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Capitale italiana cultura 2026: Valdichiana senese, domani a Roma l’audizione finale

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Lo sprint finale lanciato nel corso di un incontro con l’Unione dei Comuni promosso dal presidente del Consiglio Regionale Antonio Mazzeo, a cui hanno partecipato, oltre ai membri dell’ufficio di presidenza, capigruppo e consiglieri del territorio, anche i parlamentari toscani

Firenze – È il momento dell’audizione finale per Valdichiana 2026, candidata a Capitale italiana della cultura. Domani, martedì 5 marzo, ore 15.15, sarà la sala Spadolini del Ministero della Cultura, in Roma, ad accogliere la presentazione del dossier di candidatura, di fronte alla giuria che valuterà i dieci progetti finalisti.

E in vista di questo appuntamento decisivo, stamani le istituzioni regionali (Giunta e Consiglio), consiglieri regionali del territorio e parlamentari della Toscana hanno voluto confermare, attraverso un momento di confronto con i sindaci interessati, il loro sostegno concreto alla candidatura, e hanno colto l’occasione per augurare “in bocca al lupo” all’Unione dei Comuni Valdichiana senese che è stata il motore della candidatura.

L’incontro odierno è stato promosso dal presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, quale ultimo tassello di un percorso iniziato alcune settimane fa, che ha visto prima un momento di confronto con l’Unione dei Comuni e poi, in Aula, l’approvazione unanime di una mozione a sostegno della candidatura del territorio della provincia di Siena.

Come è stato sottolineato nel corso della riunione, il sostegno alla candidatura della Valdichiana senese è stato deciso perché il progetto messo in campo è non solo di valenza culturale, ma anche di valenza sociale. La sindaca di San Casciano dei Bagni, Agnese Carletti, presidente dell’Unione dei Comuni, ha infatti spiegato che il progetto di candidatura guarda lontano, con iniziative che mirano allo sviluppo sostenibile del territorio e a contrastare lo spopolamento dei comuni.

Al meeting on line, oltre al presidente Mazzeo e ai sindaci della Valdichiana Senese, hanno aderito i membri dell’ufficio di presidenza del Consiglio regionale della Toscana, i capigruppo, i consiglieri del territorio Anna Paris, Elena Rosignoli e Stefano Scaramelli. Sono poi intervenuti o hanno aderito inviando un messaggio anche i parlamentari toscani Andrea Barabotti, Deborah Bergamini, Simona Bonafé, Francesco Bonifazi, Silvio Franceschelli, Emiliano Fossi, Marco Furfaro, Federico Gianassi, Letizia Gorgianni, Francesco Michelotti, Dario Parrini, Marco Simiani, Ylenia Zambito.

Prato Società sportive, pubblicato il bando per il riconoscimento di un indennizzo per il mancato utilizzo nel corso del 2023 di spazi sportivi comunali

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Il Comune di Prato ha pubblicato il bando pubblico attraverso il quale le associazioni sportive, le società sportive e gli enti di promozione sportiva locali potranno presentare domanda per ottenere un indennizzo per il mancato utilizzo, nel corso del 2023, di spazi sportivi comunali a loro assegnati.

L’indennizzo vuole coprire i costi legati alla ricollocazione temporanea di attività svolte nel 2023 presso altre strutture più onerose, a causa dell’indisponibilità degli impianti sportivi per eventi di natura straordinaria non imputabili al gestore.

La domanda dovrà essere presentata  entro le 13 del 2 aprile 2024, tramite PEC all’indirizzo comune.prato@postacert.toscana.it, tramite email all’indirizzo serviziosport@comune.prato.it o con consegna a mano o a mezzo posta con raccomandata A/R all’Ufficio Protocollo Generale del Comune di Prato – Piazza del Pesce n. 9, CAP 59100 Prato.

La modulistica è scaricabile al link https://www2.comune.prato.it/avvisi/avvisi-pubblicati-nel-2024/archivio17_17_775_446_25.html

Pe rinformazioni è possibile ​scrivere all’indirizzo email serviziosport@comune.prato.it oppure chiamare il numero 0574 1835033 dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 13.00.

Frana sulla SR 325, la viabilità alternativa per il traffico veicolare e il trasporto merci

Tanti i pendolari e gli studenti stamani alla stazione ferroviaria di Vaiano. La raccomandazione è di utilizzare le possibilità bus-treno messe a disposizione. Tutti sono invitati alla massima cautela e pazienza.

Dopo interlocuzioni, sperimentazioni e due tavoli di crisi convocati tra sabato e domenica a seguito della seconda frana avvenuta sulla SR325 tra Camino e La Briglia – la prima è sempre all’altezza di Sasseta ed è ancora in fase di ripristino –  il Comune di Prato ha emesso ieri sera ordinanza che istituisce il senso unico a scendere dalla collina verso Prato con divieto di sosta nel centro dell’abitato di Figline che può essere percorso a doppio senso fino alla rotatoria verso via Malcantone e Vignone. Il Comune di Vaiano ha confermato il provvedimento per la tratta Via di Faltugnano-Via di Fabio che si percorre a senso unico in direzione nord, Vaiano. Si torna alla regolamentazione adottata nelle fasi  immediatamente successive al verificarsi del dissesto.

Il trasporto merci – solo ed esclusivamentee fino a 35 q – si svolgerà in direzione sud/nord sulla via di Faltugnano per i mezzi che hanno altezza non superiore a 2,80. Per i veicoli per trasporto merci fino a 35 q. superiore a 2,80 m è previsto un corridoio sotto scorta degli organi di polizia stradale in orari di minor traffico.

“La situazione veicolare in questi giorni in attesa della riapertura di almeno una corsia a sud della frana non sarà affatto semplice – spiega l’assessore alla Mobilità Flora Leoni – Stamani pendolari e studenti hanno affollato la stazione di Vaiano, dove treni con carrozze aggiuntive li hanno trasportati in sicurezza verso Prato. Alla stazione i bus di Autolinee Toscane erano organizzati per in numero adeguato rispetto alle previsioni stabilite per accompagnarli alle destinazioni. Fino a questo momento l’integrazione del biglietto bus/treno e l’intermodalità ha dimostrato la propria efficienza al punto da costituire una sperimentazione da supportare per il organizzazione tra ferro e gomma. Sul fronte della viabilità alternativa nel Comune di Prato, a parte un momento di congetionamento intorno alle 8 e quindi in corrispondenza dell’orario di punta, il resto della mattinata si è svolto in maniera abbastanza ordinata e regolare”.

Sul versante del ripristino della frana è in corso il disgaggiamento dei massi presenti sul fronte della collina, che consentirà una valutazione più puntuale sulle tempestiche legate alla messa in sicurezza della parete rocciosa.

La raccomandazione è di utilizzare per chi può le possibilità bus-treno messe a disposizione: sconsigliato anche mettersi in movimento negli orari di punta se possibile. Tutti sono invitati alla massima cautela e pazienza. 

“L’Ufficio Scolastico Regionale riconosca la peculiarità di Prato: no a tagli di insegnanti e personale ausiliario da parte dello Stato”

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Per effetto della denatalità il numero delle iscrizioni al nuovo anno scolastico è leggermente inferiore e questo può tradursi per l’USP in meno personale, senza fare i conti con i 250 ragazzi che arrivano in corso d’anno e i 30mila sui banchi

Una popolazione scolastica che cresce in alcune zone della città e diminuisce in altre, ma con un saldo finale che alla chiusura delle iscrizioni, il 10 febbraio, segna un -150 bambini e ragazzi a scuola il prossimo anno scolastico. Tutto questo può tradursi anche in meno insegnanti e personale amministrativo, tecnico e ausiliario ATA,  di competenza statale,  rispetto alla dotazione attuale, senza tener conto però del fenomeno degli arrivi in corso d’anno, che a Prato è davvero fuori norma, tra i 200 e i 250 bambini e ragazzi in più, a cui per legge va assegnato un banco. Senza contare che anche se leggermente in diminuzione, Prato ha comunque una delle popolazioni scolastiche più alte del Centro Italia, con circa 30mila studenti dai nidi alle superiori. A segnalare il problema sono l’assessora alla Pubblica Istruzione Ilaria Santi e  il presidente della Rispo, la rete dei dirigenti scolastici, Mario Battiato, che più che lanciare l’allarme vogliono preventivamente lanciare un appello all’Ufficio Scolastico Regionale affinchè il personale docente e Ata non venga tagliato, se non sarà possibile aumentarlo dove è necessario vista la specificità del caso di Prato: “I dati che abbiamo ad oggi indicano che abbiamo degli aumenti a macchia di leopardo – spiega l’assessora Santi – In alcune zone infatti i numeri rimangono invariati dallle scuole dell’infanzia alle medie, tanto che i presidi chiedono la formazione di altre classi, mentre in altre abbiamo una decrescita importante. Noi non abbiamo una situazione “standard” come altri Comuni in cui tutti gli istituti comprensivi sono in decrescita per denatalità, i nostri cioè non sono orizzontamente in diminuzione, ma anzi ci sono gli arrivi in corso d’anno soprattutto dovuti al flusso migratorio”. “Il personale docente e Ata dovrebbe essere assegnato non in base al numero delle iscrizioni e basta, ma in base alle esigenze dei diversi istituti comprensivi – aggiunge il preside Battiato – Anche se viene formata un aclasse in meno, comunque quella scuola andrà aperta, pulita e presidiata. E in molti plessi le classi sono già al massimo dei componenti, 22 alunni, quindi tagliare eventuali nuove classi comporta anche un problema di distribuzione”.  

Dopo la chiusura delle iscrizioni, questo è il quadro emerso: all’istituto comprensivo Mascagni è stata chiesta una sezione in più per l’infanzia al Pino, due classi per la primaria Mascagni e tre a Borgonuovo e chiesta conferma per sei classi delle medie.

All’istituto Cironi rimane tutto invariato per le medie (7 classi) e per la primaria (4 classi), mentre per l’infanzia chiede di passare da 4 a 5 classi.

All’istituto comprensivo Nord tutto invariato per medie e primaria, come anche per l’istituto Convenevole. 

All’istituto Puddu tutto invariato per la primaria e per il numero delle classi, ma i ragazzi risultano in numero inferiore. 

