Una zanzara nella nebbia

Zarì si era appena svegliata, frastornata da ciò che le succedeva intorno. Non aveva mai visto né sentito, in quei pochi giorni di permanenza nella pozzanghera, tanta agitazione, tanto movimento. Si agitavano centinaia e centinaia di esserini intorno a lei. Pulsava la vita; alcuni sembrava dormissero ancora, altri si agitavano nell’acqua, altri ancora galleggiavano di traverso. Certe uova si aprivano proprio in quel momento, larve che si stiracchiavano e si impupavano in un batter d’occhio.

Aleggiava un gran movimento anche a un palmo, sopra di loro. Andirivieni, tuffi, sinistri richiami, ronzii inconsueti. Usciva da un sonno profondo Zarì e dentro di lei aveva percepito il cambiamento, aveva sentito questo impulso di andare. Si era guardata intorno e aveva avvertito una scossa, un richiamo, un istinto che veniva da molto lontano.

Qualcosa dentro le disse di fare presto, la vita la chiamava. Sentiva che non era il caso di sprecare tempo, era ora di andare. Quel posto non era più per lei, era giunto il momento di affrancarsi da quella nursery, era tempo di vivere. Aveva tante cose da scoprire, da provare, da fare.

Angela Badalucco

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