’ultima valutata troppo decentrata e distante rispetto alle altre due postazioni. Facendo ancora una volta tesoro dell’esperienza pregressa e raccogliendo le valutazioni e i suggerimenti di più parti della città e in particolare del mondo economico cittadino, quest’anno è stato dunque emanato un bando – come necessario e doveroso per una pubblica amministrazione – per realizzare una fiera di cinque giorni, con 143 banchi e dislocata, in un percorso continuo, tra piazza San Francesco, via Curtatone e Montanara e piazza dello Spirito Santo. Al bando hanno risposto però appena 57 aziende – pochissime di Pistoia – e di queste solo 41 avevano i requisiti per essere ammesse. Evidentemente, molti di coloro che lo avevano sollecitato, hanno poi ritenuto di non partecipare. Il risultato è stato, dunque, del tutto insoddisfacente, perché di gran lunga al di sotto di quanto previsto dal bando stesso. Va da sé che, ancora una volta, saranno raccolte e ascoltate tutte le valutazioni e i suggerimenti utili a migliorare la riuscita della fiera, che rappresenta una delle tante iniziative legate al Blues, ma non certo la principale, né di rilevanza tale da essere identificata con l’intero Festival.

Questi sono alcuni dati di fatto, per ora senza commenti, al fine di fornire a chi lo vorrà, la possibilità di esprimere – almeno – valutazioni informate.

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