Al Pacetti viene chiesta una classe in più per le medie, in quanto è stato registrato un numero maggiore straordinario di iscrizioni e si passerebbe pertanto da 3 a 4 classi, mentre per infanzia e primaria rimane tutto invariato. 

Al Lippi si potrebbe perdere una classe di prima media ed una di prima elementare.

Al Levi si perde una prima alla scuola Poli e una prima alle Cecchi. 

Al Castellani tutto invariato. 

Per l’istituto Marco Polo alla scuola media escono 2 terze medie e entrano 3 classi prime.

Nelle scuole dell’infanzia, si registra un leggero calo su Tobbiana, stabile su Munari e Don Milani. Si confermano tutte e 10 le sezioni.

Alla primaria “Ammannati” al momento ha 46 iscritti, con 2 handicap, in calo rispetto allo scorso anno di 7-8 alunni. Sono state richieste 3 classi prime, a fronte dell’uscita di 3 classi quinte, nell’ottica di assorbire i bambini di Vergaio dove non è prevista nessuna classe prima e di San Giusto (Villaggio), dal momento che alla “Don Milani” non c’è più posto.

Alla primaria “Don Milani” ci sono 50 iscritti, con 1 handicap, in deciso aumento rispetto allo scorso anno scolastico. Si formano 2 classi prime di 25 alunni ciascuna, al massimo della capienza delle aule e dell’intero plesso. Qualsiasi alunno dovesse arrivare, sarà dirottato sul plesso “Ammannati”. 

Alla secondaria di primo grado al momento ci sono 108 iscritti, con 4 handicap in gravità in lieve calo rispetto allo scorso anno, ma più che sufficienti per le 5 classi prime che si vanno a formare, a fronte di 5 classi terze in uscita.

Relativamente al personale docente, visto l’aumento di alunni, e soprattutto di alunni stranieri sarebbe auspicabile avere più posti di potenziamento, sia alla primaria, che alla secondaria.

 ANGELO IANNELLI: da venerdì 8 marzo sui digital store “ELETTRONICA” il nuovo singolo

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Dall’8 marzo è disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale “Elettronica”, il nuovo singolo di Angelo Iannelli per Maionese Project/Matilde Dischi.“Elettronica” è il nuovo singolo di Angelo Iannelli che anticipa l’uscita del suo nuovo album, pubblicato da Matilde Dischi e distribuito da Artist First.Spiega l’artista a proposito del brano: «In un famoso film di Godard, Fino all’ultimo respiro (À bout de souffle, 1960), la protagonista Patricia, citando il libro Le palme selvagge (The Wild Palms, 1939) di William Faulkner, domanda a Michel cosa sceglierebbe lui tra “il dolore” e “il nulla”. Lui risponde che sceglierebbe il nulla, perché “il dolore è idiota” e rappresenta “un compromesso”: “o tutto o niente”, aggiunge Michel. Da questa scena è scaturita una riflessione interiore che mi accompagna da tanto tempo: forse proprio da qui è nata “Elettronica” (e ha preso forma il metaforico significato dell’ermetico titolo), la cui protagonista, tra il dolore e il nulla, sceglierebbe una terza via: sé stessa. E non ci pensa più…».
BiografiaAngelo Iannelli è un cantautore, attore e scrittore.Autore del testo dello spettacolo teatrale “Dalla notte del mito all’Eneide, nei luoghi e nei tempi di Virgilio”, interpretato insieme a Michele Placido e Alessandro Haber, ha recitato in numerose serie tv, tra cui “Squadra antimafia”, “R.I.S.”, “L’onore e il rispetto”, “Che Dio ci aiuti”.Ha pubblicato il romanzo “Bar Binario” (Aracne, 2016), il saggio scientifico “L’Io diviso. Dai medici-filosofi alla letteratura, al teatro e al cinema del Novecento” (Aracne, 2013) – presente nel catalogo di alcune tra le più prestigiose Università e biblioteche internazionali (Sorbonne Université, Harvard, Princeton, Library of congress, New York University) – e il saggio “Il Metodo V.D.A.M. Una pedagogia attorica” (2023).È autore di numerosi articoli scientifici nel campo dell’Estetica, delle interrelazioni tra letteratura, cinema, teatro e psicoanalisi – nonché tra arte, letteratura e psichiatria, società e storia – delle teorie del dispositivo cinematografico e dello spettatore, della letteratura contemporanea e della pratica teatrale.È autore del documentario “Intervista a Carlo Merlo, il Maestro delle Star” – in cui sono approfonditi i più importanti metodi contemporanei di recitazione – e di diversi cortometraggi indipendenti di cui ha curato la sceneggiatura e la regia.Nel 2016 è uscito il suo primo album musicale, “Il cannocchiale”, seguito da numerosi singoli tra i quali “Il bambino di Aleppo”, “Comico dell’arte”, “DAG”, “Come a Hollywood” e “Vicini margini” (2023).Ha collaborato, tra gli altri, con l’illustratore e animatore Michele Bernardi (Colapesce, Vasco Brondi/Le luci della centrale elettrica, Tre allegri ragazzi morti), che ha realizzato il videoclip de “Il bambino di Aleppo”, con Alessandro Canini (Venditti, De Gregori), Riccardo Corso (Cristicchi) e con i Fratelli Cosentino (Ariete, Franco 126).Dei brani di Iannelli hanno parlato, mediante recensioni, interviste, live in diretta e brani in rotazione: RAI Isoradio, RAI Sport radio, TGCOM24, Mediaset Play, Radio Lattemiele, Il giornale, La Repubblica, Il messaggero, Leggo, TGR Lazio e diverse altre testate.Attualmente insegna Lettere in una scuola superiore di Roma ed è Docente di discipline cinematografiche e visive nell’ambito del “Piano Nazionale Cinema”.“ELETTRONICA” è il nuovo singolo di Angelo Iannelli disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale dall’8 marzo 2024.Instagram | Facebook | TikTok | IMDb | Spotify | YouTube
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LA BIOMIMESI SI FA LARGO TRA I BANCHI DI SCUOLA:

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SONO GIÀ 113 MILA GLI STUDENTI CHE VOGLIONO IMPARARE AD

“AGIRE SECONDO NATURA”

Mi Curo di Te, il progetto educativo di WWF e Regina (Gruppo Sofidel), sta appassionando le giovani generazioni di tutta Italia ad imparare a proteggere il pianeta imitando le caratteristiche e il comportamento di piante, animali ed ecosistemi

Porcari (LU), 4 marzo 2024 – Sono già 113.000 gli studenti di oltre 1.300 scuole primarie italiane che, insieme ai loro insegnanti e supportati dalle famiglie, stanno scoprendo la biomimesi grazie a
Mi Curo di Te, il programma gratuito di educazione ambientale e alla sostenibilità promosso da WWF Italia e Regina (Gruppo Sofidel), per imparare ad “Agire Secondo Natura”.

La grande partecipazione, registrata in soli 5 mesi dall’apertura delle iscrizioni, conferma il successo del progetto didattico che da 10 anni fa conoscere alle giovani generazioni importanti temi legati alla sostenibilità, con un occhio particolare agli Obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU, e alle azioni quotidiane che tutti possono compiere per contribuire a salvaguardare il Pianeta.

Mi Curo di Te – Agire secondo natura” propone, infatti, un approfondimento sull’Obiettivo 12 dell’Agenda ONU 2030 “Consumo e produzione responsabili”, raccontato in classe attraverso numerosi esempi tratti dalla biomimesi, disciplina che studia il comportamento e le caratteristiche di piante, animali ed ecosistemi, e da questi prende esempio per migliorare e rendere più sostenibili le attività e le tecnologie umane.

Attraverso i cinque moduli del percorso didattico con schede di approfondimento, attività pratiche e di laboratorio e web game, bambini e ragazzi stanno imparando a chiedersi “Cosa possiamo apprendere dalla natura?” anziché “Cosa possiamo prendere da essa?”.

Alcuni esempi di come si possa fare la differenza con semplici azioni nella vita di tutti i giorni sono presentati anche nel cartoon che accompagna la nuova edizione del progetto-scuola. Si può fare come il lombrico, che trasforma in concime le foglie cadute di cui si ciba, e dare nuova vita agli oggetti che non utilizziamo più. O ancora, dal gatto possiamo imparare come ridurre gli sprechi: in inverno si ripara dal freddo con un pelo più folto e noi, come lui, possiamo indossare un abbigliamento più pesante e ridurre la temperatura del riscaldamento.

Per partecipare c’è ancora tempo: fino al 30 aprile gli insegnanti possono iscrivere la propria classe sul sito dedicato www.micurodite.it e scaricare il kit didattico.Al termine del percorso, per provare a vincere uno dei premi in palio, gli studenti saranno chiamati a realizzare un elaborato (una foto, un disegno o una frase esplicativa del programma svolto a scuola).

Entro il 17 maggio 2024, tra tutte le scuole che avranno presentato almeno un elaborato, ne verranno estratte 5 che vinceranno un buono spesa da 800 euro per l’acquisto di materiale didattico. Inoltre, verranno estratte altre 10 scuole che si aggiudicheranno kit di prodotti Sofidel-Regina. In palio anche tre PC portatili che saranno assegnati ai docenti partecipanti sempre a estrazione. Per partecipare vale anche l’aiuto delle famiglie e degli amici, che potranno a loro volta iscriversi al programma e rispondere a un sondaggio a disposizione sul portale.

NOTE PER I REDATTORI

L’iniziativa “Mi Curo di Te” fa parte di RiGenerazione Scuola, il Piano nazionale per la transizione ecologica e culturale delle scuole italiane del Ministero dell’Istruzione e del Merito. Il Piano, che si ispira agli obiettivi dell’Agenda ONU 2030, mira a rigenerare la funzione educativa della scuola e insegnare ad abitare il mondo in modo nuovo. Un valore aggiunto per un progetto di educazione ambientale si integra con le linee guida ministeriali sull’insegnamento dell’Educazione Civica, disciplina obbligatoria che ruota intorno a tre assi fondamentali: Cittadinanza digitale, Costituzione, Sostenibilità.

