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“Pane e Politica”, Matteo Ricci presenta il suo libro a Prato

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Interverrà il sindaco Matteo Biffoni e modererà il giornalista Giorgio Bernardini

Venerdì 16 febbraio alle ore 17.30 il sindaco di Pesaro e presidente di Ali Autonomie locali italiane Matteo Ricci sarà ospite nel Salone consiliare di Palazzo comunale per presentare il suo libro,   “Pane e Politica, per un centrosinistra che torni a vincere”. A moderare l’incontro sarà Giorgio Bernardini, giornalista de Il Corriere Fiorentino, e interverrà il sindaco Matteo Biffoni.

Matteo Ricci è sindaco di Pesaro dal 2014 e coordinatore nazionale dei sindaci del Partito democratico. È stato vicepresidente del Partito democratico dal 2013 al 2017 e dal 2018 è presidente di Ali – Autonomie locali italiane, associazione di Comuni, Province, Regioni e Comunità montane costituita nel 1916, da sempre impegnata per la crescita democratica e civile del Paese attraverso un processo di rinnovamento istituzionale fondato sulla valorizzazione delle Amministrazioni locali e regionali.

Il libro racconta dell’insolita campagna post-elettorale svolta da Matteo Ricci, che dopo le Elezioni Politiche del 2022 decise di partire girando l’Italia da nord a sud per sedersi a tavola con le famiglie italiane e comprendere le ragioni della sconfitta politica del Partito democratico. Come si legge nel frontespizio, l’autore pone loro tante domande non per chiedere il voto ma per capire le motivazioni che hanno spinto i cittadini a non avere più fiducia nella sinistra e cosa occorrerebbe fare per riconquistarla. Ingresso libero. 

CAMERA TORINO | La stagione dei grandi Maestri | dal 14 febbraio 2024

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Robert Capa e Gerda Taro: la fotografia, l’amore, la guerra

Ugo Mulas / I graffiti di Saul Steinberg a Milano

Michele Pellegrino. Fotografie 1967-2023

Il Centro Italiano per la Fotografia apre nella propria sede torinese
la stagione 2024 con tre esposizioni dedicate a
grandi maestri della fotografia internazionale

Dalle immagini della guerra civile spagnola a un grande progetto artistico nella Milano del boom economico passando attraverso i paesaggi del Piemonte rurale, il pubblico potrà ammirare fotografie considerate oggi grandi classici senza tempo

dal 14 febbraio 2024

Torino, 13 febbraio 2024. Dal 14 febbraio 2024, con tre nuove mostre all’insegna dei grandi classici senza tempo, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino apre il suo programma espositivo per il 2024.

La tragica guerra civile spagnola, momento cruciale della storia del XX secolo, e il rapporto professionale e sentimentale fra Robert Capa e Gerda Taro sono il fulcro della mostra Robert Capa e Gerda Taro: la fotografia, l’amore, la guerra che con oltre 120 fotografie racconta una stagione intensa di fotografia, guerra e amore.

Nella mostra Ugo Mulas / I graffiti di Saul Steinberg a Milano protagonista è la Milano del boom economico e le creazioni del grande illustratore e disegnatore Saul Steinberg immortalate da un giovane Ugo Mulas, mentre lo sguardo poetico sul Piemonte rurale di Michele Pellegrino offre storie di uomini, donne e montagne nella mostra Michele Pellegrino. Fotografie 1967-2023.

Accanto alle esposizioni temporanee, la Manica Lunga del Centro, ospita l’esposizione permanente La storia della fotografia nelle tue mani, una proposta originale, la prima in Italia per tipologia e concezione, che offe ai visitatori una lunga timeline con testi, immagini e materiale video, nata dalla volontà di consentire a tutte e tutti, anche alle persone non vedenti o ipovedenti, di fruire di testi, immagini e contenuti digitali.

Robert Capa e Gerda Taro: la fotografia, l’amore, la guerra 14 febbraio – 2 giugno 2024
Fred Stein
Gerda Taro and Robert Capa
Cafe de Dome, Paris 1936
© Estate Fred Stein
Courtesy International Center of Photography
Un’altra grande mostra – dopo le personali dedicate a Dorothea Lange e André Kertész – che racconta con circa 120 fotografie uno dei momenti cruciali della storia della fotografia del XX secoloil rapporto professionale e affettivo fra Robert Capa e Gerda Taro, tragicamente interrottosi con la morte della fotografa in Spagna nel 1937.L’intensa stagione di fotografia, guerra e amore di questi due straordinari personaggi è narrata nella mostra curata da Walter Guadagnini e Monica Poggi, attraverso le fotografie e la riproduzione di alcuni provini della celebre “valigia messicana”, contenente 4.500 negativi scattati in Spagna dai due protagonisti della mostra e dal loro amico e sodale David Seymour, detto “Chim”.
Ugo Mulas / I graffiti di Saul Steinberg a Milano 14 febbraio – 14 aprile 2024
Ugo Mulas, Saul Steinberg, Palazzina Mayer, Milano, 1962.
Fotografie Ugo Mulas © Eredi Ugo Mulas.
Tutti i diritti riservati. Courtesy Archivio Ugo Mulas, Milano – Galleria Lia Rumma, Milano/Napoli
Nel 1961 Saul Steinberg realizza una straordinaria decorazione a graffito dell’atrio della Palazzina Mayer a Milano, su commissione dello Studio BBPR che ne seguiva la ristrutturazione.
A lavoro compiuto, Steinberg chiede a un giovane Ugo Mulas  di testimoniare l’opera, nella sua interezza e nei particolari. Nel 1997 la palazzina sarà nuovamente ristrutturata, e i graffiti distrutti: oggi, di quello splendido intervento rimangono solo le fotografie di Ugo Mulas, capaci di restituire insieme il documento dell’opera e la sua interpretazione.La mostra, a cura di Archivio Ugo Mulas e Walter Guadagnini, sarà nella Project Room di CAMERA a partire dal 14 febbraio al 14 aprile 2024 e racconta quella vicenda, riproponendo in scala l’intera decorazione a partire dalle fotografie di Mulas.
Michele Pellegrino. Fotografie 1967-2023 14 febbraio – 14 aprile 2024
Michele Pellegrino
Baiardo, 1969
© Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo
La mostra Michele Pellegrino. Fotografie 1967-2023 – organizzata da CAMERA e Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo con la curatela di Barbara Bergaglio e un testo di Mario Calabresi – si compone di oltre 50 immagini del fotografo Michele Pellegrino (Chiusa Pesio, CN, 1934), una sintetica antologica dell’intero suo percorso creativo, tra montagne, ritualità, volti e momenti del mondo contadino. Insieme a queste, è proposta una selezione digitale frutto della catalogazione e digitalizzazione effettuate da CAMERA sull’archivio del fotografo, acquisito dalla Fondazione CRC nell’ambito del progetto Donare.
Completa l’esposizione una lettura di quattro foto di paesaggio inserite in Atlante artistico botanico della flora e del paesaggio del Nord Italia, una ricerca, condotta presso l’Università di Udine dalla dottoranda Alessia Venditti con la supervisione dei docenti Alessandro Del Puppo e Valentino Casolo, finanziata dalla Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus.

KristiPo: venerdì 16 febbraio esce in radio e in digitale “LIKE A BUTTERFLY” il nuovo singolo

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Da venerdì 16 febbraio 2024 sarà disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale “Like a butterfly” il nuovo singolo di KristiPo.Like a Butterfly” è un inno alla libertà di espressione dalle sonorità electronic pop dance. Ciò che l’artista crea, sia come pittrice che come poetessa, è fedelmente riportato in questa canzone. Come un quadro astratto o un haiku trasformato in musica, la sua composizione mantiene una coerenza espressiva con le altre forme d’arte a lei appartenenti. Come una farfalla si posa delicatamente, lei conferisce unicità ad ogni sua opera.“Like a buttefly like a snake”commenta l’artista.
Biografia
Artista eclettica internazionale, pittrice, scultrice, poetessa, cantante, attrice e regista, Kristina Poplitskaya, in arte KristiPo, è nata a Mosca e risiede attualmente a Montecatini Terme. La sua formazione è iniziata frequentando la scuola di cinema e drammaturgia Sverdiosk Film Studio a Ekaterinburg. Ha seguito il corso accademico di arte e lingua italiana al Michelangelo Institute e nel 2017 si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo. Amante della natura ed animalista convinta, si dedica con eguale passione alla pittura e alla poesia cimentandosi soprattutto nel genere letterario giapponese dell’haiku. Ha iniziato a scrivere poesie quando aveva solo quattro anni. Dipinge anche quadri legandoli alla poesia. Nel 2019 ha ricevuto il Premio Prosa del 4 Maggio (VIII edizione), in collaborazione con la rete tv locale Italia 7. Attualmente studia al Liceo Artistico di Lucca e all’Accademia d’Arte di Firenze. Il 26 Febbraio 2022 è uscito il primo singolo “Honey” prodotto da M&M – D&G.
“Like a butterfly” è il nuovo singolo di KristiPo disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica da venerdì 16 febbraio 2024.
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Red&blue music relations

Via libera alla riduzione dei parcheggi per le strutture commerciali in ex edifici industriali recuperati

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Viene estesa a tutto il territorio comunale la normativa per i parcheggi delle aree commerciali del centro storico e del Macrolotto Zero, così da incentivare gli interventi di riqualificazione degli edifici di archeologia industriale

Via libera della Giunta e del Consiglio comunale (19 voti favorevoli e 5 astenuti) alla modifica del Regolamento del commercio che agevolerà l’apertura di strutture di vendita medie (fino a 2.500 mq) all’interno di edifici industriali e produttivi dismessi azzerando o riducendo la previsione di parcheggi di relazione, in un’ottica di recupero e di valorizzazione degli immobili di archeologia industriale. Come ha spiegato l’assessore all’Urbanistica Valerio Barberis, in sostanza si estende a tutto il territorio comunale la deroga al Regolamento già prevista per il centro storico e per il Macrolotto Zero: “La legge regionale toscana ammette una deroga ai cosiddetti parcheggi “di relazione”, così come definiti dalla Legge Bersani, che devono essere realizzati nell’ambito della realizzazione di strutture commerciali – dice Barberis – L’eccezione era quindi già stata introdotta dal Comune per il Macrolotto Zero, in modo da incentivare gli interventi di rigenerazione urbana e oggi, grazie anche al nuovo Piano Strutturale che individua una serie di edifici di archeologia industriale e produttivo tipologico, quelli rappresentativi della storia del tessile e pertanto da valorizzare, si prevedono degli strumenti e degli incentivi edilizi in termini di standard per rendere più facili questi recuperi. Questa è la prima attuazione delle strategie del Piano Strutturale sugli edifici di archeologia industriale che ammette la possibilità di non realizzare i parcheggi nel caso di recupero di questi immobili per ospitare una struttura commerciale. Il Consiglio comunale chiaramente valuterà ogni intervento e accorderà la deroga dopo aver valutato la valorizzazione degli elementi storici e  architettonici e degli spazi, la presenza di parcheggi limitrofi e le connessioni urbane”. 

