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Sanità: la Toscana chiede al Governo di incrementare le risorse per il servizio sanitario

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<strong>Sanità: la Toscana chiede al Governo di incrementare le risorse per il servizio sanitario</strong>

Licenziata a maggioranza dalla Commissione una proposta di legge al Parlamento

di Cecilia Meli, 2 novembre 2023

Firenze – La commissione Sanità, presieduta da Enrico Sostegni (Pd) ha approvato a maggioranza una proposta di legge di iniziativa regionale rivolta alle Camere sul sostegno finanziario al sistema sanitario nazionale a decorrere dal 2023. La proposta di legge al Parlamento è stata licenziata con quattro voti favorevoli e tre contrari. L’atto è frutto dell’unificazione di due diverse proposte di legge, una presentata dalla Giunta regionale e una da numerosi consiglieri del gruppo Pd, primo firmatario il capogruppo Vincenzo Ceccarelli.

Con la proposta si intende incrementare, a decorrere dall’anno 2023, il finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard, (a cui concorre lo Stato) su base annua dell’0,21% del Prodotto interno nominale italiano per ciascuno degli anni dal 2023 al 2027 fino a raggiungere una percentuale di finanziamento annuale non inferiore allo 7,5% del Prodotto interno lordo nominale tendenziale dell’anno di riferimento, adeguato all’indice di vecchiaia e all’aspettativa di vita della popolazione.

I firmatari sottolineano che l’Italia è un paese in tra i più “vecchi” dell’Unione europea, in cui l’indice di vecchiaia continua ad aumentare ed ha raggiunto quota 187,6 anziani ogni cento giovani, mantenendo l’Italia tra i Paesi più “vecchi” dell’Ue e che questo comporta da un lato una riduzione significativa della popolazione attiva, dall’altra un aumento delle spese di natura sociale, previdenziale, assistenziale e sanitaria.  La crescita tendenziale della domanda di servizi sanitari e sociosanitari si inserisce “in un servizio sanitario nazionale già oggi sottofinanziato rispetto alle necessità della popolazione e ancora in affanno rispetto alla copertura dei costi delle regioni determinati dalla pandemia2. Pur risultando “imprescindibile un intervento di riorganizzazione e innovazione del sistema sanitario attuale, al fine di migliorarne le prestazioni e l’efficienza, è impensabile che ciò avvenga a risorse finanziarie e professionali invariate. Senza una programmazione di lungo periodo che garantisca interventi di carattere finanziario progressivi, consistenti e stabili a regime, per lo Stato e le Regioni risulterà impossibile garantire il diritto di offerta e accesso universale ai servizi sanitari e sociosanitari come previsto dal nostro ordinamento giuridico”.

Ancora, nella proposta di afferma che il livello di finanziamento del Servizio sanitario nazionale 2023 non è adeguato a consentire la sostenibilità della programmazione sanitaria alla luce dei significativi oneri per il proseguimento delle misure di contrasto e sorveglianza dell’emergenza pandemica che sono divenuti strutturali e, contestualmente, dei maggiori costi emergenti: energetici, inflattivi e contrattuali. Nell’anno 2021 il finanziamento ordinario del Ssn in rapporto al Pil è stato pari al 6,9% a fronte di paesi come Germania che destina il 9,9% del Pil al finanziamento della spesa sanitaria pubblica; la Francia il 9,3%; il Regno Unito l’8%. Occorre, pertanto, “incrementare, in maniera stabile, il livello di finanziamento del Ssn avvicinandolo alla media degli altri paesi europei e portandolo in linea con le raccomandazioni Ocse, prevedendo che a decorrere dall’anno 2023 il finanziamento complessivo possa attestarsi in misura progressiva al 7,5% del Pil nominale tendenziale”.

La proposta di legge approderà adesso in Consiglio regionale per la discussione e la votazione finale. In commissione Diego Petrucci (Fratelli d’Italia) motivando il suo voto contrario, ha definito la legge “strumentale, demagogica e populista” e “volta solo ad attaccare l’attuale governo nazionale”. Vincenzo Ceccarelli (Pd) ha replicato che “si sbaglia a porre un piano politico che non c’è” ricordando che in Piemonte un’analoga proposta è stata approvata all’unanimità. “I governi cambiano ma la salute dei cittadini va salvaguardata – ha detto – ed è questo lo spirito del provvedimento”.