Nata nel 2014, l’iniziativa ha coinvolto, in 9 edizioni, oltre 770.000 bambini e ragazzi: nuove generazioni che, insieme a Sofidel-Regina e al WWF Italia, hanno avuto modo di comprendere, studiare ed esprimere la propria creatività intorno a un tema urgente e prioritario come la salvaguardia del Pianeta. “Mi Curo di Te” rientra nella collaborazione che il Gruppo Sofidel, tra i leader mondiali nella produzione di carta a uso igienico e domestico, ha intrapreso da oltre 15 anni con WWF per poter fornire il proprio contributo alla creazione di un mondo dove uomini e natura possano vivere in armonia. Il Gruppo, che fa della sostenibilità una leva strategica di crescita, fa parte del programma internazionale “WWF Climate Savers” per la riduzione volontaria delle emissioni climalteranti già dal 2008. Negli anni ha intrapreso un percorso di miglioramento del processo di approvvigionamento forestale, arrivando nel 2016 al 100% di utilizzo di fonti certificate. Nel 2021, inoltre, Sofidel è stata tra le prime aziende a aderire a “Forests Forward”, la piattaforma multi-stakeholder lanciata da WWF per accelerare gli impegni in sostenibilità ambientale a livello globale, riconoscendo il valore delle foreste per i servizi ecosistemici che forniscono a beneficio delle persone, dell’economia, della natura e per combattere il cambiamento climatico e preservare la biodiversità. Ulteriori informazioni a questo link https://www.sofidel.com/sostenibilita/wwf

Gruppo Sofidel

Il Gruppo Sofidel, con sede a Porcari (Lucca), è uno dei leader mondiali nella produzione di carta per uso igienico e domestico. Fondato nel 1966, il Gruppo è presente in 13 Paesi – Italia, Spagna, Regno Unito, Irlanda, Francia, Belgio, Germania, Svezia, Polonia, Ungheria, Grecia, Romania e Stati Uniti – con oltre 6.500 dipendenti, un fatturato consolidato netto di 2.801 milioni di euro (2022) e una capacità produttiva di oltre un milione di tonnellate annue (1.440.000 tonnellate nel 2022). “Regina” è il suo brand più noto, presente nella maggior parte dei mercati di riferimento. Altri brand includono: Sopalin, Le Trèfle, Hakle, Softis, Nalys, Cosynel, KittenSoft, Lycke, Nicky, Papernet. Gli obiettivi Sofidel di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra al 2030 sono stati riconosciuti da Science Based Targets initiative (SBTi) in linea con i livelli richiesti per limitare il riscaldamento globale ben al di sotto i 2°C, secondo quanto richiesto dall’Accordo di Parigi. Il Gruppo si è inoltre impegnato a raggiungere Net Zero entro il 2050. www.sofidel.com

giorgia desimini

Da muse a scienziate, protagoniste da riscoprire

Visite guidate congiunte a Santa Croce e alla mostra Donne del cielo

Primo appuntamento l’8 marzo, nel giorno della Festa della Donna

Firenze, 4 marzo 2024 – Nel giorno della Festa della Donna viene proposta anche la prima di una serie di visite guidate che comprendono il complesso monumentale di Santa Croce e la mostra Donne del cielo: da muse a scienziate che si apre, sempre l’8 marzo, allaBiblioteca Nazionale Centrale. L’iniziativa nasce nel contesto del progetto espositivo (che si conclude l’8 giugno) ideato dal Museo Galileo e organizzato con la Biblioteca Nazionale Centrale, le visite congiunte vengono promosse in collaborazione con l’Opera di Santa Croce e saranno ripetute il 19 aprile, il 17 maggio e il 7 giugno (alle ore 15 visite a Santa Croce, alle 16 alla mostra).

Il percorso della visita racconta un’altra Santa Croce, quella delle grandi donne che vengono ricordate dai loro monumenti funebri. A partire da Florence Nightingale. nata a Firenze, che a Londra fonda la prima scuola di infermieristica al mondo e ha il suo elegante monumento proprio all’ingresso del primo chiostro.

Florence è una delle protagoniste dii un percorso originale che racconta storie di donne speciali, coraggiose interpreti del tempo in cui hanno vissuto. Come la beata Umiliana de’ Cerchi, la prima terziaria francescana di Firenze, punto di riferimento spirituale del popolo, in particolare della parte guelfa, o come suor Maria Celeste, la mistica figlia di Galileo Galilei che lo stesso padre definisce donna di esquisito ingegno e singolar bontà.

In Santa Croce è custodita anche la memoria di intellettuali intelligenti e piene di fascino. È il caso di Luisa Stolberg Gedern, prima moglie di Carlo Edoardo Stuart e poi compagna di Vittorio Alfieri, che dà vita a uno dei salotti letterari più popolari della città.

La passione per gli ideali risorgimentali e una eccezionale capacità di tessere relazioni contraddistinguono la personalità di Emilia Toscanelli Peruzzi, moglie di Ubaldino Peruzzi che fu sindaco negli anni di Firenze Capitale. Il salotto rosso di Emilia, così definito per il colore della tappezzeria, divenne uno dei più importanti luoghi d’incontro del Paese.

Il genio delle donne è celebrato poi dalla presenza di Felicie De Fauveau, la prima scultrice a vivere della propria arte. In Santa Croce si trova una sua opera dai movimenti leggiadri: il sepolcro dedicato alla poetessa delle Indie Occidentali Louise de Favreau, morta giovanissima.

Prenotazioni, a partire da domani 5 marzo, su www.santacroceopera.it

Antonello Taurino

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In

COMEDIAN

Quasi uno stand-up Comedy Show…

di Carlo Turati e Antonello Taurino

regia di Antonello Taurino

  1. Associazione Culturale
  2. Teatro della Limonaia
  3. presenta
  4. INTERCITY WINTER 2024
  1. Teatro della Limonaia
  2. 10 marzo 2024 ore 20.30
  3. PRIMA REGIONALE

Continuavano a ripetergli: “Fai una comicità troppo colta, alta, intelligente” (strano, per lui il top sono Franco&Ciccio); ma ad Antonello Taurino, noto per “Il Clerico vagante”, “I mestieri più stupidi del mondo”, “Il professore”, “Il Teatro senza Conflitto” a Zelig Arcimboldi, e per i tanti spettacoli comici in Teatro con cui ha girato l’Italia negli ultimi dieci anni, conveniva tener fede alla nomea ormai radicata.

Nasce così nel 2008, dopo un’estate passata interamente al Fringe Festival di Edimburgo, COMEDIAN, un recital in stile Stand-up Comedy in cui il nostro, per darsi un tono, azzarda un raffinato omaggio agli stand-up Comedian anglosassoni. Ma “Stand-up Comedian” è termine che da noi in italiano è traducibile semplicemente come “comico” o “cabarettista”: da lì l’idea che, con questa “Stand-up Comedy” si può al massimo giocare consapevolmente a un rispettoso “quasi”, a un “proviamo a fare come se…”

Quindi: microfono, asta, niente scenografia, e i racconti della sua vita di comico, attore e docente trapiantato da Lecce a Milano. Poi le gaffes del CLERICO VAGANTE, “I mestieri più stupidi del mondo” e l’idea di una fiction su Gesù, le immagini più significative della sperimentazione artistica del Novecento e magari, per far infuriare i puristi, qualche canzone… Un recital che, costantemente aggiornato, da anni gira l’Italia mietendo successi su palchi come lo “Zelig”, per approdare poi anche in Svizzera (tedesca!) a New York City, Parigi, Londra, Amsterdam e, nella versione inglese, perfino al mitico FRINGE Festival di Edimburgo, dove calca i palchi dei grandi Comedians anglosassoni. E dulcis in fundo, in una birreria salentina di un suo cugino pregiudicato, dove viene pagato in melanzane.

Vincitore del “Primo Premio Assoluto” al Festival Nazionali del Cabaret di Aversa e del “Premio della Critica” in quelli di Martina Franca e Gallarate, è un artista a tutto tondo che sarebbe riduttivo definire “comico”. Insomma, uno che ha tanta confusione in testa, ma lui riesce a spacciarla per “multiforme poliedricità”.

Se fosse nato in America, sarebbe ricco, famoso e venerato.”

Il Corriere della Sera”

Se i marziani avessero gusti comici, Taurino sarebbe il loro preferito.”

The New York Times”

Biglietti:

16 intero

13 ridotto

Riduzioni: Coop, Arci, Carta FeltrinelliANT, Carta Libreria Rinascita Ubik, Allievi Scuola Intercity.

info@teatrodellalimonaia.itwww.teatrodellalimonaia.it

Ufficio stampa Bruno Casini

I Fiori della Consapevolezza sbocciano 

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a Rosignano Solvay (LI)

per le donne con endometriosi

Il 16 marzo 2024, a Rosignano Solvay (LI)gerbere rosa e semi di girasole a sostegno dell’A.P.E. Associazione Progetto Endometriosi per migliorare i percorsi terapeutici sulla malattia.Sbocciano a Rosignano Solvay (LI) e in tante altre piazze italiane (oltre 30 in totale) i Fiori della Consapevolezza, l’iniziativa ideata dall’A.P.E. Associazione Progetto Endometriosi, per fare informazione sulla malattia che colpisce circa 3 milioni di donne in Italia. In occasione del mese della consapevolezza sull’endometriosi, sabato 16 e domenica 17 marzo 2024, le volontarie dell’A.P.E. allestiranno tavoli informativi, in cui trovare i fiori da portare a casa: un vaso con una gerbera rosa già sbocciata e accanto i semi del girasole, con le istruzioni su come coltivarlo, metafora della necessità di prendersi cura della propria salute. La forza del girasole e la delicatezza della gerbera sono, infatti, il simbolo di questa campagna a sostegno delle donne. Sabato 16 marzo sarà possibile trovare le volontarie a Rosignano Solvay (LI), Terrazza Le 4 Repubbliche Marinare (zona pedonale), dalle ore 10.30 alle 13.00.  A questo link tutte le piazze e gli orari (in aggiornamento): https://www.apendometriosi.it/it/i-fiori-della-consapevolezza L’endometriosi – parola tra le malattie più cercata su Google nel 2023 – è ancora una patologia poco conosciuta e difficile da riconoscere. Su di essa, grava un ritardo diagnostico che va dai 5 agli 8 anni. Di qui l’importanza della corretta informazione e della divulgazione ad un pubblico quanto più ampio possibile, per aiutare le donne a trovare i giusti percorsi di cura. Partecipando ai Fiori della Consapevolezza, ognuno potrà dare il proprio contributo. Il ricavato, infatti, sarà utilizzato dall’A.P.E. per organizzare attività a supporto delle donne, tra cui la formazione medica specializzata per migliorare concretamente i percorsi terapeutici per l’endometriosi su tutto il territorio nazionale. Sul sito dell’A.P.E. www.apendometriosi.it la mappa delle piazze in cui trovare i Fiori della Consapevolezza e prendere parte ad un’iniziativa che tutela la salute e i diritti delle donne.  Cos’è l’endometriosi? L’endometriosi è una malattia infiammatoria cronica che colpisce in Italia circa il 10% della popolazione femminile in età fertile, anche se i dati sono estremamente parziali e probabilmente sottostimati. I sintomi più diffusi sono: forti dolori mestruali ed in concomitanza dell’ovulazione, cistiti ricorrenti, irregolarità intestinale, pesantezza al basso ventre, dolori ai rapporti sessuali, infertilità nel 35% dei casi. Per una malattia di cui non si conoscono ancora le cause, per la quale non esistono cure definitive né percorsi medici di prevenzione, per limitare i danni che l’endometriosi provoca, è fondamentale fare informazione per creare consapevolezza! L’A.P.E. è una realtà nazionale che da 18 anni informa sull’endometriosi, nella consapevolezza che l’informazione sia l’unica prevenzione ad oggi possibile.  Sul sito dell’APE – www.apendometriosi.it – ci sono tutte le informazioni utili e i progetti per aiutare concretamente le donne affette da endometriosi e per entrare a far parte della rete nazionale.  Link per scaricare le immagini: https://bit.ly/APEAssociazioneProgettoEndometriosi  Per informazioni: A.P.E. – Associazione Progetto EndometriosiSito web: www.apendometriosi.it