“Voto dove vivo”, arriva a Prato la campagna sul diritto di voto dei fuori sede

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La battaglia dei Giovani Democraticə diventa un ordine del giorno in consiglio comunale

PRATO, 13 febbraio 2024 – In Italia sono circa cinque milioni le persone che ad ogni tornata elettorale sono lontane dal proprio comune di residenza per motivi di studio, lavoro o cura. Donne e uomini che in occasione delle elezioni europee, delle politiche o delle consultazioni referendarie non possono di fatto esprimersi nelle urne se non a costo di importanti e costosi spostamenti. La campagna ‘Voto dove vivo’ è stata lanciata per colmare questo vuoto e per permettere a tutti i fuori sede di esercitare il diritto di voto in occasione di tutte le consultazioni nazionali ed europee. 

“La proposta ‘Voto dove vivo’ è ferma in Senato da mesi, mesi di un grave e volontario immobilismo. Che adesso le forze di governo si stiano svegliando e stiano predisponendo un emendamento per permettere agli studenti di votare è positivo, sempre che questo vada realmente in porto. Non possiamo però essere completamente soddisfatti, si parla solo di una toppa rispetto alla proposta iniziale, non viene citato chi si trova fuori sede per motivi di lavoro o cura escludendo così dalle europee milioni di aventi diritto. Il disinteresse che la destra ha dimostrato su questo argomento è totale”, afferma Stefano Ciapini, responsabile tavolo attualità dei Giovani Democraticə di Prato.

Proprio in questi giorni, recependo la battaglia che i GD stanno portando avanti, i consiglieri di maggioranza di Prato hanno depositato in Consiglio comunale un ordine del giorno che chiede all’amministrazione di avviare un’azione di sensibilizzazione nei confronti dei parlamentari locali e di farsi parte attiva presso i presidenti del Senato e della Camera e presso il governo affinché la PdL venga inserita all’ordine del giorno dei lavori, con l’obiettivo che sia in vigore in occasione del prossimo appuntamento elettorale del giugno 2024.

“Come Giovani Democraticə abbiamo sposato da subito la campagna ‘Voto dove vivo’ e ci siamo fatti portavoce di questa battaglia presso i consiglieri comunali di maggioranza. Nei prossimi giorni anche Prato si unirà a tante altre città che da tempo chiedono una risposta chiara ai fuori sede che vogliono esercitare il diritto di voto. Non possiamo rimandare, si parla di democrazia; a chiederlo sono milioni di persone che non possono vedersi negato un proprio diritto fondamentale”, dichiara Niccolò Ghelardini, segretario Giovani Democraticə di Prato.

“Un grande ringraziamento a Prato, che si unisce così alle più di 100 amministrazioni locali che negli ultimi anni hanno approvato atti chiedendo ai vari governi di intervenire al più presto con una legge per il voto fuori sede. A pochi mesi dalle elezioni europee bisogna insistere, anche nelle amministrazioni locali e regionali, per far capire l’urgenza del tema anche a chi oggi mostra ancora resistenze”, aggiunge Thomas Osborn, fondatore e promotore Comitato Nazionale ‘Voto dove vivo’.

THE SQUARE. ALL YOU CAN ART

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Torna con una nuova edizione il format di Sky Arte nato per raccontare la cultura contemporanea in tutte le sue forme e si trasforma in All You Can Art, magazine di approfondimento che entra direttamente nelle vite e negli studi degli artisti contemporanei

DAL 15 FEBBRAIO IN ESCLUSIVA SU SKY ARTE ALLE 20.40

E IN STREAMING SOLO SU NOW

Un progetto realizzato in collaborazione con il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo

Nel primo appuntamento: la mostra HOPE al Museion di Bolzano, Dürer e il gallerista e collezionista Gian Enzo Sperone al Mart di Rovereto, la mostra della collezione Peggy Guggenheim di Venezia dedicata a Marcel Duchamp, lo studio visit con l’artista e designer Luigi Serafini e tanto altro

Al via THE SQUARE, la serie di Sky Arte prodotta e realizzata da TIWI e condotta da Nicolas Ballario che, nel corso degli anni, con ospiti, servizi speciali e rubriche inedite, ha raccontato la cultura contemporanea in tutte le sue forme. Appuntamento ogni due giovedì, in esclusiva dal 15 febbraio alle ore 20.40 su Sky Arte, in streaming solo su NOW e disponibile on demand.

Per la sua quarta stagione, si trasforma in ALL YOU CAN ART, un magazine dedicato interamente all’arte contemporanea: dopo aver raccontato la vita e il lavoro degli artisti fermi a casa durante il lockdown e dopo averli ospitati negli studi del programma, questa volta entra direttamente a casa loro. Grazie a una speciale collaborazione con il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, in ogni puntata Nicolas andrà alla scoperta di uno studio d’artista, per incontrare alcuni tra i principali protagonisti della creatività del nostro tempo nello spazio in cui la loro arte nasce e prende forma.

Non mancheranno però gli ormai consueti racconti dalle mostre di tutta Italia, per conoscere e comprendere l’arte contemporanea e i suoi protagonisti, e l’agenda per rimanere sempre aggiornati sugli appuntamenti imperdibili in corso e futuri, il tutto in una cornice grafica completamente rinnovata, carattere distintivo del programma che da sempre racconta l’arte in modo pop e fuori dagli schemi.

Nella prima puntata, la mostra HOPE allestita al Museion di Bolzano; le due esposizioni del Mart di Rovereto L’uomo senza qualità. Gian Enzo Sperone collezionista e Dürer. Mater et Melancholia; la mostra della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia dedicata a Marcel Duchamp, Marcel Duchamp. La seduzione della copia; e infine un’incursione ad Artefiera a Bologna.

Protagonista del primo studio visit della stagione sarà Luigi Serafini, artista e designer, noto in tutto il mondo per aver creato tra gli anni Settanta e Ottanta il Codex Seraphinianus, un’enciclopedia fantastica scritta in un alfabeto immaginato e codificato da lui. Serafini accoglierà Nicolas nella sua casa-studio romana, un’abitazione unica fatta di colori, oggetti che sembrano provenire da altri mondi e le sue creazioni.

Il viaggio di The Square è appena cominciato, allacciate le cinture!

Galleria Open Art, Prato | Roberto Barni. Opere 1978-1990 | Mostra prorogata fino al 9 marzo 2024

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ROBERTO BARNI. Opere 1978-1990
Testo critico di Gérard-Georges Lemaire
Galleria Open Art, Prato
Mostra prorogata fino al 9 marzo 2024


La Galleria Open Art di Prato proroga fino al 9 marzo 2024 la mostra personale di Roberto Barni (Pistoia, 1939), artista che ha fatto parte di una generazione di pittori e scultori capaci di inventare una nuova forma di figurazione.
L’esposizione, intitolata Opere 1978-1990, è accompagnata da una monografia curata da Mauro Stefanini con un testo di Gérard-Georges Lemaire, che ricostruisce l’intera vicenda critica di Roberto Barni, dalla formazione agli anni Ottanta, anche attraverso la partecipazione ad importanti esposizioni nazionali e internazionali, premi, collezioni e opere d’arte installate negli spazi pubblici.La mostra ripercorre la produzione pittorica di Roberto Barni che, dopo le esperienze pop e concettuali, approda a un “Rinascimento sognato”. Si tratta della pittura anni Ottanta, dove le composizioni presentano, come indicato dal critico Lemaire, un ambiente dove «tutto è irreale e prodotto da associazioni spesso giocose dove l’umano è al centro delle sue preoccupazioni».L’uomo si manifesta nelle composizioni di Barni tramite diversi personaggi, che traggono riferimento dalla mitologia e dalla letteratura cavalleresca, tutti rappresentati in uno stato di lotta continua, a simboleggiare la perenne condizione di contrasto con le vicissitudini che attanagliano la società. Da Sisifo ai pastori addormentati, passando per l’uomo bendato, concludendo con i cavalieri. Le armature pesanti, un tempo utilizzate per battagliare, divengono elemento di protezione e controffensiva verso le brutture che pervadono il mondo. È un’ironia fredda quella di Barni, «l’eroe si è armato per dar da mangiare alle oche, non è lì per evocare guerre sanguinose o terribili assedi, ma piuttosto rappresentare l’unica vera forma di audacia», ovvero la salvaguardia dell’intima quotidianità.Il percorso espositivo comprende oltre trenta opere di diverso formato, tra cui una delle prime sculture: Cariatide del 1982. Uno dei dipinti esposti è stato acquisito dalla Fondazione VAF-Stiftung di Francoforte per il Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.La Galleria Open Art promuove il lavoro di Roberto Barni dal 2001, anno di inizio della propria attività, attraverso esposizioni collettive, fiere d’arte e pubblicazioni dedicate all’arte contemporanea.La mostra è visitabile da lunedì a venerdì con orario 15.00-19.30, sabato ore 10.30-12.30 e 15.00-19.30, chiuso domenica e festivi. Ingresso libero. Catalogo Edizioni Masso delle Fate, Firenze, 2023, con ampia antologia critica e apparato iconografico. Per informazioni: Tel. +39 0574 538003, galleria@openart.itwww.openart.it.Roberto Barni è nato il 30 settembre 1939 a Pistoia. Attualmente vive e lavora a Firenze. Dopo gli esordi nel 1960 con pitture di materia rossa, passerà poi alle provocazioni del “necrologio” e della “resurrezione”, ma anche dalle topografie e i paesaggi delle scene di vita urbana. Nel 1963 ottiene la Borsa di Studio del Comune di Firenze. Nel 1965 sarà invitato a “Revolt 1 reportage e rivoluzione”, prima mostra dedicata alle ultime tendenze dell’arte contemporanea europea. Gli anni Settanta e Ottanta sono anni in cui il suo lavoro ottiene una sempre maggiore attenzione e viene esposto nelle principali e storiche gallerie italiane quali La Salita e le gallerie Pio Monti e Cleto Polcina, ma anche L’Ariete di Milano. Partecipa nel 1982 al “Festival dei Due Mondi” di Spoleto e nel 1984 e 1988 alla Biennale di Venezia. Del 1985 è la sua grande mostra alla Sala D’Arme di Palazzo Vecchio a Firenze. In seguito esporrà alla galleria Eolia e alla galleria Maeght di Parigi e con Gerard Georges Lemaire in anni successivi ci saranno le mostre al Centre Pompidou di Parigi, le mostre sui caffè letterari a Caen e la mostra personale al Museo di Besancon. Questi sono anche gli anni americani: nel 1985 espone a New York da Debora Scharpe e poi da Marisa Del Re e Di Laurenti. Il 1985 è anche l’anno della mostra sull’arte italiana all’Hirshhorn di Washington D.C. e all’Akron Museum nell’Ohio. Nell’86-87 avrà uno studio a New York e la sua personale al Queens Museum. Nel 1987 partecipa alla mostra “Avangarde in the Eighties” al County Museum di Los Angeles. Degli anni Novanta sono le mostre personali ai Musei di Belle Arti di Budapest e di Reims, al Museo Marino Marini di Firenze e al Palazzo Fabroni di Pistoia.

