Primo maggio di Bandiere rosse: Tosca Martini e Bogardo Buricchi

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Primo maggio di Bandiere rosse: Tosca Martini e Bogardo Buricchi

Venerdì 8 marzo, alle ore 21, presso la Vinaia della Villa Il Mulinaccio, a Vaiano, sarà proiettato il film “Amiche per la libertà – Tosca Martini, Tosca Bucarelli e le altre”, prodotto dalla scuola di cinema “Anna Magnani” e diretto da Massimo Smuraglia.

Il film è ispirato a un episodio della Resistenza in Val di Bisenzio, il 1° maggio 1944: l’esposizione della bandiera rossa a Usella, su un cipresso alto cinque metri (secondo la testimonianza di Angiolo Menicacci fu un’iniziativa promossa dal partito comunista, attuata in varie località del Pratese). Per tale azione fu arrestata una ragazza, Tosca Martini, operaia del lanificio Forti, rea anche di aver diffuso dei volantini: i fascisti manifestarono il proprio sdegno con una scritta sulle mura del paese che recitava: Donna volgare che vai a lavorare alla Briglia, ti sei venduta ai senza Dio, ti riconosciamo.
La stessa Martini fu poi arrestata e sottoposta a inaudite violenze da parte della Banda Carità e poi incarcerata, senza che abbia ceduto un solo istante e si sia lasciata sfuggire la più insignificante delle informazioni, esempio fulgido di coraggio e del contributo delle donne alla lotta per la Liberazione.
Memorabile è anche la bandiera rossa issata sul Campano di Carmignano da Bogardo Bricchi, dal fratello Alighiero e da Lido Sardi, sempre in occasione del 1° Maggio 1944: Bogardo e i suoi compagni riuscirono anche a divellere lungo la discesa i pioli della scala che conduceva sul campanile, in modo da prolungare e rendere molto difficile la rimozione della bandiera stessa: dell’impresa parlò anche il Notiziario della GNR.
Nonostante la bandiera rossa, Bogardo non era comunista, restò sempre credente, ma era uno spirito libero, insofferente alle ingiustizie e all’oppressione: oggi si direbbe che era “radicale” nelle sue convinzioni. Tuttavia chi lo ha conosciuto lo ricorda come un giovane molto intelligente, intraprendente e sensibile, dotato di una naturale autorevolezza, senza mai diventare autoritario. Un bel ricordo di lui ha tracciato Guido Mazzoni, il massimo dirigente del partito comunista nel settore militare della Resistenza pratese: “Era un ragazzo esile, calmo e riflessivo, dai suoi occhi sprigionavano una volontà e una determinazione rare. Ci incontravamo sovente a Colle, in prossimità della Catena, sulla strada Pistoiese, io marxista e lui cattolico. Parlavamo delle prospettive politiche, dei compiti militari e, talvolta, persino di problemi filosofici e ideali. La razionalità, la logica che egli adoperava nelle dissertazioni non lo abbandonavano nemmeno di fronte ai pericoli più immediati e imprevisti”.

Giuseppe Gregori

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