Lo scambio casa conquista l’Italia: la Toscana tra le destinazioni top per Pasqua

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I dati di HomeExchange confermano un aumento del +344% nei pernottamenti in Italia durante le festività pasquali

Bologna scala le classifiche e si posiziona sul podio delle destinazioni pasquali, superando Venezia

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Milano, 4 marzo 2024 – La Pasqua porta con sé l’essenza della primavera: rinascita, scoperta e desiderio di aprirsi al mondo, accogliendo i primi raggi del sole della bella stagione. In questo periodo, alcuni preferiscono ritornare alle proprie radici, riunendosi con familiari e amici, mentre altri colgono l’opportunità di allontanarsi dalla routine quotidiana per esplorare nuove realtà.

Secondo i dati raccolti da HomeExchange, la piattaforma globale leader nello scambio di case, sono tanti gli italiani che condividono questo secondo pensiero e approfitteranno della festività per viaggiare e scambiare casa nel periodo compreso tra il 29 marzo e il primo aprile.

Il numero di scambi prenotati per la Pasqua 2024 ha segnato infatti un notevole incremento (+213%) rispetto al 2023, per un totale di 3228 pernottamenti previsti (+344% rispetto al 2023). Parallelamente, il numero di viaggiatori verso l’Italia è cresciuto del +306%, con 650 persone che opteranno per lo scambio casa durante le feste. 

Le regioni del bel paese che hanno registrato il numero più alto di prenotazioni sono il Lazio, la Toscana, l’Emilia-Romagna, la Lombardia e il Veneto, evidenziando un crescente interesse per le destinazioni facilmente raggiungibili, ma soprattutto ricche di cultura, storia e panorami mozzafiato. Queste, saranno visitate soprattutto da altri italiani, ma anche da turisti provenienti da Francia, Spagna, Stati Uniti e Germania. 

Per quanto riguarda le singole città, RomaFirenze e Bologna conquistano il podio, seguite da Torino e Milano. Queste scelte da parte dei turisti segnano un cambiamento nelle preferenze rispetto al 2023, quando Venezia rientrava tra le tre mete più ambite dai viaggiatori per trascorrere la Pasqua.

Emmanuel Arnauld, co-fondatore di HomeExchange, ha commentato: “Siamo estremamente entusiasti nel vedere numeri così incoraggianti relativi al periodo pasquale. Dopo un inizio anno promettente anche per l’Italia siamo confortati nel constatare che questo trend positivo continua ad avanzare. Siamo soddisfatti di questa tendenza positiva perché comprendiamo il suo valore per la società. In un periodo critico per il mercato immobiliare, HomeExchange preserva l’accesso agli alloggi per i residenti senza incidere sui prezzi delle proprietà. Questo avviene grazie alla promozione degli scambi tra privati anziché degli affitti a breve termine, che potrebbero causare carenza di alloggi e aumento dei canoni di locazione. Questo modello, non a scopo di lucro, evita la commercializzazione e l’accumulo di beni, permettendo un utilizzo più equo e responsabile delle risorse immobiliari. HomeExchange offre un’alternativa inclusiva ed egualitaria per viaggiare, indipendentemente dalle risorse finanziarie di ognuno, contrariamente all’alloggio tradizionale dove le soluzioni più attraenti sono spesso riservate ai viaggiatori più facoltosi”.

Di seguito, una selezione esclusiva di case su HomeExchange nelle città più gettonate di Pasqua 2024:

Roma

L’incantevole casa di Matteo con giardino

Questo incantevole appartamento romano è situato all’interno di una villa, caratterizzata da un’atmosfera raffinata, elegante e accogliente. È il luogo ideale per una coppia o una famiglia fino a 4 persone desiderose di visitare la città eterna in totale comfort e relax. La casa è composta da una camera da letto matrimoniale con bagno privato e doccia, un luminoso soggiorno con zona pranzo, una seconda camera con divano letto matrimoniale, una cucina completamente attrezzata e un secondo bagno. Ma la vera chicca è il vasto giardino pavimentato e arredato, un’oasi perfetta per godersi pasti all’aperto e rilassarsi al tiepido sole primaverile. Situato in una delle zone più prestigiose di Roma, a due passi da Villa Torlonia, l’appartamento vanta una posizione strategica che permette di raggiungere facilmente le principali stazioni ferroviarie e le attrazioni più importanti, come il Colosseo e i Fori Imperiali, tutto in poche fermate di metropolitana. Link immagini 

Firenze 

L’Appartamento di Silvia nel cuore di Firenze

Nel cuore pulsante di Firenze, questo delizioso appartamento accoglie fino a 4 ospiti per un soggiorno memorabile. La camera da letto, impreziosita da tende raffinate, dispone di un confortevole letto matrimoniale, mentre il luminoso soggiorno, dotato di una cucina completamente attrezzata e di un pratico divano letto per due persone, è il luogo ideale per rilassarsi dopo una giornata passata a scoprire la città. Il bagno, con la sua ampia doccia e le luci cromoterapiche, regala momenti di puro relax, mentre i comfort moderni, tra cui l’aria condizionata, la TV e la connessione Wi-Fi gratuita, garantiscono un soggiorno piacevole e senza pensieri. Situato al terzo piano di un affascinante edificio medievale nel centro storico di Firenze, la residenza permette agli ospiti di raggiungere comodamente a piedi le principali attrazioni della città, tra cui la stazione ferroviaria di Santa Maria Novella, il Duomo, il mercato di San Lorenzo, la Piazza della Signoria, il Ponte Vecchio, la Galleria degli Uffizi e la Galleria dell’Accademia, immergendosi completamente nell’arte e nella cultura fiorentina. Link immagini

Bologna

L’atelier di Nicola e Luna nel centro storico di Bologna

L’appartamento, originariamente destinato ad uso ufficio, è stato trasformato con gusto nel 2021 per offrire tutto ciò che serve per un soggiorno confortevole nel cuore di Bologna. La residenza si presenta ora come uno spazio accogliente e moderno, pensato soprattutto per accogliere coppie. Ogni dettaglio è stato curato nei minimi dettagli, dalla conservazione del parquet storico all’acquisto di mobili di design, garantendo così un’esperienza di soggiorno di alta qualità. Situata in una delle zone più animate ed eclettiche di Bologna, questa casa è circondata da una varietà di attrazioni a pochi passi di distanza. In meno di 10 minuti a piedi, è possibile raggiungere la piazza centrale, Piazza Maggiore; la stazione ferroviaria è a meno di 15 minuti di distanza, mentre qualsiasi punto del centro storico è facilmente accessibile con meno di 20 minuti di passeggiata. Link immagini

Torino

L’attico di Francesco e Marta

Situato nel rinomato quartiere Crocetta, questo attico offre un rifugio accogliente e un accesso privilegiato alla vivace vita cittadina di Torino. L’appartamento, luminoso e arioso, presenta un ampio salone open space con cucina integrata, mentre le grandi vetrate scorrevoli conducono a un magnifico terrazzo esposto a sud, arricchito da una pergola bioclimatica e un’area barbecue per serate indimenticabili. Le due camere da letto, completate da due bagni moderni, offrono un’oasi di comfort. Questo spazio si presta perfettamente sia per coppie in cerca di intimità e romanticismo sia per famiglie o gruppi di amici desiderosi di vivere esperienze memorabili. Link immagini 

Milano

Il colorato appartamento di Federica 

L’appartamento, appena ristrutturato con attenzione ai minimi dettagli, regala un’atmosfera luminosa, moderna e accogliente. Gli ampi spazi e la vista mozzafiato, che nelle giornate più limpide si apre sullo spettacolo del Monte Rosa, lasciano attoniti per la loro straordinaria bellezza. Il quartiere circostante, tranquillo e residenziale, si presta perfettamente sia a una piacevole vacanza in famiglia sia a un soggiorno più intimo e romantico. La posizione strategica dell’appartamento lo rende inoltre un punto di partenza ideale per escursioni ai meravigliosi laghi del nord Italia, come Como, Maggiore e Varese, con l’autostrada facilmente raggiungibile a soli 10 minuti di distanza in auto. Link immagini

Unirsi alla community è semplice: l’applicazione mobile è disponibile gratuitamente su iOS e Android e, sottoscrivendo l’abbonamento annuale, si ha accesso a tutte le offerte disponibili, permettendo agli utenti di aggiornare il proprio profilo e di chattare direttamente con altri utenti sul proprio telefono. L’iscrizione può essere effettuata anche su www.homeexchange.it 

HomeExchange

Leader mondiale nello scambio di case, HomeExchange.com, marchio del Gruppo Tukazza, è un servizio che consente ai viaggiatori di tutto il mondo di scambiare facilmente le proprie case o appartamenti, in modo sicuro e senza transazioni finanziarie tra di loro. La piattaforma dichiara di essere una delle soluzioni di alloggio più responsabili, aiutando i suoi membri a minimizzare l’impatto ambientale e a viaggiare come cittadini locali, a favore di un turismo più egualitario e circolare. Negli ultimi quattro anni, Emmanuel Arnaud, Amministratore Delegato, e Charles-Edouard Girard, Presidente Esecutivo, hanno raccolto un totale di 50 milioni di euro. Dopo aver fatto crescere con successo la loro prima società, GuesttoGuest, Arnaud e Girard hanno acquisito Trampolinn, Itamos, HomeForHome e Knok. Nel 2017 hanno aggiunto al loro portafoglio il pioniere americano HomeExchange, seguito dal canadese Echangedemaison e all’inizio del 2018 da NightSwapping. Il 2018 ha segnato una svolta, quando queste comunità sono state riunite sotto il loro marchio di punta, HomeExchange. HomeExchange fa parte dei Next 40 del 2020. Il sito conta quasi 150.000 membri in 145 Paesi. L’azienda ha 130 dipendenti e sedi a Cambridge, nel Massachusetts, e a Parigi. Alla fine del 2021, HomeExchange ha lanciato una nuova offerta, HomeExchange Collection, una comunità esclusiva per viaggiatori con interessi simili che possono incontrare, condividere e scambiare le loro case straordinarie. HomeExchange è certificata B Corp dal settembre 2022.