Prato. Sarà intitolato al maestro Mario Lodi il Centro educativo di via Righi

“È un centro dove al centro ci sei tu”, è questo lo slogan che fa capire la natura del luogo, totalmente dedito al percorso di crescita dei più piccoli: sabato 17 febbraio dalle 10 alle 12 si terrà la cerimonia di intitolazione del Centro educativo Righi (via Righi 77/9) al maestro Mario Lodi, celebre pedagogista che fra gli anni ‘60 e ‘70 rivoluzionò il modo di concepire la scuola grazie ai suoi innovativi metodi di insegnamento che ne fecero uno strumento di emancipazione e un luogo d’affermazione dell’infanzia come stagione dell’autorevolezza cognitiva e creativa. Il centro Mario Lodi di Prato è una biblioteca ma è anche il punto di riferimento del mondo dei servizi educativi da 0 a 6 anni della nostra città. È un luogo d’incontro e di socializzazione per le famiglie nei primi anni di vita dei loro bambini, una struttura al servizio della comunità, accogliente sia per i figli che per i loro genitori, per lo studio e per la lettura ma anche per instaurare relazioni di qualità nel proprio tempo libero.

Durante la mattinata si svolgeranno delle letture seguite da un laboratorio creativo per bambini da 0 a 6 anni accompagnati da un adulto, mentre alle 11.30 ci sarà il taglio del nastro per l’intitolazione del centro a Mario Lodi, con la partecipazione del sindaco Matteo Biffoni e dell’assessora alla Pubblica Istruzione Ilaria Santi.

L’ingresso è libero per chiunque voglia partecipare.

SAN VALENTINO

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alla Galleria dell’Accademia di Firenze

ART INSPIRES LOVE

#artinspireslove

mercoledì 14 febbraio 2024

La Galleria dell’Accademia di Firenze vi aspetta, mercoledì 14 febbraio, per trascorrere San Valentino, la festa degli innamorati, nelle sale del museo con ART INSPIRES LOVE, un’iniziativa nata l’anno scorso, alla scoperta di quelle opere che raccontano proprio l’Amore. Tutte le coppie sono inviate a fotografarsi davanti alle stesse usando l’hashtag #artinspireslove.

Non molti sanno, ad esempio, che nella Gipsoteca, si trovano i ritratti in gesso del compositore ungherese Franz Liszt e di Marie Catherine Sophie de Flavigny, contessa d’Agoult, nota, come scrittrice, con lo pseudonimo di Daniel Stern, una donna libera e indipendente. I due furono amanti e dalla loro relazione, durata dal 1835 al 1839, nacquero tre figli. I loro busti, esposti uno di fianco all’altro, furono realizzati a Firenze da Lorenzo Bartolini, intorno al 1839, nell’ultimissimo periodo della loro unione.

Alla figura di Amore – Cupido, Bartolini ha dedicato molte delle sue sculture e qui, sempre nel vasto salone dal sapore ottocentesco della Gipsoteca, se ne trovano vari esempi. Possiamo vedere un piccolo delizioso Amore, dalle delicate movenze, con un drappo appoggiato sul braccio destro, una reinterpretazione del tutto personale di un soggetto classico come questo, che lo scultore realizzò nel 1848. Lascia incantati, un’altra sua straordinaria opera, il Tavolo detto degli Amori o dei Genii, eseguita per Anatolij Demidov, la cui versione in marmo è al Metropolitan Museum of Art, a New York. Con grande naturalismo, su un piano tondo, sono adagiati morbidamente tre bambini che Bartolini, in una lettera, definiva come “l’Amore Dio della generazione”, sveglio che protegge il sonno del “Genio della ricchezza scostumata senza virtù”, il quale opprime il “Genio dell’ambiziosa giustezza di operare”.

Tanti altri sono i capolavori conservati nella Galleria che evocano l’Amore. Il Pontormo ce lo ricorda nel dipinto su tavola del 1533, con Venere e Cupido, ispirato al cartone preparatorio di Michelangelo per le sculture della sacrestia Nuova di San Lorenzo. Venere e Cupido incarnano, da un lato, l’amore celeste e spirituale e, dall’altro, l’amore terreno e sensuale, secondo la filosofia umanistica. Tutti gli oggetti che li accompagnano sono simboli che alludono alla caducità della passione, ai tormenti dell’anima, che ritroviamo anche nelle poesie di Michelangelo.

In questo breve percorso a tema, non si può saltare la saletta del Quattrocento dove, Giovanni di ser Giovanni, detto lo Scheggia, fratello di Masaccio, celebra, con dovizia di particolari, la Danza di una festa nunziale, o meglio il momento quando la sposa, accompagnata dai suoi famigliari, varca la soglia della casa dello sposo. Conosciuto come Cassone Adimari, in realtà, il pannello,  che riporta la scena, fungeva da spalliera.

Ma non finisce qui e il pubblico potrà divertirsi a scovare altri particolari o soggetti legati all’Amore!

L’orario di apertura della Galleria dell’Accademia di Firenze è dalle 8.15 alle 18.50 (ultimo ingresso 18.20).

Cambiamento climatico, l’Artico sta perdendo la memoria

Lo scioglimento causato dal riscaldamento globale sta deteriorando rapidamente il segnale climatico contenuto nei ghiacciai delle isole Svalbard. Questo è quanto scoperto da un gruppo di ricerca internazionale coordinato dall’Istituto di scienze polari del Cnr e dall’Università Ca’ Foscari Venezia. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista The Cryosphere

In tutto il Mondo i ghiacciai si stanno ritirando a una velocità senza precedenti, e questo sta comportando la perdita delle informazioni riguardanti la storia del clima e dell’ambiente in essi contenute. A perdere la memoria sono anche i ghiacciai dell’arcipelago delle Svalbard, nel Circolo polare artico: lo dimostra per la prima volta uno studio internazionale pubblicato sulla rivista The Cryosphere, guidato da ricercatori dell’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp) e dell’Università Ca’ Foscari Venezia.

“Dobbiamo pensare agli strati di ghiaccio come a pagine di un manoscritto antico che gli scienziati sono in grado di interpretare. Anche se le evidenze del riscaldamento atmosferico sono ancora conservate nel ghiaccio, il segnale climatico stagionale è andato perduto”, spiega Andrea Spolaor, ricercatore del Cnr-Isp. “I ghiacciai a queste quote – con l’attuale tasso di riscaldamento e l’aumento della fusione in estate – rischiano di perdere le informazioni climatiche registrate al loro interno, compromettendo la ricostruzione del cambiamento climatico affrontato dalla Terra nel corso del tempo”.

Dal 2012 al 2019, il team di ricerca ha studiato l’evoluzione del ghiacciaio dell’Holtedahlfonna, uno dei più elevati dell’arcipelago delle Svalbard, scoprendo che il segnale climatico, visibile nel 2012, era completamente scomparso nel 2019. “L’arcipelago delle Svalbard è particolarmente sensibile ai cambiamenti del clima, a causa dell’altitudine relativamente bassa delle sue principali calotte glaciali”, spiega Carlo Barbante, direttore del Cnr-Isp e professore all’Università Ca’ Foscari. “Inoltre, la posizione geografica enfatizza il fenomeno dell‘amplificazione artica, ossia l’aumento delle temperature più rapido rispetto alla media globale, causato da processi come la riduzione del ghiaccio marino e dell’albedo, che è la capacità di rifrazione dei raggi solari. Quest’ultima, tipica delle superfici chiare, contribuisce a mantenere le temperature più basse”.

Proprio per mettere in salvo questi archivi, nel 2023 i ricercatori impegnati nei progetti Ice Memory e Sentinel hanno portato a termine una complessa campagna di perforazione del ghiacciaio dell’Holthedalfonna, riuscendo ad estrarre tre carote di ghiaccio profonde. La speranza della comunità scientifica è che questi campioni contengano ancora informazioni climatiche rappresentative della regione. “I risultati di questa ricerca, evidenziando la minaccia che gli effetti del cambiamento climatico rappresentano, sottolineano la necessità di preservare gli archivi glaciali e le relative informazioni climatiche, ora a rischio a causa del riscaldamento globale”, conclude Jacopo Gabrieli, ricercatore del Cnr-Isp.

Il Rotaract Chiusi-Chianciano-Montepulciano, con il Rotary Partner, dona ai Licei Poliziani attrezzature per la nuova Aula Broadcast

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Il progetto per la realizzazione di un’aula broadcast, una radio perfettamente funzionante con strumenti tecnologici e di alta qualità all’interno dei Licei Poliziani, ha preso forma grazie all’idea e al contributo del Rotaract Chiusi-Chianciano- Montepulciano, con il supporto del Rotary Partner

Il progetto dell’aula broadcast dei Licei Poliziani ha preso forma grazie ai ragazzi del Rotaract, con la collaborazione del Professor Andrea Giambetti, incaricato dal Dirigente Scolastico Marco Mosconi. Il club ha fornito ai Licei Poliziani un’attrezzatura altamente professionale e necessari all’allestimento di una vera e propria radio.

“Siamo veramente contenti ed emozionati di riuscire a donare l’Aula Broadcast ai Licei Poliziani, aver donato questi materiali è per noi il primo mattoncino che vede la concretizzazione di un progetto al quale stiamo lavorando da svariati mesi – ha dichiarato la Presidente del Rotaract Giulia Benocci –. Il fatto di poter regalare una radio in una scuola superiore è un modo sia per voi per fare un’esperienza molto interessante nel mondo radiofonico e della comunicazione in generale e per me, che essendo giornalista ha un valore aggiunto poter trasmettere alla generazione di domani l’amore per questo mondo. Inoltre per noi come club è un modo per avvicinare le nuove generazioni a quello che è la nostra associazione: ovvero far conoscere il fatto che abbiamo la possibilità di organizzare e realizzare iniziative molto interessanti come questa ma anche molti altri eventi di grande calibro e spessore e cosa non da poco fare del bene per il prossimo”.

