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Tavolo Prato-Bologna: rilancio dell’Appennino, ferrovia Direttissima, turismo e Brasimone

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Tavolo Prato-Bologna: rilancio dell’Appennino, ferrovia Direttissima, turismo e Brasimone

Bologna e Prato sempre più vicine, attraverso il rilancio del loro Appennino. Lo prevede un protocollo sottoscritto dal sindaco metropolitano Virginio Merola e dal sindaco di Prato Matteo Biffoni che lo hanno presentato in conferenza stampa, via web, insieme agli amministratori della Val di Bisenzio e dell’Appenino bolognese, tra i quali i sindaci Maurizio Fabbri di Castiglione dei Pepoli, Roberto Parmeggiani di Sasso Marconi, Primo Bosi di Vaiano e Giovanni Morganti di Vernio.

Dalla Via della Lana e della Seta, già al centro del protocollo siglato tre anni fa e ricordato dal sindaco Merola, la collaborazione si amplia, nel segno di un legame storico, come ha sottolineato Biffoni, tra le due città. Un legame anche pratico, non soltanto per quel che riguarda gli abitanti delle zone montane delle due province, visto lo scambio quotidiano di pendolari, in particolare lavoratori diretti in entrambe le città e di studenti pratesi iscritti all’Alma Mater.

La mobilità e il potenziamento della Direttissima

Un punto centrale dell’accordo riguarda la mobilità, con un’attenzione di fondo alla Direttissima. La linea ferroviaria che da qui e 5 anni sarà interessata da un lungo lavoro di potenziamento si presenta tanto come argomento critico quanto quale tema, e ovviamente infrastruttura, di sviluppo.
Destinata a diventare uno dei principali corridoi merci d’Europa, la ferrovia vedrà aumentare il proprio traffico, il cui impatto dovrà essere mitigato da opportuni accorgimenti, a cominciare dalla riduzione dell’inquinamento acustico una volta a regime. Prima ancora sarà necessario ridurre l’impatto del cantiere che si svilupperà a partire dal versante toscano, si presume già in gennaio, per risalire verso il capoluogo emiliano. Occorrerà in sostanza proteggere gli abitanti della Val di Bisenzio, ma anche della zona nord di Prato e dell’Appennino bolognese, dal cantiere in sé. Ed occorrerà predisporre servizi sostitutivi efficaci per coloro che per anni, in larga parte della giornata, non potranno più prendere il treno.

Il Tavolo Prato-Bologna

Lo strumento operativo del protocollo sarà il Tavolo Prato-Bologna, composto dai soggetti che in sinergia operano sul territorio con azioni di promozione e valorizzazione a partire dai Comuni e soggetti interessati dal passaggio della Via della Lana e della Seta, sottoscrittori della Convenzione triennale per gestione condivisa dell’itinerario (Unioni dei Comuni dell’Appennino bolognese e della Val Bisenzio, Comuni di Sasso Marconi e Casalecchio di Reno) e di cui saranno invitati permanenti i rappresentanti delle due Regioni nonché dei due enti di promozione turistica regionale (Toscana Promozione e APT Servizi).
Nel complesso, il protocollo impegna Bologna e Prato a lavorare insieme per una mobilità sostenibile interna alle aree appenniniche e tra queste e le due città, secondo logiche di intermodalità e flessibilità e lo sviluppo delle relazioni e dei sistemi di mobilità ecosostenibili tra territori. Le indicazioni del tavolo in materia di mobilità hanno favorito l’inserimento nel Pums della Città metropolitana di Bologna dello studio di fattibilità di una nuova stazione ferroviaria nel territorio del Comune di Castiglione dei Pepoli, e lo studio di fattibilità della ciclovia Sasso Marconi – Castiglione dei Pepoli. 
Un tavolo di lavoro si occuperà costantemente del tema, con al centro, ma non esclusivamente, i possibili efficientamenti della linea Direttissima e la riduzione l’impatto sulle comunità locali dei disagi causati dai lavori di adeguamento e ammodernamento della linea, sia per il trasporto merci che passeggeri.

Il protocollo durerà tre anni e si propone di contrastare lo spopolamento, attraendo nuovi cittadini, soprattutto giovani, nell’area appeninica, come ha rilevato il sindaco di Castiglione dei Pepoli, Maurizio Fabbri. Previsto il sostegno alle imprese esistenti, duramente provate dall’attuale pandemia, e l’insediamento di imprese innovative.

Il Centro Enea del Brasimone

Il rilancio dell’Appennino avverrà attraverso progetti integrati di ricerca applicata, da sviluppare prevalentemente nel Centro ricerche Enea del Brasimone, e di valorizzazione e rigenerazione ambientale, culturale, turistica e produttiva.

Il protocollo declina poi gli obiettivi in alcuni ambiti prioritari di intervento, tra cui la promozione territoriale e un sistema intermodale ed ecosostenibile della mobilità.