Contatti stampa:

Inaugura domani martedì 5 marzo dalle 18.00 la mostra collettiva THE GAME a cura di Silvia Franceschi

Spazio Blue Train e The Kitchen art gallery, due spazi di Milano in zona Gorla – Naviglio Martesana, tornano in duo per presentare dal 6 marzo al 18 aprile 2024 The Game , mostra collettiva, a cura di Silvia Franceschi, che invita a cimentarsi sul tema del gioco un gruppo di artisti di diverse generazioni con tecniche e stili diversi, dalla fotografia alla pittura, dal lavoro tridimensionale all’installazione, dalla tecnica mista al collage, fino al libro d’artista. In mostra opere di: Elisa Carovilla, Paolo Ceribelli, Luca Corradi, Anna Dormio, Giorgi & Perfetti, Anna Giuntini, Mimmo Iacopino, Angelo Jelmini, Andrea Meregalli, Fabrizio Molinario, Andrej Mussa e René Pascal. Schiller per primo illustrò che il giococome l’arte , insegna la creatività che è propedeutica alla costituzione della persona. Per questo, in mostra, il tema poteva essere interpretato dagli artisti in senso lato, anche nel suo significato opposto (“Questo non è un gioco”) affinché ogni artista, con la propria sensibilità, fosse libero di interpretarlo seguendo direttrici anche molto diverse.
René Pascal, Ft64, 2023, 6×6 cm
Così è stato. In mostra c’è chi cattura il cielo per poi sparargli; chi, fondendo antiche ceramiche e moderni giocattoli, conduce lo spettatore nel suo mondo da Alice nel Paese delle Meraviglie o chi nel mondo di Heidi con i suoi paesaggi di pastelli a cera formato figurina; chi attraverso le proprie perfette composizioni di soldatini colorati o di armi riesce a depotenziare la guerra trasformandola in mero gioco; chi partendo da un pensiero di Enzo Mari ricorda “che la scoperta, l’invenzione e dunque il gioco sono fondamentali per la costruzione dell’uomo” e per questo dobbiamo conservare il gioco dentro di noi; chi col suo naviglio gremito di omini colorati ricorda che quei barconi che attraversano il mare non sono un gioco; chi, immortalando vecchi giocattoli, come l’ormai archetipico cubo di Rubik, o rivisitando luoghi di viaggio ove si giocava a nascondino, ricorda come la nostra memoria possa giocare con noi, regalandoci d’improvviso immagini, voci, e sensazioni che credevamo dimenticati; chi gioca con immagini e parole nei suoi libri d’artista; chi con i suoi collage di materiali diversi e vecchie fotografie gioca con la metamorfosi dei ricordi; chi con una tavolozza di stoffe colorate, metri da sarto, carta e materiali trovati crea opere in cui magicamente convivono estremo rigore compositivo e libertà; e chi, last but not least, ricorda a tutti che dobbiamo rivendicare a gran voce il nostro diritto di giocare, a tutte le età, e soprattutto pretendere che a poter giocare siano i più piccoli. Sempre e ovunque, anche quando i grandi ottusamente sembrano giocare alla guerra.Anna Dormio, Boom boom papà, DETAIL 2020 – ongoing. Ritagli di cataloghi di armi dimensioni variabiliPh Leonardo MorfinPerché il gioco è una cosa seria, e per giocare bisogna rispettare le regole. La mostra si dipana in due diversi spazi di Milano, intimi e pieni di fascino in zona Gorla – Naviglio MartesanaDue realtà, Spazio Blue Train e The Kitchen art gallery, che dal 2021 dialogano organizzando insieme mostre, laboratori ed eventi. L’inaugurazione di martedì 5 comincerà alle ore 18.00 contemporaneamente nei due spazi.

Prato Social Forum 🚩MAR.5febb. LA FABBRICA DEI SOGNI 📖 presentazione del libro di Valentina Baronti

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Nell’ambito del Social Forum di Prato, martedì 5 febbraio alle ore 21.00 presso il cinema Terminale Valentina Baronti presenta il suo ultimo libro ‘La Fabbrica dei Sogni’ (Edizioni Alegre, 01/2024), in un periodo affatto casuale, quello dei primi di marzo, in cui ricorre l’anniversario degli scioperi generali del 1944 in molte città industriali, fra le quali anche Prato.

L’esempio di quel riscatto operaio è pratica viva e di riferimento anche nelle vertenze odierne contro sfruttamento e delocalizzazione, che nel caso del Collettivo di Fabbrica ha particolarmente segnato il legame con l’antifascismo operaio, riprendendo il motto della brigata Sinigaglia: INSORGIAMO!

Così la narrazione di Valentina Baronti, presentata per l’occasione da Enrico Panzi, ci porta in una fabbrica abbandonata dal padrone, che gli operai si ostinano a non abbandonare: la Gkn di Campi Bisenzio.

Attraverso il racconto di Agata, nata in una famiglia contadina e operaia, che incontra questa lotta, dopo il licenziamento di 500 operai e la chiusura dello stabilimento, succede un miracolo: la vita e la scrittura, l’amore e le storie insorgono. E un percorso di generazioni legate da memorie di fame e olivi, di semiassi e dignità, si stende sulla pagina.

Da “una stanza tutta per sé” a “una fabbrica tutta per noi”. Le vite si trasformano tra mobilitazioni, assemblee, convergenza con altri movimenti, azionariato popolare, progetti di riconversione ecologica, intelligenza e cultura collettiva.

Dalla liquidazione di una realtà produttiva rilevante, al sogno di un progetto di fabbrica sostenibile e socialmente integrata, grazie alla reindustrializzazione dal basso, nasce la condizione stessa per raccontarsi, intrecciando questioni di genere e classe. Non la fabbrica che inquina, ma la fabbrica dei sogni che si fanno scrittura, speranza e desiderio. Un’iniziativa per “organizzarsi contro lo sfruttamento e la negazione. Anche con l’illusione, anche col disincanto. Come in amore.

LA FABBRICA DEI SOGNI
 presentazione del libro di Valentina Baronti

MARTEDÌ 5 MARZO

 ore 21.00
cinema Terminale di Prato
(via Carbonaia 31)

INGRESSO LIBERO
fino ad esaurimento posti

TELESCOPE | racconti da lontano #197

EDITORIALE

Nel 1981 Giuseppe Penone (1947) crea la prima di una serie di sculture che intitola Essere Fiume. Nelle parole dello stesso artista l’opera consisteva nell’ “estrarre una pietra scolpita dal fiume, andare a ritroso nel corso del fiume, scoprire il punto del monte da dove la pietra è venuta, estrarre un nuovo blocco di pietra dal monte, ripetere esattamente la pietra estratta dal fiume nel nuovo blocco di pietra“. C’è qualcosa di decisamente meraviglioso in una scultura in cui strumenti umani riproducono azioni millenarie compiute dalla Natura, ma se Penone cerca di farsi fiume, dal 1964 Luigi Lineri (1937) tenta di rendere uomo il fiume Adige.

In realtà l’idea di fondo di questo antropologo della pietra, calzolaio, artista, infermiere, scultore, raccoglitore di memorie, era quello di “annientare la resistenza di chi guarda” dimostrando, attraverso l’evidenza di una ripetizione costante di forme, l’esistenza di un popolo preistorico di scultori e poeti che, accanto ai cacciatori costruttori di punte di freccia, ritraevano la natura che gli stava intorno. Nel corso di più di 50 anni di raccolta, Lineri ha realizzato, nel vecchio fienile della sua casa a Zevio (Verona), un’epocale impresa di catalogazione e impaginazione, nel tentativo tutto umano di trovare un ordine nel Caos, un senso nella ripetizione. La pecora, il volto, il fallo, la donna incinta, il pesce, nessuno storico, antropologo o paleontologo è riuscito a convincerlo che quelle migliaia di pietre, divise per forma e grandezza, non fossero parte di un alfabeto, tracce di una lingua perduta. Quella che lui stesso definisce una “resistenza misteriosa” alla derisione e all’incomprensione lo ha portato a perseverare, offrendoci un’interpretazione del mondo fatta da un visionario, un sognatore. L’occhio è un buco. Chi è che vuole vedere attraverso il mio occhio?” domanda a un intervistatore. Non è forse quello che ci offre ogni artista?

In questa centonovantasettesima edizione di TELESCOPE, la nostra newsletter settimanale dedicata alle istituzioni e ai progetti culturali di cui siamo portavoce, tra i RACCONTI trovate un estratto dal saggio della curatrice Elisabeth Prettejohn nel catalogo della mostra Preraffaelliti. Rinascimento Moderno al Museo Civico San Domenico di Forlì; un estratto dal testo di Marco Sammicheli nel catalogo della mostra Barricades di Mario Trimarchi alla galleria Antonia Jannone Disegni di Architettura di Milano, e un estratto dal testo introduttivo di Daphne Vitali, curatrice della mostra Unsettling Genealogies di Alessandra Ferrini al Museo Novecento di Firenze.