Alla presentazione del progetto e alla consegna dei primi materiali, oltre a una delegazione Rotaract è stata presente anche la Presidente del Rotary Chusi-Chianciano-Montepulciano la Dottoressa Patrizia Marri: “Il fine del Rotary e del Rotaract è dare e servire il prossimo con i service più svariati – ha aggiunto la Dottoressa –. È un’associazione che dà grandi soddisfazioni, soprattutto quando abbiamo la possibilità di aiutare le generazioni del futuro e contribuire nella realizzazione di una radio perfettamente funzionante all’interno di una scuola è per noi una cosa di grande valore”.

Il Professor Giambetti, insegnante di Filosofia dei Licei Poliziani, ha dedicando molto al progetto dell’aula multimediale per far beneficiare la scuola e gli studenti di un’aula così innovativa: “Io sono molto felice di aver ricevuto delle illustri amiche del Rotary e del Rotaract – ha affermato il Professore –. Ho ricevuto a nome del Dirigente Marco Mosconi tutto questo materiale che per noi è un ben di Dio, perché senza il vostro aiuto non avremmo nemmeno ipotizzato possibile realizzare un’Aula Broadcast, cioè per le registrazioni multimediali delle nuove generazioni. Ci avete dato una grande mano, vi siamo veramente molto grati e vi promettiamo che faremo di tutto per valorizzare il più possibile il materiale che ci avete donato, bellissimo e di alta qualità, che oggi abbiamo solo grazie a voi!”

Una delegazione di studenti, che stanno frequentando il laboratorio di Sala Stampa e Comunicazione, ha presenziato al momento della consegna. Margherita Belelli, studentessa del terzo anno del Liceo Scientifico e portavoce dei suoi compagni ci ha tenuto a ribadire il fatto che per loro avere una sala radio significa avere maggiore opportunità per raccontare quello che avviene all’interno dei Licei: “grazie per l’opportunità che ci avete dato, avremo la possibilità di raccontare notizie che possono essere più vicine a noi giovani e oltretutto avere materiale multimediale per riportare le notizie in digitale e nei social network, quindi tramite una radio, divulgare a tutti queste informazioni. Siamo emozionati e molto felici di poter introdurre questo nuovo progetto all’interno della nostra scuola”.

Licei Poliziani

Via San Martino, 14b – 53045 Montepulciano
Telefono: 0578/758228 – Sez. “S. Bellarmino” 0578/716707
e-mail: siis001005@istruzione.it – siis001005@pec.istruzione.it – liceopoliziano@tiscali.it –
www.liceipoliziani.com

Ufficio Stampa: Valdichiana Media

CORPI IN ATTESA

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Mostra personale di Aldo Salucci

A cura di Domenico de Chirico

7 marzo – 31 maggio 2024

A.MORE gallery

Via A.Massena, 19 Milano  

Inaugurazione: mercoledì 6 marzo dalle 18.00

A.MORE gallery presenta dal 7 marzo al 31 maggio 2024 CORPI IN ATTESA, mostra personale di Aldo Salucci a cura di Domenico de Chirico. L’esposizione, nella sede della galleria in Via A. Massena 19 a Milano, presenta una nuova serie di lavori che l’artista romano, meneghino d’adozione, ha realizzato negli ultimi anni e che vengono esposti per la prima volta. La mostra è un invito a immergersi nella sinfonia visiva di Aldo Salucci, che per questo nuovo corposo ciclo di opere ha come punto di partenza la biologia e l’anatomia umana. L’artista ha realizzato le opere grazie all’utilizzo del microscopio elettronico e servendosi di materiali e reagenti chimici, particolarmente colorati, ha realizzato delle opere dogmatiche, figure indistinguibili, che solo se osservate attentamente riportano alla mente delle neoplasie e delle cellule tumorali. Aldo Salucci “porta in scena” una delle più grandi paure che l’uomo ha con l’obiettivo di esortare il visitatore a guardare al futuro con speranza e a stigmatizzare ogni fonte di dolore. Un’esortazione ad accettare tutti i traumi e a concepirli come punti di forza ed elementi caratterizzanti dell’unicità di ogni essere umano. 
 Le opere, si prefiggono l’obiettivo di sviscerare un universo infinito e articolato fatto sia di rimandi sia di sensi, le cui venature si compongono, a loro volta, di un groviglio di attese e di speranze, di traumi e di dolori, di vivaci relazioni interpersonali in antitesi con stati di profonda solitudine e patimento. Questo nuovo impulso sconquassa visceralmente la dialettica portata avanti da Salucci in cui, ancora una volta, i colori vividi, stranianti e intensi pongono l’accento sull’onnipresente e strabordante impulso della natura che sovente imperversa in tutta la sua trepidante imponderabilità. Ciò che ne consegue è il tentativo di elaborare un’arte autentica, quella che i greci chiamavano téchnē – afferma il curatore della mostra Domenico de Chirico – Assecondando una personalissima visione olistica, Salucci, così facendo, non intende valorizzare esteticamente qualcosa che è chiaramente fonte di dolore prostrante bensì di ritrarlo esattamente così com’è e più da vicino, in un moto perpetuo che lo analizza dentro e fuori, nei pieni e nei vuoti, attraversandolo in tutta la sua fisionomia sia corporea sia trascendentale. Salucci ci suggerisce di penetrare nel dolore e di leggerlo in tutta la sua disumanizzante autorità”. In mostra una ventina di opere caratterizzate da uno stile semplice, vivace e immediato. L’artista utilizza sfumature cromatiche brillanti e colori accesi. Nelle opere troviamo ferite e lacerazioni che Aldo Salucci ricuce intervenendo con della polvere d’oro ispirandosi alla tecnica giapponese del kintsugi o kintsukuroi (“riparare con l’oro”), utilizzata dai ceramisti per riparare tazze per la cerimonia del tè. Questa pratica nasce infatti dall’idea che dall’imperfezione e dalle ferite possa nascere una forma maggiore di perfezione estetica e interiore. “ Ed è proprio raccogliendo tutti quei frammenti di testimonianze del nostro passato, tra prove superate e altre mancate, nel tentativo di rimetterli armonicamente insieme, possiamo comprendere che solo quando ci lussiamo possiamo scoprire esattamente come e di cosa siamo fatti realmente” – afferma il curatore. Aldo Salucci, anche in questo progetto utilizza la fotografia non come scopo finale della sua arte, ma come mezzo che gli permette di creare opere di tecniche miste che spingano il visitatore a riflettere, a interrogarsi. Opere che possano spronare l’uomo a accettare le proprie cicatrici e da quelle trovare nuova forza e speranza per affrontare quello che lo può attendere. Una selezione del nuovo ciclo di fotografie di Aldo Salucci verrà esposto nello stand che A.MORE gallery presenterà quest’anno a MIA Photo Fair (11-14 aprile 2024 ALLIANZ MiCo MILANO CONGRESSI).  


 
Aldo Salucci, nato a Roma, attualmente vive e lavora nella città di Milano. Si appassiona al disegno e alla sperimentazione dell’uso dei colori fin dall’infanzia. Resta affascinato dal potere della fotografia e da un meticoloso lavoro di post-produzione digitale che gli permette di creare un nuovo forte mezzo di comunicazione che risulta spontaneo e libero da ogni regola. La fotografia è il mezzo che gli permette di creare opere d’arte di tecniche miste. Tra le mostre personali si ricorda: On the nature of things, A.MORE gallery, Milano (2021); Dystopia, Galleria Statuto 13, Milano (2018); Mud, Galleria Statuto 13, Milano (2017); Aquaticus, Galleria Statuto 13, Milano (2016). Ha inoltre partecipato a diverse Fiere d’arte tra cui: Unfair (2023), The Others (2023), Wopart (2022), Investec (2022), Art Verona (2021), SWAB (2021) e MIA Photo Fair (2021 e 2019).
www.aldosalucci.com

 
A.MORE gallery è stata fondata a settembre 2020 in Via Massena 19, nel cuore di Milano, vicino l’Arco della Pace. La galleria si occupa di arte contemporanea e promuove le opere di artisti nazionali e internazionali. La sua missione è quella di offrire e presentare, attraverso una ricerca apporfondita, artisti e opere d’arte potenti e di grande impatto che possano incuriosire amanti dell’arte e collezionisti. L’obiettivo è infatti quello di mostrare nuove prospettive nell’ambito dell’arte contemporanea e proporre solidi investimenti per il futuro.
www.a-more.gallery


INFORMAZIONI MOSTRA
CORPI IN ATTESA
Mostra personale di Aldo Salucci
A cura di Domenico de Chirico
A.MORE gallery | Via A. Massena, 19 Milano 
7 marzo – 31 maggio 2024
Inaugurazione: mercoledì 6 marzo dalle 18.00
Orari: Martedì 17.00-19.00 | Mercoledì 15.00-19.00 | Venerdì 10.00-13.00/15.00-19.00 | Sabato 10.00-13.00
Ingresso gratuito
 
UFFICIO STAMPA
Laura Cometa

Giuseppe Picone

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La mia vita a passi di danza

(Gremese Editore)

