Il vaiolo, eradicato fin dal 1979, è una malattia infettiva causata da due varianti del virus Variola, vVariola maior e variola minor. Il virus del vaiolo si localizza a livello della piccola circolazione della cute, del cavo orale e della faringe. A livello cutaneo si manifesta con un’eruzione maculo-papulare e, successivamente, con vescicole sollevate piene di liquido.
Il variola maior è causa di manifestazioni cliniche più rilevanti ed è caratterizzata da una letalità del 30-35%. Le complicanze a lungo termine includono cicatrici caratteristiche, soprattutto al volto, nel 65–85% di coloro che riescono a sopravvivere; possono inoltre manifestarsi, seppure con una minore prevalenza stimabile nel 2-5% dei casi, cecità, come conseguenza di ulcere corneali e deformità degli arti, a causa di episodi di artrite e osteomielite. Il variola minor causa una forma di malattia più lieve, nota anche come alastrim, che può condurre al decesso nell’1% dei casi.
Si ritiene che in origine il vaiolo sia emerso nella popolazione umana circa nel II millennio a.C. e la prima prova fisica si può far risalire al rash pustoloso rilevato sulla mummia del faraone Ramses V. Si è stimato che la malattia abbia ucciso circa 400.000 europei ogni anno durante il XVIII secolo e sia stato responsabile di un terzo di tutti i casi di cecità. Di tutte le persone infettate morirono circa il 20-60% degli adulti e l’80% dei bambini. Si ritiene che il vaiolo sia stata la causa di 300-500 milioni di decessi durante il XX secolo. Solo nel 1967, secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, 15 milioni di persone contrassero la malattia e di questi 2 milioni morirono. Dopo una massiccia campagna di vaccinazione portata avanti dal XIX secolo e condotta con un imponente sforzo congiunto tra il 1958 e il 1977, l‘Oms ha dichiarato nel 1979 la malattia eradicata, dopo che l’ultimo caso di vaiolo contratto in natura, causato da Variola minor, era stato diagnosticato in Somalia il 26 ottobre 1977. Si è trattato dell’unica malattia eradicata nella storia dell’umanità fino al 2011, quando la peste bovina ha subito lo stesso destino.
L’eradicazione mondiale del vaiolo fu certificata da una commissione di eminenti scienziati, dopo intense attività di verifica nei vari Paesi, il 9 dicembre 1979 e successivamente approvata con una risoluzione dell’Assemblea mondiale della sanità dell’Oms l’8 maggio 1980. Le prime due frasi della risoluzione riportano:
“Dopo aver considerato lo sviluppo e i risultati del programma globale di eradicazione del vaiolo avviato dall’OMS nel 1958 e intensificato a partire dal 1967 […] dichiara solennemente che il mondo e i suoi popoli hanno ottenuto la libertà dal vaiolo, una delle malattie più devastanti a manifestarsi con epidemie in molti paesi sin dai tempi più remoti, lasciando morte, cecità e deturpazione nella sua scia e che solo un decennio fa era dilagante in Africa, Asia e Sud America.“
Nel corso della storia il vaiolo è stato anche oggetto di tentativi di utilizzarlo come arma biologica. Gli inglesi considerarono di utilizzarlo in tal senso nell’assedio di Fort Pill durante la guerra franco-indiana (1754-1763) contro i francesi e i loro alleati nativi americani, mentre è stato ipotizzato che lo stesso agente patogeno sia stato utilizzato come arma durante la guerra di indipendenza americana (1775-1783). Durante la seconda guerra mondiale gli scienziati del Regno Unito, degli Stati Uniti e del Giappone sono stati coinvolti nella ricerca per produrre un’arma biologica dal vaiolo. Tuttavia non furono mai attuati piani per una produzione in larga scala, poiché si ritenne che, in presenza di un vaccino efficace, l’arma non avrebbe avuto l’efficacia sperata. Nel 1947 l’Unione Sovietica costruì una fabbrica per la creazione di armi biologiche basate sul vaiolo nella città di Zagorsk, 75 km a nord di Mosca e si suppone si sia verificata un’epidemia causata da alcuni test negli anni settanta.
Dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001, il governo degli Stati Uniti si allertò contro il rischio di un attacco bioterroristico. Fu prodotto un gran numero di dosi di vaccino per essere in grado di immunizzare la popolazione americana nel caso di una nuova epidemia di vaiolo e, nel dicembre 2002, un programma speciale del governo ha offerto la possibilità, a qualunque cittadino lo desiderasse, di vaccinarsi contro il virus del vaiolo
L’Italia possiede cinque milioni di dosi di vaccino per il vaiolo che, in caso di necessità, possono essere diluite con la possibilità di vaccinare 25 milioni di persone.
Immagine d’apertura: i tre direttori del “Programma per l’eradicazione globale del vaiolo” leggono l’annuncio dell’eradicazione della malattia – Stati Uniti (1980)
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