Tra i VIDEO proponiamo un’introduzione della curatrice Barbara Bergaglio alla mostra Michele Pellegrino. Fotografie 1967 – 2023 in corso da CAMERA Centro Italiano per la Fotografia di Torino, e il trailer di Ask The Sand, uno dei film protagonisti dell’undicesima edizione del Milano Design Film Festival.

Nella sezione EXTRA, infine, segnaliamo il nuovo appuntamento di Garage Bentivoglio con l’installazione di Pablo Bronstein Horological Piazza; la stagione espositiva e culturale 2024 di Fondazione Palazzo Te; e Due qui / To Hear il progetto per il Padiglione Italia alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia.

Buona domenica e buona lettura!

Lo staff di Lara Facco P&C

#TeamLara

Vi ricordiamo che l’archivio di tutte le edizioni di TELESCOPE è disponibile su www.larafacco.com

TELESCOPE. Racconti da lontano

Ideato e diretto da Lara Facco

Editoriale e testi a cura di Annalisa Inzana

Ricerca ed editing Camilla Capponi, Alberto Fabbiano, Martina Fornasaro, Andrea Gardenghi, Marianita Santarossa, Claudia Santrolli, Denise Solenghi, Alessandro Ulleri, Margherita Villani, Marta Zanichelli, con la collaborazione di Margherita Animelli, Michela Colombo, Nicolò Fiammetti, Clara Fornaciari, Agata Miserere.

domenica 3 marzo 2024

RACCONTI

L’arte britannica e il Rinascimento italiano, di Elizabeth Prettejohn*

Gli storici dell’arte hanno a disposizione molti termini per descrivere il modo in cui artisti e creativi hanno recepito le arti visive di epoche e luoghi diversi: influenza, imitazione, ispirazione, riscoperta, accoglienza. Nessuno di questi, tuttavia, rende in maniera adeguata la natura e l’intensità della fascinazione degli artisti britannici moderni per l’arte rinascimentale italiana. Nel loro caso, infatti, si può parlare soltanto di una storia d’amore. Si tratta di un amore che cominciò a manifestarsi già all’inizio dell’Ottocento, ancora prima che il termine “Rinascimento” fosse di uso corrente tra gli storici dell’arte, e divenne più forte dopo l’ascesa al trono della regina Vittoria nel 1837. Permeò le istituzioni britanniche, dalla Royal Academy of Arts (l’organismo professionale degli artisti) ai musei di recente fondazione (la National Gallery e il South Kensington Museum, il primo grande spazio espositivo dedicato alle arti decorative, oggi Victoria and Albert Museum), passando per le università, gli editori, le case d’asta e i mercanti di stampe. E coinvolse persone di ogni classe e categoria, inclusi la regina e il principe consorte Alberto, appassionato d’arte, insieme a poeti, romanzieri, critici, storici e grandi imprenditori, il cui crescente potere economico alimentava le arti oltre all’industria e al commercio dell’impero britannico. Ma, soprattutto, l’amore per il Rinascimento italiano coincise con il periodo in cui gli artisti e i designer britannici salirono finalmente alla ribalta. Mentre la letteratura della patria di Shakespeare era celebrata da tempo (1), le arti visive non erano mai state un punto di forza di quel popolo. Fu solo nell’Ottocento, durante il regno di Vittoria, che la pittura e le arti decorative britanniche cominciarono ad attirare l’attenzione dei critici e del pubblico di tutto il mondo. La Confraternita dei Preraffaelliti (Pre-Raphaelite Brotherhood), Dante Gabriel Rossetti e la sua cerchia, William Morris e la sua manifattura di oggetti d’arredamento, Frederic Leighton in qualità di presidente della Royal Academy e George Frederic Watts e Edward Burne-Jones, protagonisti indiscussi delle mostre internazionali nell’ultimo quarto del secolo, diventarono tutti nomi da tenere in considerazione nel palcoscenico sempre più globale dell’arte ottocentesca. E la loro pratica artistica fu influenzata in maniera significativa dalla passione per l’arte rinascimentale italiana.

(1) Si veda il saggio di Susan Owen nel presente catalogo

*estratto dal saggio nel catalogo della mostra Preraffaelliti. Rinascimento Moderno diretta da Gianfranco Brunelli, a cura di Elizabeth Prettejohn, Peter Trippi, Cristina Acidini e Francesco Parisi con Tim Barringer, Stephen Calloway, Charlotte Gere, Véronique Gerard Powell e Paola Refice, in corso al Museo Civico San Domenico di Forlì fino al 30 giugno 2024

Crediti: Installation view, Preraffaelliti. Rinascimento moderno, Museo Civico San Domenico, 2024. Ph. Emanuele Rambaldi.

Barricades. Mario Trimarchi, di Marco Sammicheli*

Mario Trimarchi è un architetto, un designer e un grafico di provata esperienza. È riconosciuto e rispettato. Alle professioni menzionate, che dice di cambiare ogni sette anni, ce ne sono due che si mantengono costanti nel dispiegarsi della sua carriera: docente e instancabile disegnatore. Intorno a quest’ultima pratica condividerò alcune note per introdurre il suo ultimo progetto espositivo dal titolo Barricades. Non spaventiamoci, Trimarchi rimane l’intellettuale mite che conosciamo ma ci racconta che l’accumulo di esperienza può generare strutture poetiche di materiali atti a sussurrare principi di autodifesa.

Il disegno qui si affianca alla prova, non inedita, di sculture, di oggetti unici fatti di assemblaggi. Qualche volta chiamate architetture da tavola per quella magia di rappresentare la traiettoria di uno spazio. L’architettura è però memoria di una disciplina studiata e praticata all’inizio della carriera, poi rimasta nelle maglie di un agire sempre teso a creare relazioni tra persone e cose.

La giustapposizione, l’approssimarsi, l’avvicinamento, l’incastro in un naturale, precario equilibrio del momento è un’attitudine di Trimarchi. Un carattere autoriale che oramai ha guadagnato un’estrema confidenza col disegno, tale da profumare di orologeria, di quella meccanica che combina manifattura e unicità ma che abbraccia la possibilità dell’imprecisione, che scatena appassionati sentimenti di appropriazione.

Trimarchi modella paesaggi, costruisce nature artificiali, gioca coi generi artistici. Usa le tecniche di realizzazione per prendere il largo dai confini dell’attività di designer di oggetti o di coordinatore di immagini per le aziende. Modella mondi composti da un abaco ricorrente i cui elementi offrono ipotesi, inviti, enigmi. Ecco le nuvole per il tempo, le piante per la struttura, le pietre e gli animali per quell’atteggiamento creativo che Trimarchi esprime e che ha radici ne Le opere e i giorni di Esiodo.

Barricades sono costruzioni eclettiche, antenne di trasmissione di messaggi e saperi. La loro grammatica si schiera per scambiare, riversare, condividere esperienze. Sono atti fondativi di un repertorio in cui anche ciò che appare come frammento, come detrito, è non altro che il ridisegno di un tassello, di una matrice. Le barricate tridimensionali hanno tutte l’ordinato smalto degli artigiani che Trimarchi consulta da quando si occupa di cultura materiale. Eppure, è un dettaglio – certo non guasta quella cura, è parte del mestiere – perché questi aggregati di storie arcaiche sono lì per ricordare tutte le funzioni e le ragioni di una barricata: nascondersi, ergerle, montarci sopra, crearci un varco.

*estratto dal saggio nel catalogo della mostra Mario Trimarchi. Barricades in corso alla galleria Antonia Jannone Disegni di Architettura di Milano fino al 6 aprile 2024

Crediti: Mario Trimarchi, Per sfiorare le nuvole © Santi Caleca | Mario Trimarchi, Per naufragare in questo mare © Santi Caleca | Mario Trimarchi, Per sfidare la tempesta © Santi Caleca.

Alessandra Ferrini. Unsettling Genealogies, di Daphne Vitali*

Le sale al primo piano del Museo Novecento ospitano Unsettling Genealogies, una mostra personale deII’artista e ricercatrice Alessandra Ferrini (1984), nata a Firenze ma residente a Londra dal 2003.

Il progetto, complesso e articolato, è parte di un’indagine critica sulla storia delle istituzioni culturali italiane che è stata avviata daII’artista nel 2020. Questa nuova produzione pone l’accento sulle origini coloniali e fasciste di alcune istituzioni artistiche italiane e dei Ioro fondatori, unendo riflessioni storiche, politiche e personali, allo scopo di evidenziare la dimensione affettiva della storia.

Negli ultimi dieci anni Alessandra Ferrini ha dedicato la sua pratica artistica, le sue ricerche e i suoi progetti didattici all’analisi deII’eredità del colonialismo e del fascismo in Italia, con particolare attenzione ai rapporti con il Nord Africa e l’area del Mediterraneo. Il suo Iavoro affonda le proprie radici nel discorso postcoloniale, negli studi sulla memoria collettiva e nelle pratiche storiografiche e archivistiche. Sperimentando con i formati documentari, le sue opere spaziano dalle installazioni alle immagini in movimento, dalle lecture-performance alle attività editoriali e pedagogiche. Attingendo alle modalità della saggistica, Ferrini, infatti, concepisce i suoi Iavori come essay film, che procede poi a sviluppare in forme e modalità diverse volte a portare alla Iuce vicende della storia nazionale finora sottaciute.

In Unsettling Genealogies l’artista intreccia storie familiari con considerazioni sulla classe sociale, la storia coloniale, l’imperialismo europeo e l’eredità fascista. L’opera prende avvio da una fotografia che ritrae il conte Giuseppe Volpi di Misurata, imprenditore e politico italiano, in occasione deII’inaugurazione nel 1935 della Terza Mostra del Cinema di Venezia. L’edizione fu accompagnata dalla nascita della Coppa Volpi – assegnata alla migliore attrice e il miglior attore – intitolata al conte, allora presidente della Biennale e figura di spicco del partito nazionale fascista, nonché ex ministro delle finanze di Mussolini. Benché porti il nome di un politico fascista, la Coppa Volpi viene ancora oggi assegnata.

Attorno a questa fotografia d’archivio, Ferrini innesca una serie di riflessioni sia suII’istituzione della Mostra del Cinema di Venezia – fondata nel 1932 proprio da Volpi di Misurata insieme ad Antonio Maraini e Luciano De Feo – sia sulla partecipazione di questi politici alle Biennali d’Arte durante il regime fascista (Maraini, scultore e politico, fu direttore della Biennale di Venezia dal 1928 al 1942).