La biografia appassionata che una delle nostre étoiles più luminose consegna a tutti gli appassionati: esce per Gremese “La mia vita a passi di danza” di Giuseppe Picone, un diario di vita affascinante, ricolmo di tanti – vari e veri – accadimenti, sopra e fuori il palcoscenico.Con la prefazione di Beppe Menegatti, Giuseppe Picone traccia un percorso artistico e umano pieno di enormi soddisfazioni, tra incontri speciali e tournées in giro per il mondo ma anche momenti duri e pillole amare, come quello della lunga degenza a New York che ha messo a repentaglio la sua carriera, o la difficile direzione del corpo di ballo del San Carlo, incarico che ha svolto dal 2016 al 2020. Nato in provincia di Napoli, Picone entrò giovanissimo alla scuola di ballo del Teatro San Carlo, infaticabilmente sostenuto dal maggiore dei suoi fratelli, Lello, a cui questo libro è dedicato. Il suo primo importante ruolo gli fu affidato ad appena dodici anni, con l’interpretazione di Nižinskij fanciullo in un balletto diretto da Menegatti ed interpretato da Carla Fracci, Vladimir Vasil’ev ed Eric Vu-An. Un’esistenza, la sua, da sempre vissuta in nome della danza che lo ha condotto verso una carriera trentennale trascorsa in giro per il mondo all’interno di prestigiose compagnie – dal Ballet National de Nancy all’English National Ballet, fino all’American Ballet Theatre – e che gli ha permesso di incontrare grandi coreografi e alcuni straordinari compagni di lavoro. Il volume è un racconto caratterizzato da un’amabile schiettezza e intriso di numerosi aneddoti, integrato da un ricco apparato fotografico che ne delinea gli episodi, nel pubblico e privato, maggiormente salienti. Un itinerario che Picone analizza con un originale spirito alla luce di acquisite emergenze interiori che lo hanno guidato verso scelte difficili e gli hanno permesso di superare gli ostacoli di un mondo difficile, ma sempre con una forte e intrinseca motivazione: “Non si può chiedere a noi stessi di dimenticare: le esperienze vanno semplicemente ricollocate, rimesse al posto giusto, con la maturità acquisita e alla luce delle esperienze successive. La danza è stata per me, fin da piccolo, la mia felicità, l’ancora di salvataggio, la passio­ne più grande che avrei mai potuto sperimentare”. La presentazione ufficiale del libro avrà luogo domenica 25 febbraio alle ore 11.00 a Firenze all’interno della manifestazione “Danzainfiera” (area talk). Insieme all’autore interverranno Raffaella Tramontano e Sara Zuccari.
SCHEDA Titolo: La mia vita a passi di danzaAutore: Giuseppe PiconeCasa editrice: GremeseCollana: DialoghiVolume: BrossuraPagine: 160ISBN: 978-88-6692-196-7Prezzo: € 20,00

Celebrazione in Grecia per gli 80 anni del dramma dell’Oria

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Delegazione da Vaiano per ricordare i numerosi giovani

della Val di Bisenzio che persero la vita

“Memoria necessaria per difendere il valore della pace”

Vaiano, 13  febbraio 2024 – Era il 12 febbraio 1944 quando nel mare greco, in prossimità di Capo Sounion, una violenta tempesta provocò il naufragio dell’Oria, un piroscafo norvegese requisito dai tedeschi. A bordo c’erano oltre 4000 soldati italiani destinati alla deportazione nei campi di prigionia del terzo Reich perché, dopo l’8 settembre, si erano rifiutati di aderire alla Repubblica Sociale Italiana. Tra loro numerosi giovani provenienti dalla Val di Bisenzio. Due nomi per tutti: quello diDino Menicacci di Vaiano e quello di Giuseppe Doni de La Briglia.

Il filo di questa tragedia è stato riannodato qualche anno fa quando un sommozzatore ritrovò la gavetta di Dino Menicacci nei pressi del relitto, ne seguì la consegna alla Fondazione CDSE che si è impegnata con determinazione per il recupero della memoria di questo episodio drammatico.

Domenica, a ottant’anni dal naufragio, per ricordare i quattromila giovani soldati che persero la vita, a Saronikos nei pressi di Capo Sounion, presso il monumento in ricordo dei caduti dell’Oria, si è tenuta una solenne cerimonia. Ha partecipato anche una delegazione del Comune di Vaiano, con Fabiana Fioravanti, assessora alla Cultura, e Giulio Bellini, assessore alla Politiche sociali e presidente del CDSE, insieme a Luisa Ciardi e Alessia Cecconi della Fondazione. “È una necessità mantenere la memoria di episodi come questi e coltivare il ricordo di giovani come Dino Menicacci e Giuseppe Doni – mettono in evidenza gli assessori Fioravanti e Bellini – anche così di difende quel valore della pace che oggi più che mai deve essere messo in primo piano”.

Il CDSE, da dodici anni, segue le ricerche dei dispersi toscani e nel tempo ha promosso molte iniziative per la sensibilizzazione e il ricordo di questa tragedia. Per questo la direttrice, Alessia Cecconi, ha tenuto il discorso a nome della Rete dei familiari, insieme alle varie autorità civili e militari. 

Il piroscafo Oria, 2000 tonnellate, era stato varato nel 1920.  Requisito dai tedeschi, salpò l’11 febbraio 1944 da Rodi alle 17,40 per il Pireo. A bordo gli oltre 4000 prigionieri con 90 tedeschi di guardia o di passaggio e l’equipaggio norvegese.

L’indomani, 12 febbraio, colto da una tempesta, il piroscafo affondò presso Capo Sounion, a 25 miglia dalla destinazione finale, dopo essersi incagliato nei bassi fondali. I soccorsi, ostacolati dalle pessime condizioni meteo, consentirono di salvare solo 37 italiani, 6 tedeschi, un greco, 5 uomini dell’equipaggio, incluso il comandante Bearne Rasmussen e il primo ufficiale di macchina.

Tessile: Mazzetti (FI), “Fondamentale tutelare in Europa il distretto vocato a riciclo”

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Proseguono le visite nelle aziende da parte di Mazzetti, componente VIII Commissione ambiente e responsabile dipartimento lavori pubblici di Forza Italia: “Emergenza non è passata, serve decreto”.

Prato, 13 feb. – “L’emergenza alluvione in Toscana non è passata. Per la piena ripartenza delle imprese, che stanno facendo sforzi ingenti per ripartire dopo i danni dell’alluvione, è determinante assicurare ristori in tempi veloci e certi; alcuni di questi, attraverso Simest, sono già stati richiesti e verranno erogati una volta completate le necessarie procedure di verifica”. Lo afferma l’On. Erica Mazzetti, componente VIII commissione ambiente, che sta conducendo una serie di visite nelle aziende pratesi, tra le quali alcune vincitrici dello Stefanino d’Oro quali Rifinizione Penny, Linsieme Filati, Pecci Filati. “Stiamo lavorando anche per sbloccare nuovi fondi con i ministeri competenti. L’obiettivo – riferisce – è arrivare a un decreto alluvione, anche in continuità con quello per l’Emilia-Romagna e l’Alto Mugello, con lo stesso commissario alla ricostruzione e le stesse modalità: solo in questo modo gestiremo la fuoriuscita dall’emergenza, con manutenzione, opere di mitigazione ma anche nuove infrastrutture affinché non succeda più”. Come emerso, una partita decisiva “è quella del regolamento europeo – hanno ricordato gli imprenditori a Mazzetti -. Oggi siamo nettamente contrari perché, concepito, andrebbe a frustrare e danneggiare le buone e plurisecolari pratiche e attività di riciclo, che ci contraddistinguono a livello mondiale. Bisogna dare certezze alla filiera e, quindi, per adesso il nostro è un secco no, pur lavorando assiduamente per migliorare in meglio la normativa europea così da valorizzare le attività del riciclo, che è la chiave per dare nuova vita ai materiali, nel rispetto degli imprenditori che già hanno investito in tecnologia e formazione. Da rivedere anche la norma sulla tracciabilità del prodotto, anch’essa rischia di essere controproducente”. “Mi sono state indicate come prioritarie – aggiunge Mazzetti – la semplificazione e la formazione degli studenti, fino ad oggi troppo scollegata dal lavoro e dai progressi della tecnologia. Gli Its possono essere un’opportunità da attivare a livello territoriale, facendo sistema”. “Ascoltare le imprese, come da trent’anni fa Forza Italia, è l’unico modo per fare buona politica e per proporre soluzioni concrete e incisive: continueremo così, raccogliendo idee, proposte, critiche e problemi, perché le imprese del distretto sono la nostra forza e devono essere tutelate, come il governo di Centrodestra ha iniziato a fare”, conclude la parlamentare pratese di Forza Italia.


Entra nel vivo Tradizione in Movimento 2024
La stagione concertistica del Musicus Concentus

Tra i primi nomi in Sala Vanni Širom, GNUT, Rachele Bastreghi (Baustelle) e Alessandro Baronciani e Alabaster dePlume. Tra le date fuori Firenze spiccano Bento al The Cage di Livorno per My Generation e poi, nell’ambito della collaborazione con MetJazz 2024 a Prato, Marc Ribot e Claudio Fasoli Next 4et.

Firenze, 13 febbraio 2024 – Promette molto bene la primissima parte del calendario della 32^ edizione di Tradizione in Movimento, la stagione concertistica del Musicus Concentus, realizzata con il contributo di Ministero della Cultura, Regione Toscana, Comune di Firenze, Città Metropolitana di Firenze e Fondazione CR Firenze.

Promette altrettanto bene la risposta del pubblico, che, dati alla mano, ha accolto con grande entusiasmo i primi nomi in calendario. Oltre al tutto esaurito per il concerto di Gnut sono davvero ottimi i numeri al boxoffice in questa prima parte della stagione.
Luogo imprescindibile della proposta del Musicus Concentus è la Sala Vanni di Piazza del Carmine, presidio culturale dell’Oltrarno fiorentino e del capoluogo toscano, senza però dimenticare le importanti collaborazioni che portano il Musicus “in trasferta” a Livorno e a Prato. Ma andiamo per ordine.

Il calendario prende il via in Sala Vanni venerdì 16 febbraio, dove spicca il concerto del trio sloveno Širom. Iztok Koren, Samo Kutin e Ana Kravanj suonano un folk “immaginario” e “proveniente da un universo parallelo” come amano dire loro stessi; o un “folk che sembra folk ma non lo è”, come ha scritto qualcun altro. D’altronde è già detto tutto nel loro nome: in sloveno Širom significa “andare lontano” e “dappertutto” e questa ampiezza semantica rende bene l’idea di una musica in movimento, capace di cogliere e intrecciare modi e influenze eterogenee, riportando la molteplicità a sintesi.
Nel repertorio del trio trova espressione un corpo sonoro vastissimo che non solo attinge alla tradizione – viola, ocarina, mizmar, ribab, daf, balafon, guembri, banjo, ghironda, liuto, tambura brač, carillon – ma si avvale anche di oggetti autocostruiti. A dispetto di tale ricchezza strumentale, il sound rimane minimalista e ha un che di sciamanico, muovendosi nella dialettica tra oscurità e luce, mistero e rivelazione. Le loro performance sono magnetiche e coinvolgono gli ascoltatori in un’esperienza rituale, potente e immersiva. The Liquified Throne Of Simplicity, il loro ultimo disco, è uscito nel 2022 per Tak:til / Glitterbea.

