Pompe funebri, business in crescita e 30 arresti. È l’ora della legalità

Cresce il business del caro estinto con un boom del +23,7% negli ultimi 5 anni delle società di pompe funebri in Italia con 10.712 realtà nel 2018 e con un giro d’affari complessivo del comparto che supera i 2 miliardi di euro.

Nel giorno di un importante indagine che ha stroncato il cartello delle pompe funebri che si era letteralmente impossessato degli obitori di due grandi ospedali, a Bologna, del businnes in questione parla Uecoop, l’Unione europea delle cooperative, presieduta dall’ex pm di Mani Pulite Gherardo Colombo.

L’analisi sul settore si fonda su dati della Camera di commercio di Milano Lodi Monza, riferiti a tutta Italia e messi in relazione all’inchiesta di Bologna sull’aggiudicazione dei servizi funebri nei due principali ospedali della città che ha portato all’arresto di 30 persone.

Quello del caro estinto – spiega Uecoop – è un settore che occupa direttamente oltre 25mila persone e crea un importante indotto con più di 34mila imprese fra tra marmisti, cofanisti, fioristi e rivenditori di articoli per cimiteri.

È però anche un comparto dove a fianco di realtà, come le cooperative, che offrono servizi di alta qualità alle famiglie oltre a un approccio attento alle situazioni in cui si opera, esistono però rischi di concorrenza sleale o di atteggiamenti poco in linea con la necessaria correttezza professionale. «Per questo è necessario impegnarsi sempre di più in quella opera di trasparenza e legalità che deve essere la base di qualsiasi attività professionale e imprenditoriale», sottolinea il presidente nazionale di Uecoop Gherardo Colombo.