Unsettling Genealogies prende, quindi, in esame le politiche culturali del fascismo, stimolando una riflessione sugli effetti a Iungo termine degli investimenti del regime neII’arte e sottolineando il rapporto esistente tra estetica, ideologia e propaganda.

*estratto dall’introduzione della curatrice alla mostra personale di Alessandra Ferrini Unsettling Genealogies in corso al Museo Novecento di Firenze fino al 28 aprile 2024

Crediti: UNSETTLING GENEALOGIES, Alessandra Ferrini, Installation View, Courtesy of Museo Novecento, Firenze, ph Serge Domingie.

VIDEO

Una grande empatia

In questo video la responsabile degli Archivi di CAMERA Centro Italiano per la Fotografia di Torino, Barbara Bergaglio racconta la mostra da lei curata Michele Pellegrino. Fotografie 1967 – 2023 che fino al 14 aprile raccoglie la produzione del fotografo piemontese che, come ci racconta la curatrice, si avvicina alla fotografia da adulto per non lasciarla più. In mostra troviamo i suoi racconti del Monte Bianco e degli abitanti della montagna, che a partire dagli anni Settanta progressivamente la abbandonano per trovare lavoro a valle, la sua grande empatia nel ritrarre le persone, che gli ha consentito di avere accesso anche a numerosi monasteri in Italia e in Francia per un progetto dedicato alla clausura, e la sua mai finita serie dedicata ai matrimoni, da cui traspare la sua capacità unica di guardare all’umanità con gentilezza e ironia.

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Crediti immagine: Installation views della mostra “Michele Pellegrino. Fotografie 1967-2023” a CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia. Fotografie di Andrea Guermani.

Il deserto come ispirazione

C’è anche un progetto seminale come Arcosanti tra i soggetti dei film protagonisti della 11ª edizione del Milano Design Film Festival, la manifestazione curata per il secondo anno da Cristiana Perrella, che dal 6 al 10 marzo 2024 porta nel capoluogo lombardo il meglio della produzione dedicata all’architettura e al design nazionale e internazionale. Qui trovate il trailer di Ask The Sand (Italia, 2023), il documentario scritto e diretto da Vittorio Bongiorno, in cui un padre e un figlio partono alla scoperta di questa straordinaria utopia architettonica, una città del futuro costruita nel 1970 nel deserto dell’Arizona dall’architetto italiano Paolo Soleri (1919-2013), allievo di Frank Lloyd Wright, e simbolo dell’unione di architettura ed ecologia, chiamata Arcologia. Ask The Sand verrà proiettato venerdì 8 marzo alle 15.30 al Cinema Anteo – Sala Rubino, ed è in concorso per AFA – Architecture Film Award nella categoria Feature. Scopri tutto il programma di MDFF!

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Crediti immagine: Still da Ask the Sand di Vittorio Bongiorno. Milano Design Film Festival 11. Official Selection, AFA Feature.

Crediti video: Trailer di Ask the Sand di Vittorio Bongiorno.

EXTRA

Una piazza in un garage

Pablo Bronstein è un artista argentino il cui lavoro spazia dal disegno alla coreografia alla performance con un particolare focus sull’architettura: molte delle sue illustrazioni ricordano progetti architettonici della Francia del XVIII secolo, o degli anni Ottanta, con riferimenti al Barocco; disegni che non ritraggono luoghi reali, ma sono stati immaginati dall’artista. L’installazione Horological Piazza, composta da quattro piedistalli su cui poggiano altrettanti orologi antichi, è la protagonista del nuovo appuntamento di Garage BENTIVOGLIO, il progetto con cui ogni mese circa, un pezzo della collezione di Palazzo Bentivoglio va ad abitare la vetrina su Via del Borgo di San Pietro a Bologna. Dal 6 marzo l’installazione, capace di trasformare uno spazio interno in piazza pubblica, suggerisce lo scorrere del tempo e un dialogo tra gli elementi che la costituiscono e le persone che ci passeranno davanti.

Crediti immagine: Pablo Bronstein, Horological Piazza, 2008. Foto Carlo Favero.

Il labirinto delle metamorfosi

Proseguendo una tradizione avviata nel 2019 con il programma dedicato a Giulio Romano, poi alla figura divina di Venere, all’Arte di Vivere e, lo scorso anno, all’Europa come perno di riflessioni trasversali, per la stagione espositiva 2024 la Fondazione Palazzo Te presenta un articolato programma espositivo e culturale dal titolo IL LABIRINTO DELLE METAMORFOSI, dedicato a un tema che ha percorso le epoche senza perdere mai la sua intensità. Attraverso la valorizzazione e rilettura del patrimonio artistico di Palazzo Te, una mostra dedicata a Picasso, un convegno internazionale, concerti, incontri e una nuova edizione della Scuola di Palazzo Te, il programma vuole instaurare collaborazioni tra le istituzioni culturali del territorio e realizzare programmi multidisciplinari per un pubblico il più possibile ampio e diversificato, nella cornice di un luogo di bellezza eterna e stratificazioni culturali, concesso in gestione dal Comune di Mantova alla Fondazione. Scopri tutto il programma 2024!

Crediti: Gigantomachia. Giulio Romano e allievi. Camera dei Giganti, 1532-1534. Affresco. Mantova, Palazzo Te. Foto: Gianmaria Pontiroli © Fondazione Palazzo Te.

Non agire ma riflettere e ascoltare

Il Bodhisattva è una figura che mi ha sempre affascinato, perché è un individuo che non agisce, ma riflette. Il suo invito a non fare niente mette in discussione il concetto di storia dalle fondamenta. L’installazione, invece, non produce architettura, ma suono: è una struttura che non occupa spazio, ma lascia passare tutti e passa attraverso tutti, generando comunità temporanee unite proprio dall’ascolto di una stessa fonte“. Con queste parole Massimo Bartolini accompagna la presentazione della sua grande installazione sonora e ambientale cuore del progetto Due qui / To Hear a cura di Luca Cerizza (con l’assistenza di Francesca Verga) per il Padiglione Italia alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Dal 20 aprile al 24 novembre 2024 il progetto proporrà un itinerario attraverso tutti gli spazi del Padiglione, incluso il giardino, in cui l’alternarsi di vuoti e pieni, movimenti e soste, conducono a incontri inaspettati con opere e installazioni sonore e performative. La mostra sarà accompagnata da un Public Program con conferenze, interviste, performance musicali, ospiti nazionali e internazionali.

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Scomparsa Antonio Panti: il cordoglio del Consiglio regionale

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Il presidente dell’Assemblea legislativa, Antonio Mazzeo: “Se ne va una figura di primo piano della sanità toscana e nazionale”

di Ufficio Stampa3 marzo 2024

Firenze – “Se ne va una figura di primo piano della sanità toscana e nazionale, un medico che ha speso la sua intera vita, con competenza e passione, a promuovere la tutela della salute delle cittadine e dei cittadini”. Così il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, ha commentato la notizia della scomparsa di Antonio Panti, già presidente dell’Ordine dei medici di Firenze, segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale e socio fondatore della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie”.

Ricordando gli importanti incarichi ricoperti da Panti nel Consiglio sanitario della Regione e nel Comitato regionale di bioetica della Toscana, Mazzeo ha espresso il sentito cordoglio suo personale e dell’intero Consiglio regionale ai famigliari, ai colleghi e agli amici, “perché la sua perdita lascerà un vuoto importante nella comunità scientifica e in tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo”.

Istituto Storico Resistenza: le congratulazioni del Consiglio al nuovo presidente Vannino Chiti

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Il presidente dell’Assemblea legislativa, Antonio Mazzeo: “Rapporti sempre proficui. Presto un incontro per costruire nuove iniziative insieme”

di Ufficio Stampa2 marzo 2024

Firenze – “A nome del Consiglio regionale mi congratulo con Vannino Chiti, eletto oggi alla presidenza dell’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea”. Così il presidente dell’Assembla legislativa della Toscana, Antonio Mazzeo, appresa la notizia della nomina di Vannino Chiti, ex ministro ed ex presidente della Regione Toscana.

“I nostri rapporti con l’Istituto storico – ricorda Mazzeo – sono stati sempre molto proficui e sono certo che proseguiranno nel segno della piena collaborazione come avvenuto negli ultimi anni col compianto presidente Matulli, a cui va ancora una volta la nostra gratitudine. Presto organizzeremo un incontro, per costruire nuove iniziative che sappiamo valorizzare il patrimonio storico e culturale dell’Istituto, la cui conoscenza e diffusione è un elemento fondamentale non solo per conoscere la storia della Toscana, ma anche per immaginare il suo futuro”.

Biagio Pesciolini, Secondo Libro di musica sacra, Venezia 1605

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Tactus, 2024

Musicologia e prassi esecutiva si incontrano nel nuovo lavoro discografico dell’ensemble vocale Tuscae Voces diretto da Elia Orlando, per riportare alla luce l’opera del compositore pratese Biagio Pesciolini.

 

Da oggi, venerdì 1 marzo 2024, disponibile in formato fisico e in digitale.

Esce oggi, venerdì 1 marzo 2024, per Tactus in formato fisico e in digitale il “Secondo Libro di musica sacra” di Biagio Pesciolini, il nuovo disco dell’ensemble Tuscae Voces diretto da Elia Orlando, con la partecipazione dell’ensemble strumentale “La Pifarescha” (link ascolto). L’album contiene, appunto, il secondo libro di musica sacra di Pesciolini, trascritto recentemente dal musicologo Paolo Belli e dallo stesso Elia Orlando.   Il disco riporta in 17 tracce una Messa e cinque mottetti per doppio coro a dieci voci, tre mottetti e il cantico Magnificat per doppio coro a otto voci, due mottetti a sei e uno a cinque voci, con evidenti differenze stilistiche tra i brani policorali e quelli a cinque o sei voci. “Biagio Pesciolini fu il più importante compositore del rinascimento musicale pratese – commenta Elia Orlando – Nonostante l’interesse intorno alla sua figura che negli anni ha portato numerosi studiosi a scrivere di lui fino alla giornata di studi nel 1996, non era a oggi possibile reperire alcun tipo di materiale riguardante le sue composizioni. Questo tassello mancante nella storia della mia città ha innescato un processo di studio che ha portato alla riscoperta del compositore, prima attraverso il reperimento delle sue opere e la trascrizione moderna e in seguito all’esecuzione della sua musica”. Il progetto discografico è il culmine di un lavoro di ricerca cominciato nel 2020 e si pone in continuità con la pubblicazione del CD del terzo libro di madrigali (2021), sempre di Pesciolini e sempre inciso da Tuscae Voces, diretti da Elia Orlando, per Tactus. In ordine cronologico questo disco è l’ultima tappa del percorso di studio su Pesciolini, avviato nel 1996 dalla giornata di studi organizzata da Roberto Becheri, i cui atti sono stati pubblicati nel 2002. Il contributo più recente è quello di Marco Mangani (2023) e l’edizione critica oggetto della tesi di Paolo Belli.