Nel giorno successivo, sabato 17 febbraio, in Sala Vanni si esibirà GNUT, artista apprezzatissimo dai giovani, il cui concerto ha registrato il tutto esaurito in prevendita da diverse settimane. Cantautore napoletano classe ’81, da anni calca le scene musicali seguendo il suo cammino, unico e personale: un songwriting che fa incontrare Nick Drake e Elliot Smith con la tradizione cantautorale italiana e la canzone napoletana di Roberto Murolo.
Nun te ne fa’ è il risultato di un lavoro di scrittura che ha preso il via nel 2014, grazie all’amicizia e ai forti legami artistici stretti con il poeta partenopeo Alessio Sollo e il singer songwriter inglese Piers Faccini. Quest’ultimo, già produttore del secondo album di GNUT Il rumore della luce, non solo è produttore e arrangiatore di questo disco ma accoglie GNUT nella sua etichetta Beating Drum dal 2018, con l’uscita del vinile in edizione limitata dell’EP Hear My Voice. Il titolo in napoletano significa “non dare troppo peso ai problemi”: un modo di dire che rappresenta anche una filosofia di vita che contraddistingue tutto il sud Italia e in particolare Napoli. Il concerto sarà introdotto dal live in solo di Emanuele Colandrea, cantante-autore della provincia di Latina.

La rassegna My Generation al The Cage di Livorno, che nelle prime due date di gennaio e febbraio ha registrato una grande affluenza di pubblico under 25, rappresenta ormai una delle più felici collaborazioni del Musicus Concentus. Sabato 24 febbraio in quello che è uno dei club musicali più longevi d’Italia si esibiranno i Bento, band è composta dai produttori e polistrumentisti “Trevize_” Francesco Barletta e “Coy” Umberto Coviello. Soundtrack, industrial, big beat, triphop, math rock, electronic/pop, afro/tribal: la loro musica miscela diversi generi mantenendo sempre uno stile elettronico. Il loro live è un’esperienza per l’ascoltatore, dove la ritmica ricercata come il sound design fanno da sfondo alle melodie profonde, emozionanti ed orecchiabili. I visual completano lo spettacolo accompagnando la musica e l’immaginazione dello spettatore

Tornando a Firenze spazio ad un nuovo, inedito, grande evento, che unisce musica e fumetti. Un giorno da Psychodonna è un concerto disegnato che nasce dalle canzoni di Psychodonna, il primo disco solista di Rachele Bastreghi (Baustelle), e dai disegni di Alessandro Baronciani.
Dopo il successo dei concerti disegnati con Colapesce e il concerto a fumetti di Quando tutto diventò blu insieme a Corrado Nuccini, Ilariuni dei Gomma e Her Skin, Alessandro Baronciani torna quindi sul palco, stavolta insieme a Rachele Bastreghi e al musicista e produttore Mario Conte.Lo spettacolo, in prima nazionale venerdì 1 marzo in Sala Vanni (ore 21:15), immagina un giorno nella vita di una ragazza che ha, finalmente, una “stanza tutta sua”, un posto dove rinascere ogni mattina, rivoluzionando e inventando un nuovo Mondo possibile dopo il tramonto. Un concerto mai visto prima, un live intimistico e trascinante per voce, piano ed elettronica dove Rachele Bastreghi e Mario Conte suoneranno dal vivo mentre Alessandro Baronciani disegnerà in diretta. La regia del suono è invece curata da Lorenzo Caperchi.

L’8 marzo va invece in scena, sempre in Sala Vanni,  Alabaster dePlume: pseudonimo di Angus Fairbairn, è musicista, poeta performativo, compositore e attivista, le cui performance dal vivo invitano un cast di musicisti in continua evoluzione. I suoi album includono Gold. Go Forward In The Courage of Your Love (2022), To Cy and Lee. Instrumentals Vol. 1 (2020) e Peach (2015). Originario di Manchester, vive a Londra e risiede presso il leggendario centro creativo Total Refreshment Centre. Registra per l’etichetta scozzese Lost Map, un’isola off-grid, e ora è l’ultimo arrivato nella crescente famiglia di esploratori musicali progressisti di International Anthem, con sede a Chicago.
Lo scorso 8 settembre ha fatto uscire, sempre sulla prestigiosa International Anthem, un nuovo disco: Come With Fierce Grace. Una serie di brani nati nelle stesse sessioni che avevano portato al precedente Gold, di cui rappresenta una versione più libera e impro, sempre ad alto tasso poetico.

Chiudono questa prima carrellata di anticipazioni i due concerti previsti per l’11 marzo al Fabbricone di Prato, nell’ambito della collaborazione con MetJazz 2024.  Sul palco del teatro pratese arrivano Marc Ribot e il Claudio Fasoli Next 4et.
Quando si parla di scena downtown, ci si riferisce a quella vivacissima stagione che vide convergere su Manhattan giovani musicisti innovatori e spregiudicati, che abbattevano i confini tra rock, punk, free, musica etnica, classica sperimentale, musica per il cinema, canzone. In questo fermento spiccavano i due più eccentrici, John Zorn e il chitarrista Marc Ribot (1954), entrambi decisi a rivendicare anche l’origine ebraica della loro cultura. A Ribot, occasionalmente anche cantante, si deve una rivoluzione sonica della chitarra, inconfondibile nei dischi dei Lounge Lizards, con Tom Waits quanto con i suoi Ceramic Dog, in cui mescola jazz e folklore cubano o noise e canzone. Ironico e disinvolto, Ribot ha letteralmente cambiato il suono della musica contemporanea, polverizzando i generi e conquistando nuovo pubblico alla musica d’oggi.

Di tutt’altro segno è la musica di Claudio Fasoli (1939), nella cui lunga carriera, dai fasti degli anni Settanta con il gruppo jazz-rock Perigeo ai meditati lavori acustici dagli anni Ottanta in poi, è visibile il filo rosso di un gusto asciutto per la melodia, di una fervida immaginazione armonica e di un lirismo sassofonistico tanto controllato quanto toccante. Il NeXt Quartet, che dirige da qualche anno, conferma le sue doti di compositore, la cui musica a maglie aperte concede tutto lo spazio necessario agli estrosi contributi degli altri musicisti, coprotagonista di uno dei gruppi più coesi della scena italiana. L’album NeXt ha vinto il Top Jazz 2021 come miglior disco italiano.

Sala Vanni (Firenze) Piazza del Carmine, 19.
Inizio concerti ore 21:15
prevendita 13 € + d.p
Biglietti in cassa (se disponibili): intero 20€
Ridotto under 25 16€
Prevendite Boxol.it

The Cage (Livorno)  Via del Vecchio Lazzeretto, 20.
Inizio concerti ore 22.30
Biglietto 10 € + d.p
Prevendite Ticketsms.it

Teatro Fabbricone (Prato) Via Ferdinando Targetti, 10.
Inizio concerti ore 21:00
prevendita 13/15 € + d.p
Biglietti in cassa (se disponibili): intero 20€
ridotto convenzioni/soci Coop/over 65/abbonati prosa
Prevendite www.metastasio.it

INTERCITY WINTER 2024

Il PROGETTO INTERCITY, che è sempre stato il progetto principale dell’associazione abbraccia l’intero anno e si sviluppa in tre fasi, diventando così un trittico artistico: il FESTIVAL INTERCITY, INTERCITY WINTER e infine INTERCITY SCUOLA DI TEATRO e INTERCITY CONNECTIONS, ossia i progetti formativi.

INTERCITY WINTER, dunque è la parte direttamente gestita dall’associazione Teatro della Limonaia, della stagione teatrale TRAM del Teatro Limonaia di Sesto Fiorentino.

  1. 24, 25 febbraio 2024 ore 20.30
  2. NUOVA PRODUZIONE

Dimitri Milopulos

in

DE PROFUNDIS

THE SOUND OF SILENCE

da De Profundis di Oscar Wilde

scene, luci, adattamento e regia Dimitri Milopulos

coreografie Giuseppe Iacoi

assistente alla regia Marta Giusti

  1. produzione Associazione Culturale Teatro della Limonaia

prima assoluta

La fine di un amore. Di un amore fatale. Di un amore tra due uomini. Due uomini tanto diversi tra di loro con due personalità talmente distanti da dare origine ad un campo elettromagnetico senza precedenti che gli avvicinerà a tale punto da renderli cechi. E questo loro incontro, questo loro avvicinarsi, sarà fatale. Porterà entrambi alla perdita della cosa più preziosa. La perdita dell’altro. E al silenzio.

Il mio lungo viaggio all’interno di questa “non opera” di Oscar Wilde, ha avuto inizio durante un altro importante viaggio; quello su 4.48 Psicosi di Sarah Kane. Ho avuto la necessità di interrompere il mio lavoro sul testo/testamento di Sarah, perché sentivo che per affrontarlo fino in fondo e portarlo in scena dovevo prima compiere un altro viaggio. Quello su quell’altro testo/testamento conosciuto sotto il titolo De Profundis. Viaggiare all’interno di quelle pagine così vere – si tratta di una lettera privata e non di un testo teatrale o di un romanzo – così piene di dolore e di sofferenza, così limpide e così oscure allo stesso tempo, per me è stato un immenso privilegio. E devo ammettere che spesso mi sentivo a disagio nel leggerle, perché leggere quelle pagine era davvero come entrare all’interno della vita di queste due persone, protagoniste di quelle pagine, di quelle vite, di quella tragedia, e spiarle.

Successivamente ho portato in scena una mia riduzione di quelle pagine sotto il titolo Dal profondo del mio cuore, in più versioni, con più attori. Queste pagine – questa lettera, è forse la lettera più lunga della storia, indirizzata a Bosie, nella quale il poeta attraversa la loro storia, attacca l’amante, se stesso, tira le somme, consiglia, rimpiange, si strazia, si libera; un’apologia dell’amore che tutto innalza e tutto distrugge.

Ora, a qualche anno da quella prima versione, con l’importante distacco a cui solo il tempo può portare, ho sentito il bisogno di affrontare nuovamente quelle pagine, allontanandole da me per avvicinarmi ancora di più, allontanando perfino il suo autore per poterle rendere autonome e universali.

Così nasce questa nuova, e assolutamente diversa dalle precedenti, versione di questa privata lettera, che mi troverà anche sul palco nelle vesti di “quel” uomo…

  1. D.M.
  1. 2, 3 marzo 2024 ore 21.15
  2. 11a EDIZIONE

SESTO JAZZ FESTIVAL

a cura della Scuola di Musica di Sesto Fiorentino “Bruno Bartoletti”

in collaborazione con Music Pool- Network Sonoro e Ass. Cult. Teatro della Limonaia

Anche nel 2024 Sesto Jazz Festival non tradirà le attese di tutti gli appassionati della musica afro-americana che da anni seguono con crescente interesse questa importante rassegna organizzata dalla Scuola di Musica di Sesto Fiorentino “Bruno Bartoletti” e collocata all’interno della programmazione di Intercity Winter. Il 2 e il 3 marzo sul palcoscenico del Teatro della Limonaia si avvicenderanno artisti di caratura internazionale e giovani di grande talento con una serie di proposte che, insieme alle consuete manifestazioni collaterali come i concerti aperitivo e le master-class, offriranno una affascinante panoramica dello “stato dell’arte” del Jazz di oggi.

2 marzo 2024 ore 21.00

TONINHO HORTA QUARTET

Toninho Horta – chitarra, voce
Pietro Tonolo – sax tenore, sax soprano, flauto
Alfredo Paixao – basso elettrico
Jorge Rossy – batteria

3 marzo 2024 ore 21.00

FRANCESCO PONTICELLI – MEGAPASCAL

Samuele Cyma – voce
Enrico Zanisi – pianoforte
Francesco Ponticelli – contrabbasso
Giovanni Jacovella – batteria

9 marzo 2024 ore 20.30

  1. 2a EDIZIONE

TONDELLI READING

Seconda Edizione

a cura di Bruno Casini e Cricket’s Lullaby

Ingresso gratuito su prenotazione

Tondelli Reading è un appuntamento annuale di Intercity Winter dell’associazione culturale Teatro della Limonaia. Tondelli Reading è una serata di letture e non solo, un happening dedicato allo scrittore emiliano, in occasione della 3a edizione rivista e ampliata di Tondelli e la musica, colonne sonore per gli anni ’80 a cura di Bruno Casini (Interno4 edizioni).

Partecipano:

Alessandro Agostinelli (Festival del Viaggio), Annamaria Ricci e Silvia Orlandi, Sara Modesti (Cricket’s Lullaby), Nicola Vannini (Soul Hunters), Vincenzo Striano (Hottanta Remix), Patrizia Asproni (Culture manager), Stefano Magnaschi (Cricket’s Lullaby), Luca Locati Luciani (Centro Documentazione Aldo Mieli Carrara), Michele Rossi (Gabinetto Viesseux), Roberta Perugini (Libraccio Firenze), Dorothea Bruno, Andrea Sbandati (Hottanta Remix), Dimitri Milopulos (regista), Cesare Pergola (artista e regista), Antonella De Pascale (artista), Barbara Pignotti (attrice), Valerio Aiolli (scrittore), Bruno Casini (scrittore), Andrea Rega (attore), Giovanni Bogani (Critico Cinematografico e scrittore).

Special guest:

Crichet’s Lullaby in un concerto dedicato a Brian Eno

in collaborazione con Music Pool e Hottanta Remix

Sara Modesti (voce)

Stefano Magnaschi (basso)

Giacomo Aloigi (piano e synth)

saranno accompagnati sul palco da Tommaso Damianou (chitarre).

I Crickets’ Lullaby tornano sul palco del Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino per il secondo anno consecutivo, a omaggiare Pier Vittorio Tondelli attraverso l’esecuzione di brani di artisti amati dallo scrittore di Correggio. Per questa edizione 2024 del “Tondelli reading” proporranno un set dedicato interamente a Brian Eno, con pezzi scelti da due dei suoi album più significativi e influenti per tutta la musica d’avanguardia (ma non solo) degli anni Settanta e Ottanta: “Another Green World” e “Before and after scienze”.

Pier Vittorio Tondelli ci ha fatto capire attraverso la sua scrittura che la Musica è stata la colonna sonora della nostra vita in ogni momento felice o difficile.

Sto per ore e giorni e notti a inseguire una parola, quella sola parola. Non mi interessano le trame, i plot, quelle stronzatine lì. Roba da televisione, io non perdo tempo dietro a delle sceneggiate da terzo mondo, che roba! Io vado con l’orecchio. Cerco semplicemente di far sì che le parole mute della pagina diffondano il loro suono, la loro voce. Così che si crei un ronzio cerebrale, che è la musica della pagina, il suo ritmo. Io cerco il ritmo, la musica dei miei anni, cerco di avere una frase che si possa cantare in testa, sì cantare, la stessa identica cosa. Io faccio musica con le mie parole.

Pier Vittorio Tondelli

  1. 10 marzo 2024 ore 20.30
  2. PRIMA REGIONALE

Antonello Taurino

In

COMEDIAN

Quasi uno stand-up Comedy Show…

di Carlo Turati e Antonello Taurino

regia di Antonello Taurino

Continuavano a ripetergli: “Fai una comicità troppo colta, alta, intelligente” (strano, per lui il top sono Franco&Ciccio); ma ad Antonello Taurino, noto per “Il Clerico vagante”, “I mestieri più stupidi del mondo”, “Il professore”, “Il Teatro senza Conflitto” a Zelig Arcimboldi, e per i tanti spettacoli comici in Teatro con cui ha girato l’Italia negli ultimi dieci anni, conveniva tener fede alla nomea ormai radicata.

Nasce così nel 2008, dopo un’estate passata interamente al Fringe Festival di Edimburgo, COMEDIAN, un recital in stile Stand-up Comedy in cui il nostro, per darsi un tono, azzarda un raffinato omaggio agli stand-up Comedian anglosassoni. Ma “Stand-up Comedian” è termine che da noi in italiano è traducibile semplicemente come “comico” o “cabarettista”: da lì l’idea che, con questa “Stand-up Comedy” si può al massimo giocare consapevolmente a un rispettoso “quasi”, a un “proviamo a fare come se…”

Quindi: microfono, asta, niente scenografia, e i racconti della sua vita di comico, attore e docente trapiantato da Lecce a Milano. Poi le gaffes del CLERICO VAGANTE, “I mestieri più stupidi del mondo” e l’idea di una fiction su Gesù, le immagini più significative della sperimentazione artistica del Novecento e magari, per far infuriare i puristi, qualche canzone… Un recital che, costantemente aggiornato, da anni gira l’Italia mietendo successi su palchi come lo “Zelig”, per approdare poi anche in Svizzera (tedesca!) a New York City, Parigi, Londra, Amsterdam e, nella versione inglese, perfino al mitico FRINGE Festival di Edimburgo, dove calca i palchi dei grandi Comedians anglosassoni. E dulcis in fundo, in una birreria salentina di un suo cugino pregiudicato, dove viene pagato in melanzane.

Vincitore del “Primo Premio Assoluto” al Festival Nazionali del Cabaret di Aversa e del “Premio della Critica” in quelli di Martina Franca e Gallarate, è un artista a tutto tondo che sarebbe riduttivo definire “comico”. Insomma, uno che ha tanta confusione in testa, ma lui riesce a spacciarla per “multiforme poliedricità”.

Se fosse nato in America, sarebbe ricco, famoso e venerato.”

Il Corriere della Sera”

Se i marziani avessero gusti comici, Taurino sarebbe il loro preferito.”

The New York Times”

23, 24 marzo ore 20.30

  1. NUOVA PRODUZIONE

Valentina Banci

in

STAR

LA VOCE UMANA

da Jean Cocteau

scene, luci e regia Dimitri Milopulos

assistente alla regia Marta Giusti

traduzione Marisa Zini

drammaturgia e adattamento del testo originale di Jean Cocteau,

con interferenze di Marilyn Monroe e di Barbara Nativi, di Dimitri Milopulos

trucco Luca Borgioli

parrucche Daniel Bertozzi

  1. produzione Associazione Culturale Teatro della Limonaia
  2. prima assoluta

La fine di un amore.

In scena una donna.

In scena un telefono.

In scena qualcuno in linea.

Il resto è… silenzio.

Versione rivisitata del classico di Cocteau che, nei suoi 94 anni di storia, ha visto tantissime trasposizioni teatrali a partire dal suo debutto il 15 febbraio del 1930 al Théâtre de la Comédie-Française, nonché operistiche e infine cinematografiche iniziando dal noto film di Rossellini con Anna Magnani fino all’ultima versione di Almodovar con Tilda Swinton.

In questo caso l’incontro artistico avviene tra Dimitri Milopulos e Valentina Banci già complici nel lavoro su 4:48 Psicosi di Sarah Kane qualche anno fa.

La storia è nota: una lunga telefonata tra una donna e un uomo che l’ha appena lasciata. Un monologo disperato, o meglio un dialogo di cui il pubblico sente la voce solo di uno dei due interlocutori, dovendo immaginare quella dell’altro. Ogni sospensione, ogni silenzio, ogni pausa diventano più che mai parole.

Lei, nella versione originale di Cocteau, è una donna comune che vive un dolore comune, in una situazione comune. Per usare le parole dell’autore “il personaggio è una vittima mediocre, totalmente innamorata, che tenta un solo inganno: tendere un appiglio all’uomo perché confessi la sua menzogna e non le lasci quel meschino ricordo”.

Ma, in questa nuova versione ideata da Dimitri Milopulos le cose si complicano ulteriormente perché “la vittima” è tutt’altro che mediocre. E la situazione non è una situazione comune. Lei non è una donna comune. L’altro interlocutore non è un uomo comune.

La telefonata ha luogo nella camera da letto di Marilyn Monroe, al 12305 Fifth Helena Drive, Brentwood, Los Angeles, California ed è il 4 agosto 1962 alle ore 21.

Dall’altra parte della linea c’è …

INTERCITY WINTER PER I PIÙ PICCOLI

25 febbraio 2024 ore 16

  1. PRODUZIONE INTERCITY DUBLIN 2023
  2. Intercity Young

IRLANDA IN FABULA

di Enrica Pecchioli

con Enrica Pecchioli, Gioele Gaggio e la partecipazione di Emma Tarducci

collaborazione drammaturgica Stefania Tidda

consulente musicale Claudia Guarducci

scenografia e luci Simone Zini

assistente alla regia Stefania Tidda

produzione Associazione Culturale Teatro della Limonaia

fascia di età 5-11 anni

Si ringraziano per il contributo alla realizzazione dello spettacolo: Libreria Rinascita, LibLab, Rumore, Magosvago, Bobby-Bubble Tea e Mandorla&Limone

Il progetto per bambini all’interno del Festival Intercity alla scoperta delle fiabe popolari delle varie nazioni del mondo continua, dopo Italia (2021) e Canada (2022) nel 2023 la tappa è stata l’Irlanda!

Le fiabe irlandesi rappresentano una letteratura tradizionale tra le più ricche al mondo.