Nuove designazioni al Centro Pecci

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Il Comune di Prato ha proceduto alla nomina dei componenti di propria spettanza del Consiglio di amministrazione della Fondazione per le arti contemporanee in Toscana.

Oltre a Vittoria Ciolini, co-fondatrice di Dryphoto, indicata dalla Regione Toscana, il Consiglio di amministrazione sarà composto da Lorenzo Bini Smaghi, presidente, da Monica Norcini, vice direttrice della Fondazione Fresco con una lunga esperienza all’estero in particolare alla New York University, Alessio Ranaldo, imprenditore e già presidente di Confindustria Toscana nord, Giusi Tinella, addetta culturale all’ambasciata di Francia presso il Portogallo con consolidata esperienza nelle istituzioni culturali europee.

Completeranno il consiglio anche l’imprenditore Gherardo Biagioni, nominato dall’Assemblea dei soci dell’associazione Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, e Silvia Cangioli che entrerà invece come socia sostenitrice della Fondazione in ragione di un accordo triennale a supporto del Centro Pecci.

Revisore della Fondazione sarà Fabrizio Zaccagnini.

“Una scelta nel nome della continuità e dell’apertura, in un momento di forte attenzione dei diversi pubblici nei confronti del Centro Pecci che grazie alla direzione e allo staff è impegnato su moltissimi fronti: dall’attività espositiva al cinema, dalle aperture serali con performance e musica all’attività educativa, dal coordinamento della Rete del contemporaneo al PNRR per ottimizzare l’accessibilità”,  commentano il sindaco Matteo Biffoni e l’assessore alla Cultura Simone Mangani.

Per quanto riguarda il comitato direttivo della stessa associazione Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, il Comune ha designato Elisabetta Cioni, vice presidente della Pubblica assistenza, Manfredi De Bernard, dottorato di ricerca del King’s College, Attilio Maltinti, già presidente della Fondazione Schema.

“Un augurio di buon lavoro a tutti i i consiglieri e le consigliere. Siamo sicuri che la continuità darà i suoi frutti. Un ringraziamento sentito a tutti i componenti dei due consigli di amministrazione che hanno speso molti anni all’interno del Centro, in modo particolare a coloro che avevano accolto la proposta del Comune di Prato: Gianni Antenucci, Greta Beccaglia, Roberto Battiloni, Edoardo Donatini, Jacopo Gori e Ilaria Londi”, chiosano il sindaco e l’assessore.

Gran Prato compie 10 anni e fa festa

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paolo colzi gran prato

Prato, 29 febbraio 2024 – La filiera Gran Prato celebra il suo decennale e,
con tutti i suoi protagonisti, guarda al futuro. L’appuntamento è per sabato
2 marzo, alle 15, nella sala ovale della Provincia di Prato, in via
Ricasoli. Al centro del confronto il valore del progetto – che si fonda su
un solido patto tra agricoltori, molitore, fornai, pasticceri ed esperti –
ed è nato per far crescere la buona economia del territorio.

Dopo il saluto del presidente della Provincia, Simone Calamai, che patrocina
l’iniziativa intervengono Paolo Colzi, presidente della Filiera Gran Prato;
David Fanfani dell’Università di Firenze che illustrerà i principi
ispiratori del progetto; Andrea Parri dell’omonimo molino che parlerà di
cereali e farina locali come valore aggiunto del Gran Prato e Giovanni
Belletti dell’Università di Firenze che metterà in evidenza le
caratteristiche del Gran Prato come progetto “faro” nel contesto italiano e
internazionale. Concludono Chiara Vita, del Laboratorio Qumap del Pin, che
si soffermerà sulla valorizzazione dei prodotti agroalimentari per la
possibile diversificazione produttiva e Alessandro Venturi, presidente
dell’Associazione Parco Agricolo, che parlerà di educazione al cibo e tutela
del territorio. La conclusione è prevista alle 17.30 con una serie di
assaggi naturalmente a base di Gran Prato, a cura di Casotto Atipico.

La filiera Gran Prato è un progetto pilota che fa da modello in Italia e
all’estero. È nata per sostenere e mantenere sul territorio pratese
un’attività agricola efficiente sul piano economico, garantendo qualità
ambientale e produttiva, in grado di incontrare così la crescente domanda di
qualità alimentare espressa dai consumatori. Al progetto partecipano dieci
aziende agricole, un mulino, quattordici panifici, trentotto negozi
alimentari al dettaglio con tre punti vendita cona, diciannove tra
ristoranti, pizzerie agriturismi, un pastificio artigianale e due
pasticcerie.

La Filiera, nata con il sostegno dell’Università di Firenze (Facoltà di
Architettura e di Agraria), comprende il ciclo completo del grano del
territorio pratese, dalla coltivazione alla raccolta, al mulino, fino
all’utilizzo della farina.

DANIELE FARAOTTI

VENERDÌ 1° MARZO
DISPONIBILE IN RADIO

“CALANO I COLLI”

IL NUOVO SINGOLO

Da venerdì 1° marzo 2024 sarà in rotazione radiofonica “Calano i colli”, il nuovo singolo di Daniele Faraotti già disponibile sulle piattaforme digitali dal 21 dicembre 2023.

“Calano i colli” è un brano ispirato dalla risposta di Wells a Peter Biskind riguardo al collo che si rilassa con l’età, una metafora che si intreccia con la società moderna, la quale offre soluzioni preconfezionate a ogni problema, pur richiedendo un costo. La musica della canzone ha un ritmo fluido, con un bridge e un ritornello che evocano le atmosfere di un classico alla Modugno.

Spiega l’artista a proposito del brano: “Calano i Colli è il primo dei due singoli che precedono l’uscita dell’album attualmente in lavorazione. Una canzone più mainstream del solito (almeno mi pare), supportata da un video/ divertissement dove le idee si associano in campo libero”.

Il videoclip di “Calano i colli”, diretto da Elena Itto di Rafa, descrive lo sfiorire della bellezza e il naturale trascorrere del tempo. L’immagine del collo che si accorcia e si allunga è stata la spinta creativa per la realizzazione del video, nato da un’idea improvvisata con l’obiettivo di divertirsi.

Guarda il videoclip su YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=VbgpFf1R9SA

Biografia

Se l’oroscopo del 2022 dava al capricorno grandi soddisfazioni, il 2024 dovrebbe rilanciare lasciandosi alle spalle un 2023 un pò gnif. In effetti, per Daniele Faraotti, capricorno classe 1961, tutto comincia nel 2008 con la pubblicazione di “Ciò che non sei più” (Alka Record 2008). Non che prima non ci fosse stato niente, le attività svolte precedentemente potevano tranquillamente rientrare nell’ambito della formazione. Formazione lunga quella del Faraotti; tante le canzoni scritte, prima della prima canzone riconoscibile come tale – un percorso piuttosto accidentato. Si è trattato di recuperare quella scintilla che sembrava persa, tra esami in conservatorio, titoli di studio e domande di ammissione. Tra le cose mediamente grosse di questi anni di formazione, sicuramente va ricordata la collaborazione con Patty Pravo (Roxy Bar, MTV 1994) e la partecipazione come chitarrista ad un paio di canzoni nell’album di Claudio Lolli “La scoperta dell’America”.

Anche la direzione artistica della rassegna U. S. W. (Und so Writer) a San Lazzaro di Savena (Bo) è tra le cose da ricordare. Le edizioni del 2008 e del 2009 (le uniche) hanno visto molta musica indipendente esibirsi sul palco dell’ITC.  Nel 2009 esce “Ciò che non sai più” (Alka Record 2009), Ep con quattro canzoni e un video. Le canzoni erano state registrate nelle session dell’album precedente, album che con questo gioca molto con il titolo. Come esordio non è male, ottimamente accolto dalla critica e poi tanti i concerti in giro per l’Italia, il più importante a Scisciano (Na) di spalla ai Massimo Volume. Poi è la volta “Canzoni in Salita” (Bombanella Records 2012). Le recensioni fioccano copiose e i concerti diminuiscono un po’, le mail scritte ai locali cominciano a non avere risposta e il pubblico è già stanco di cimentarsi con proposte non supportate da agenzie, etichette di grido e pubblicità. Circa due anni di lavoro per completare “In Cage’s shoes”, una composizione strumentale di 21 minuti omaggio a John Cage. Viene pubblicata in “Exit from the Cage” del 2014.  Quattro anni di silenzio portano ad “English Aphasia”. Pubblicato in digitale nell’aprile del 2019, vede l’edizione in vinile del 2020 rilanciare l’Inglese Afasico che, tra buone recensioni e complimenti, ripagherà il Faraotti di un periodo non proprio roseo sotto molti punti di vista. Nell’estate del 2019 inizia la stesura delle canzoni che andranno a far parte di “Phara Pop vol. 1”.  Durante il lockdown del 2020 la stesura dei testi, la messa a punto degli arrangiamenti e tante nuove canzoni. Su “Phara Pop” finiscono 20 canzoni scritte tra il luglio 2019 e Giugno 2020. Il singolo “RadioMagia”, viene pubblicato a Gennaio 2022 insieme al video eponimo.  In coda al 2023, e per la precisione in dicembre, arriva la pubblicazione di due nuovi singoli.

La stesura dei testi del nuovo album è a buon punto e non si esclude l’uscita entro maggio 2024. E i concerti? Chissà, forse….

“Calano i colli” è il nuovo singolo di Daniele Faraotti, disponibile sulle piattaforme digitali dal 21 dicembre 2023 e in rotazione radiofonica da venerdì 1° marzo 2024.

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