Folletti, gnomi, fate e leprecauni: le storie sono ricche di questi personaggi magici, un po’ socievoli ma anche dispettosi. Popolate di santi che in quell’isola di smeraldo benedetta dal cielo hanno scelto e percorso strade colme di bellezza, di drammi e di suoni celestiali. Viaggi strani e misteriosi alla comprensione umana in paesaggi e luoghi incantati. I racconti e le storie per bambini sono dense di elementi fantastici e di incredibili personaggi che trasportano chi guarda e ascolta a scoprire un mondo diviso tra immaginario e realtà che porta in sé i pensieri più semplici, profondi e imprescindibili dalle generazioni.

non credere all’esistenza degli spiriti è la cosa più sciocca che un uomo, una donna e un* bambin* possano mai fare

Con queste parole inizia il viaggio di Gioele, protagonista della nostra storia, che per un errore del fato approda in Irlanda sognando Ibiza… tra risate, magici incontri, colpi di scena e riflessioni sul senso della vita… il giovane eroe compie il suo viaggio.

TEATRO DELLA LIMONAIA

Via Gramsci 426, Sesto Fiorentino (FI)

055 440852 – 346 0384884

info@teatrodellalimonaia.itwww.teatrodellalimonaia.it

Biglietti

16 intero, € 13 ridotto (Arci, Coop, Feltrinelli, Allievi scuola Intercity)

Spettacoli ragazzi€ 8 biglietto unico

Tondelli Readingingresso libero su prenotazione

Sesto Jazz Festival € 15 intero, € 13 ridotto

E-state Insieme, 500 mila euro per la realizzazione di centri estivi, aperti anche ai bambini in fuga da Paesi di guerra

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Fino al 29 marzo le associazioni del Terzo Settore con le scuole possono candidare i loro progetti   

Centri estivi dove imparare musica e teatro, avvicinarsi ai mestieri dell’artigianato o anche le nuove tecnologie, dove praticare sport o dove trascorrere una vacanza insieme agli amici. Torna per la sesta edizione il bando E-state Insieme di Fondazione CR Firenze che mette a disposizione 500 mila euro per le attività proposte a bambini e ragazzi durante la pausa estiva. Fino al 29 marzo 2024 le associazioni del Terzo Settore e le scuole possono presentare i loro progetti destinati ai loro studenti dagli 8 ai 13 anni.

Lo scorso anno il bando ha dato la possibilità di organizzare sul territorio della Città metropolitana di Firenze e delle Province di Arezzo e Grosseto 42 centri estivi.

In questa edizione il bando E-state Insieme intende aprire la possibilità di partecipare ai centri estivi anche a bambine e bambini vittime dei Paesi in conflitto.

Le proposte dovranno coinvolgere in modo prioritario minori in situazioni di fragilità economico-sociale e di povertà educativa anche su indicazione dei servizi sociali ed è importante che prevedano il coinvolgimento degli studenti con disabilità.

Sono ammessi corsi, stage, seminari, laboratori pratici, che avvicinino a scopo orientativo ad attività artigianali e delle professioni di ogni tipo come anche attività educative e ricreative a carattere residenziale in rifugi e ostelli. Sono previsti progetti che avvicinino alle arti performative (teatro, cinema, documentari, musica, danza) attraverso corsi tenuti da personale qualificato come anche attività di avvicinamento allo sport. L’obiettivo finale è di dare l’opportunità a tanti bambini e ragazzi di sfruttare l’estate per fare nuove scoperte, di muoversi all’aria aperta, di divertirsi insieme ai coetanei e organizzare al meglio il loro tempo libero rispondendo alle esigenze organizzative delle famiglie.

Springs to Come

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di Ryan Heshka

A cura di Ivan Quaroni

15 febbraio – 28 marzo 2024

ANTONIO COLOMBO ARTE CONTEMPORANEA

Via Solferino 44, Milano

Giovedì 15 febbraio 2024, ore 18.00

Inaugurazione della mostra

Dal 15 febbraio al 28 marzo 2024 la galleria Antonio Colombo Arte Contemporanea presenta Springs to Come, mostra personale di Ryan Heshka a cura di Ivan Quaroni. La pittura dell’artista canadese Ryan Heshka si fa portavoce di un universo fantasticoun mondo folle e selvaggio popolato da pin-up mascherate, temibili femmes fatales, bizzarre chimere, mostri spaziali, supereroi e subumani: variazioni genetiche di ogni sorta, incroci, innesti, ibridi di un’umanità mutata – forse sopravvissuta alla catastrofe prodotta da una singolarità tecnologica – ma anche di una fauna e di una flora riadattate a nuove condizioni di vita. Condizioni che producono una variopinta gamma di forme organiche, un campionario di specie promiscue e spurie che incarnano il sogno darwinista di un’evoluzione inarrestabile. Per dirla con le parole di Ryan Heshka, “la prima generazione di nuove forme di vita, dopo la fine del mondo”. Nella mostra Springs to Come – la quinta dedicata all’artista negli spazi della galleria Antonio Colombo Arte Contemporanea – sono esposte circa trenta opere, tra olii su tela e tavola e tecniche miste, gouache e matite su carta, che rappresentano la recente produzione di Heshka.Accantonati i toni dark di Midnight Movie (la precedente esposizione del 2018 nella Galleria), Ryan Heshka si lascia guidare questa volta dall’idea di una rinascita, insieme formale e creativa, che ruota attorno ai concetti di germinazionefioritura e proliferazione che prendono corpo non solo nell’invenzione di personaggi inediti, ma anche nella definizione di nuove idee. È infatti una primavera, quella a cui allude il titolo dell’esposizione, visibile soprattutto nella tavolozza di colori straordinariamente vivaci e luminosi dei suoi dipinti e nella scelta di ambientare le sue storie in un paesaggio naturale a metà tra un eden post-apocalittico e un Giardino delle delizie alieno. Completano la mostra una serie di schizzi, studi, bozze e progetti su carta che illustrano il procedimento creativo dell’artista, definito come “un metodo organico, basato su una pianificazione rigorosa” e, allo stesso tempo, come “qualcosa di simile al piantare molti semi, sperando che alcuni di essi mettano radici”, insomma una germinante disseminazione immaginifica che è come un annuncio di primavera dopo un lungo inverno.Ryan Heshka, Eden Redux, 2023, olio su tela, 60×45 cm 
Ryan Heshka è nato a Manitoba, in Canada nel 1970, e vive e lavora a Vancouver. Ha studiato Architettura e conseguito una laurea in Interior Design lavorando per molti anni in questo settore, oltre che nell’animazione, prima di fare dell’arte e dell’illustrazione le sue principali attività. I suoi lavori sono influenzati dai fumetti della Golden Age (tra i suoi artisti preferiti Jack Kirby, Bill Everett e Basil Wolverton), dalle riviste scandalistiche (Frank R.Paul), dai libri per bambini (Dr. Seuss), dai film con mostri e dai B-movie (come quelli di Ray Harryhausen o le pellicole su King Kong e Dracula) e da vecchie pubblicità e manifesti vintage, tutti elementi che hanno plasmato il suo originale stile artistico. Al di fuori della cultura pop, altre influenze includono il mondo naturale, il design industriale e architettonico, e la moda. Durante l’infanzia, oltre a disegnare, Heshka si divertiva a costruire modelli di piccole città, che filmava con la tecnica dello stop motion in Super 8 mm per creare un proprio mondo fantastico. I suoi lavori sono stati pubblicati nei più importanti annuali di illustrazione, tra cui American Illustration, Society of Illustrators, Communication Arts, 3 x 3 e Applied Arts, oltre che sulle pagine di riviste come Vanity Fair, Wall Street Journal, The New York Times, Playboy, Esquire, Forbes, Topps e Dreamworks SKG. Ha esposto in gallerie nel Nord America e in Europa, ed è stato pubblicato numerose volte sulla rivista BLAB! e su alcuni libri dedicati al movimento del Pop Surrealism, tra cui The Upset: Young Contemporary Art di Robert Klanten e Beautiful Dreamers: Il nuovo sogno americano tra Lowbrow Art e Pop Surrealism, di Ivan Quaroni. Nel 2017 l’editore Cernunnos ha pubblicato la sua prima monografia, intitolata Fatales: The Art of Ryan Heshka. L’artista ha, inoltre, pubblicato il fumetto e “Mean Girls Club” (2015), la graphic novel “Mean Girls Club: Pink Dawn” (2018) e i fumetti autoprodotti “Frog Wife” (2018) e “Pleasure Planet” (2021).

Ryan Heshka, Voice of Bloom, 2023, olio su tela, 60×45 cm 

Ryan Heshka, Winter Swamp Oasis, 2023-2024, olio su tela, 127×97 cm 

INFORMAZIONI
Springs to Come
Mostra personale di Ryan Heshka
A cura di Ivan Quaroni
15 febbraio – 28 marzo 2024 
Inaugurazione: giovedì 15 febbraio, ore 18.00 

colomboarte.com

I cenciaioli di Beppe Allocca. Al Mumat di Vernio

“Genesi del Rigenero” domenica 18 febbraio

E prima la visita guidata al Museo con Luisa Ciardi della Fondazione CDSE

Vernio, 13 febbraio 2024 – Sono un ‘artigiano teatrante’, così si definisce Beppe Allocca, autore e interprete dello spettacolo che racconta la storia dei cenciaioli pratesi partendo dal 1850, dagli artigiani che riciclavano indumenti usati per ottenere nuovo filato.

 “Genesi del Rigenero”, questo il titolo della pièce, è il monologo che Beppe Allocca mette in scena domenica 18 febbraio alle 17.30 al Mumat, Museo delle macchine tessili, di Vernio.  Alle 16.30 è prevista la visita guidata al Museo con Luisa Ciardi, storica della Fondazione CDSE.

“La storia del riciclo su cui si basa la fortuna della Val di Bisenzio e di tutto il pratese, raccontata attraverso tante altre storie che fanno riflettere e sorridere – spiega l’assessore alla Cultura del Comune di Vernio, Maria Lucarini – Con la Fondazione CDSE portiamo a Vernio un lavoro che ha già vinto il premio Spiriti Fringe al Roma Fringe Festival 2023 e che recentemente è stato selezionato per il festival del teatro italiano di New York che si svolgerà fra aprile e maggio”.

Chi sono i cenciaioli? Cosa vuol dire riciclare scarti tessili? E perché tutto ha avuto inizio a Prato? Da qui parte lo spettacolo che attraversa anche tematiche come la sostenibilità delle filiere e nodi complessi come la sovrapproduzione e la fast-fashion. Molti personaggi – dal Re Sole ai contadini, ai buoni artigiani e perfino bottoni e cuciture – prenderanno vita sul palcoscenico.

Ingresso libero, iscrizione obbligatoria su www.visitvalbisenzio.it.